Una giornata all’insegna del “fare”

Giunta ormai alla terza edizione, la Maker Faire – The European Edition, ossia la fiera europea dedicata all’innovazione, alla cultura e al movimento #makers, quest’anno ha invaso nuovamente la città eterna portando con sé voglia di fare, spirito creativo ed innovativo e scegliendo come teatro L’Università della Sapienza di Roma, con i suoi bellissimi giardini ed aule. Luoghi già intrisi di conoscenza e voglia di imparare, in questi tre giorni di fiera hanno assunto uno spirito ancora più ricercatore e curioso grazie ai numerosi Maker che con le loro creazioni hanno portato innovazione, voglia di fare e scoprire. La Maker Faire è un movimento mondiale che unisce persone di tutti i paesi sotto la sua spinta creatrice e innovativa, nasce nel 2006 in California ed i numeri di visite che raccoglie ogni anno ai vari eventi sparsi per il mondo (New York, Roma, Detroit, Parigi, Berlino…) sono impressionanti: segno di una mentalità che sta finalmente cambiando, della voglia di fare che sta nascendo in ognuno di noi, del voler uscire dal ruolo di consumatori per diventare produttori noi stessi, poiché i mezzi a disposizione sono ormai alla portata di tutti (grazie anche alla sensibilità delle grandi aziende produttrici) e quello più importante è semplicemente già parte di noi: il nostro cervello con la sua curiosità.  In fin dei conti è dall’alba dei tempi che l’uomo non smette di creare, no?

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La squadra di Stay Nerd è giunta di buon ora all’ingresso della fiera ed armata di un buon caffè (senza quello non si va da nessuna parte) e dei cartellini “Press”, ha iniziato a gironzolare qua e là tra i numerosi stand. Complice il bel tempo e gli spazi ampi, la visita è risultata più che piacevole e nonostante la presenza di numerose scolaresche chiassosissime che la fiera ha abilmente coinvolto nelle numerose attività riuscendo in qualche modo a domarli come leoni, siamo riusciti a vedere ogni singolo espositore, soffermandoci dove ci spingeva la curiosità. Dopo pochi stand abbiamo capito subito che le regine delle fiera erano loro: le stampanti 3D. In poche ore ne abbiamo viste di tutte le forme, colori e dimensioni: quella che stampava con i classici polimeri, quella che utilizzava la creta, quella che stampava in multicolor, la stampa stoviglie fino alla stampante 3D più grande del mondo: la BigDeltaWasp con i suoi dodici metri di altezza, la capacità di usare il terreno circostante come “cartuccia” e con esso costruirne abitazioni ad impatto ambientale zero e di auto alimentarsi tramite sole e vento. La corona della più piccola invece è andata alla OLO 3D, una stampante per smartphone (sia Ios che Android) presentata alla stampa europea durante la fiera.   

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A metà mattinata siamo stati indirizzati verso l’Aula Magna per assistere alla Opening Conference, tenuta da ospiti d’eccezione intervenuti per spiegarci le meraviglie e le potenzialità che questa fiera con il suo movimento sta portando in tutto il mondo. Giovanissimi maker che con i loro 15 anni per scuffia hanno creato da zero stampanti 3D in casa e ragazzine appassionate di coding: sono proprio i ragazzi ed ancor prima i bambini e le scuole il punto focale del movimento Maker. Portare la creazione negli istituti scolastici, l’arte del FARE nelle mani di tutte le giovani menti garantirà un futuro brillante al nostro paese poiché i Maker sono il “petrolio del futuro”. Dopo gli interventi del Presidente della Regione Nicola Zingaretti il quale ha presentato il nuovo portale online “Lazio Innovatori” ed in cambio gli è stata regalata la sua capoccia in miniatura (stampata in 3D ovviamente!) e del ritardatario ma presente padrone di casa Rettore è stato il turno di Josh Walden Senior Vice President di Intel che insieme a Massimo Branzi della Arduino ha presentato Genuino 101, il frutto della collaborazione tra queste due grandi case, si tratta una scheda di nuova generazione con modulo Intel Curie e dotata di microprocessore, accelerometro, giroscopio e connettività Bluetooth Smart, venduto all’economicissimo prezzo di appena 30€ per una scheda dalle molteplici prestazioni che sogna di arrivare in quante più scuole possibile. 

