Tornano Fuqua e Wasghington: più vendicativi e più determinati di prima

Quando un regista ed un attore mettono in atto una collaborazione che dura nel tempo, al di là dell’ovvio spirito di collaborazione e di una comunità di intenti, c’è sempre dietro il successo.
È così per Antoine Fuqua e Denzel Washington, partiti insieme col primo masterpiece del regista, Training Day, che forse ancora oggi è il suo miglior lavoro. I due si prendono una pausa di qualche anno in cui Fuqua continua a realizzare film, indovinandone qualcuno (vedi Shooter) e sbagliandone qualcun altro (vedi King Arthur), fino al ritorno sul suo set di Mr. Washington nel 2014 con The Equalizer – Il vendicatore. Un titolo che, pensando all’attore e soprattutto al regista in questione, già dice tutto anche a chi non hai mai sentito parlare della serie TV degli anni ’80 del quale è l’adattamento: The Equalizer – appunto – giunta in Italia col nome di Un Giustiziere a New York.

Il film è un successo e i due riprendono a collaborare anche ne I magnifici 7 (altro riadattamento), per arrivare poi finalmente a questo secondo capitolo: The Equalizer 2 – Senza perdono (in sala dal 13 settembre).


L’animo vendicativo di
Robert McCall (Denzel Washington) qui emerge da subito con maggiore veemenza, grazie ad un “caso” che lo tocca da vicino. Ciò che in precedenza lo spingeva ad agire alla ricerca del bene supremo e per sistemare le cose, stavolta acquisisce quindi una forza ulteriore e la propensione al perdono è pari a zero.

La sceneggiatura di Richard Wenk è una tela perfetta dove Fuqua disegna il suo film e Washington lo colora col sangue dei nemici.
Lo avevamo già detto parlando di John Wick: la vendetta al cinema funziona solo quando è legata a qualcosa di personale, di intimo, quando colpisce l’eroe nei suoi sentimenti. Per questo il primo John Wick fu un successo, mentre nel secondo, quando fu costretto ad agire sotto ricatto, perse totalmente la sua identità.

Il primo The Equalizer funzionava comunque, è vero, innanzitutto per uno script ben strutturato e perché il supereroe senza superpoteri affascina sempre. Ma Fuqua e soci sapevano bene che sarebbe stato impossibile replicare restando su quegli standard; stavolta non avrebbe funzionato.

Ecco quindi che si parte in sordina, con l’eroe che ha cambiato lavoro e ora fa l’autista, ottenendo da Susan Plummer (Melissa Leo) incarichi occasionali per continuare a fare “pulizia”.
Wenk in questo è abile e saggio: dona un minimo di continuità, ci lascia assaporare nuovamente le atmosfere del primo capitolo, per poi introdurre all’improvviso la bomba, rompendo gli equilibri con l’elemento che muta la struttura del nuovo The Equalizer.

In buona sostanza “Senza perdono” è il prototipo del film di genere. Di certo Fuqua e Wenk non inventano nulla, ed anzi attingono a piene mani dalla vecchia scuola, con tanto di immancabili cliché.
Ad eccezione dell’evento che sposta la direzione del racconto, uno spettatore con un minimo di esperienza arriva ben presto a conclusioni piuttosto scontate: ma questo è un male? Decisamente no. Per sua stessa definizione, The Equalizer 2 è un action thriller puro e semplice, e la regia di Fuqua ce lo fa apprezzare appieno. I combattimenti all’ultimo sangue, con espedienti divertenti e frizzanti, si alternano a momenti di calma e di riflessione, sposandosi benissimo col personaggio di McCall ed evitando di proiettare lo spettatore in quella spirale di tensione continua in cui l’action hollywoodiano spesso ci spinge.

Anche le tante situazioni di contorno hanno il pregio di non gettarci nel panico e non creare confusione, ma decentrano la trama quel tanto che basta per aumentare il livello di attenzione generale e farci assaporare maggiormente l’inevitabile final battle, nel cuore di una malinconica e violenta tempesta.

the equalizer 2

Verdetto

The Equalizer 2 – Senza perdono ci conferma ancora una volta che la collaborazione Fuqua-Washington (+ Wenk) sa regalare soddisfazioni. Questo secondo capitolo scandaglia più a fondo l’animo del suo protagonista, dandoci una storia di vendetta finalmente più personale, con motivazioni sincere che non prevedono, appunto, il perdono.
Un action thriller puro che si avvale di espedienti che evitano di far fagocitare il tutto dalla spirale di ritmo e adrenalina che tende a caratterizzare i film di genere, giocando con quei momenti di riflessione e calma apparente prima della vera e propria tempesta, chiamata Robert McCall.

Se vi piace The Equalizer 2…

Premesso che diamo per scontato che abbiate visto il primo The Equalizer, vi consigliamo di dare uno sguardo a qualche altro film di Fuqua: su tutti Shooter, il più simile a questi due capitoli per plot, ma anche Training day, per ammirare uno dei migliori film del regista.
Se amate i film sulla vendetta, non potete non aver visto il già citato John Wick, oppure – sempre con protagonista Denzel Wasghington – Man on Fire.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.