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La speranza da parte di questi due “colossi” è quella di trasformare la scuole in tanti piccoli FabLab, educando sia insegnanti che alunni e per l’occasione è stata annunciata l’apertura a Milano della Codemotion Kids, una scuola dove ragazzi dai 7 ai 13 anni potranno imparare, divertendosi, le basi della robotica e del coding. L’intervento di Dale Dougherty, il co-fondatore del movimento Maker ci ha ricordato infine che uno dei benefici più grandi introdotti da quest’ultimo è il cambio di mentalità attraverso l’educazione, l’apprendimento e la tecnologia e che i principi su cui si fonda sono creare, partecipare e condividere. Valori sui quali dovrebbe fondarsi ogni scuola e che ognuno spera di vedere riflessi nei propri figli. L’Opening Conference si è chiusa con un taglio del nastro d’eccezione, per mano robotica di “Walkman the Robot“, automa di un metro ed ottanta estremamente intelligente, utilizzato per compiere interventi in situazioni di emergenza e nato dalla mente del team dell’Istituto Italiano di Tecnologia, rappresentato per l’occasione da Roberto Cingolani il suo Direttore Esecutivo. Il taglio del nastro da parte di questo intelligente e soprattutto senziente robot è stato qualcosa al limite tra lo stupore e la netta sensazione di aver assistito, con un brivido, agli albori di Skynet. 

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Finita la conferenza siamo tornati liberi e felici a visitare la fiera, forse un pò più consapevoli delle creazioni che avevamo davanti e dell’importanza del coinvolgimento che esse creavano, al di là del semplice divertimento. I padiglioni da visitare erano tanti e divisi per argomenti, abbiamo capito al volo che era necessario visitarli uno per uno con ordine per evitare di perderci qualcosa ed abbiamo seguito l’idea per la prima mezz’ora dopodiché ci siamo irrimediabilmente persi per tutta la giornata tra le mille creazioni, attratti quà e là dagli inventori desiderosi di mostrarci le loro idee. In fin dei conti era un pò questa l’idea della Maker Faire, perdersi nei meandri del potere dell’immaginazione umana. Abbiamo visto veramente di tutto: robottini che scorrazzavano ovunque, portando oggetti o seguendo piste magnetiche, scansioni live al 360 gradi del corpo umano, simulatori di paracadutismo con visori 3D, colture idroponiche da interni in futuristiche sfere di vetro ideali per chi non ha giardino o terrazzo ma sogna di coltivare il proprio orticello. Folding Pets ci ha mostrato i suoi curiosi e coloratissimi puzzle 3D i quali una volta montati possono essere utilizzati come moderne decorazione d’interni. C’era la Fisarmonica Magica di Alvaro Passeri che suonava autonomamente grazie ad una scheda MIDI. Il Carrello Amico 2.0 frutto del lavoro di un gruppo di studenti di Siena nonché una rivoluzione per la spesa di tutti i giorni: un carrello della spesa motorizzato e dotato di sensori che ti segue fedelmente in giro per il supermercato grazie ad un trasmettitore da indossare… semplicemente geniale! L’Orange Fiber il filato innovativo creato dalle sostanze di scarto degli agrumi, oltre ad essere estremamente bello è anche ecosostenibile. Il Poommarobot, robot realizzato con pentolame, quindi a costo quasi zero e facilmente ricreabile da tutti.  La MIDIfied Organ ci ha divertito tantissimo; è un agguerritissimo organetto dotato di percussioni e flauti, il tutto meccanicizzato dai ragazzi di AMMILAB, suonava felice grazie ad una semplice manovella e seguendo gli input di una scheda perforata. La creatrice oltre a divertirci è stata desiderosa di illustrare il progetto culturale dell‘AMMI; Associazione Italiana Musica Meccanica, la quale promuove la conoscenza e la diffusione della musica meccanica ed organizza annualmente il Festival Internazionale dell’Antico Organetto, unico in Italia.    

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Code For Kids ci ha accolto sul suo coloratissimo furgoncino: questi giovani ragazzi formano la nuova generazione di programmatori ed innovatori attraverso la loro presenza nelle scuole con laboratori ed attività ludiche divertenti con le quali fanno capire la base della programmazione, della robotica e dell’elettronica. Il loro lavoro è colorato, intuitivo e diretto, proprio come serve ai bambini. Ci hanno mostrato le loro semplici ma al tempo stesso elaborate creazioni con entusiasmo e sorrisi. Speriamo, nel futuro, di vederli coinvolti in tante scuole: sono questi i progetti di cui abbiamo bisogno.

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I Crafty Robots, piccoli robottini animati da Fizzbit un mini modulo ricaricabile via USB in 30 secondi. Il Fizzbit può essere attaccato a qualunque creazione (o si possono comprare economicissimi template online), dotandola di un divertente movimento saltellante. Niente batterie, riutilizzabile all’infinito: dei piccoli gioiellini. Dopo esserci rifocillati per pranzo abbiamo assistito allo spettacolo fuori programma della One Love Machine Band, un gruppo musicale robotico assemblato dal simpatico artista berlinese Kolja Kugler il quale da bravo DJ ha fatto esibire la sua band in un misto di stile steampunk ed heavy metal, divertentissimi e rumorosissimi! Poco distante si potevano far volare droni di tutte le taglie nell’apposita House of Drones, una voliera che nei giorni a seguire ha ospitato anche delle “spietate” battaglie all’ultimo chip, ovviamente tra robot. E come non fermarsi ad ammirare la supersexy Cheiron, non una donna ma bensì una motocicletta 100% italiana, una bicilindrica da 111CV con telaio cavo e privo di saldature che ospitava i serbatoi di olio e benzina, realizzata con il nuovo materiale “Ergal 7075 T6”, una lega di alluminio dal carico di rottura impressionante, di solito utilizzata nell’industria aerospaziale. Tecnologia e bellezza made in Italy.

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Oltre al semplice divertimento, i ragazzi del FabLab dell’Università di Perugia con le loro scansioni e stampe 3D delle opere d’arte ci hanno ricordato l’importanza delle salvaguardia dell’arte del nostro paese. Avvalendosi delle moderne tecnologie è possibile monitorare il deterioramento dei nostri beni culturali ed addirittura permetterne una fruizione mondiale semplicemente “spedendo” via mail la loro scansione 3D in musei di tutto il mondo, che stamperanno a loro volta il Davide di Donatello o La Pietà di Michelangelo con margini di errori quasi inesistenti. Pensate a quanto tutto ciò possa essere utile in un paese come il nostro, sempre più flagellato da maltempi (pensate al decadimento di Pompei o alle recenti alluvioni) e dalla scarsa cura dei nostri beni artistici unici al mondo. Un’ultima perla ci è stata regalata in chiusura della Maker Faire, da una ragazza turca Beste Özcan, questa maker che collabora con l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione ISTC-CNR di Roma ha presentato il bellissimo “+ME” un progetto indirizzato ai bambini autistici. “+ME” è una sorta di cuscino interattivo che avvolge il collo della persona che lo indossa ed emette stimoli audiovisivi attraverso suoni e luci,    l’interazione avviene sul cuscino con il tatto, in risposta a degli stimoli mandati dal terapista attraverso un tablet. Tutto questo attua un processo comunicativo “soft” tra il bambino e la persona che gli sta davanti, un modo semplice di relazionarsi con il mondo esterno nel contesto di un disturbo spesso difficile da gestire e che tende ad isolare i bambini che ne sono afflitti. Questa moderna “coperta di Linus” è forse l’invenzione più tenera ed umana presentata in tutti i giorni di fiera e la sperimentazione su un gruppo di bambini è già in corso presso l’istituto INI Villa Dante.

Maker FaireLa Maker Faire ci ha lasciato speranzosi per il futuro, vedere così tante persona coinvolte e sinceramente interessate alle creazioni che avevano davanti (e coinvolgere urlanti scolaresche delle superiori non è cosa facile) ci fa sperare in un futuro nel quale molte più persone diventeranno creatori oltre che consumatori. Questa rivoluzione deve partire dalla radice ovviamente e deve coinvolgere genitori, scuole e governi, cosa della quale speriamo dato che i primi segnali sono già arrivati.  La fruizione da parte dell’uomo delle moderne e future tecnologie deve diventare quotidianità dato che le macchine entreranno sempre di più nella vita dell’uomo facilitandone anche i lavori più semplici, pensare ad un futuro senza è irreale ed anacronistico, la vita accanto a loro sarà la nostra realtà. Pensate all’aiuto che può dare la stampante Big Wasp in situazioni come le alluvioni o i terremoti, ai lavori che potranno intraprendere i bambini che si stanno appassionando di coding e meccanica grazie anche a questa fiera. Ce ne siamo andati nel tardo pomeriggio, stanchi ma per una volta contenti di aver partecipato ad una manifestazione così ben organizzata e vissuta, sia da parte delle istituzioni che da parte dei visitatori. Certi che l’anno prossimo sarà ancora meglio, chissà se nei prossimi mesi vedremo una delle tante creazioni in giro per le strade, nei supermercati o nelle nostre case, nel frattempo un applauso a questi maker, giovani menti e piccoli Tony Stark italiani, dei giorni d’oggi.