Prima di ritornare alla monotonia di The Walking Dead, meglio vedersi The Strain

The StrainA dire il vero il tema vampiri in questi ultimi anni ha perso molto del suo fascino, grazie ad opere come Twilight e The Vampire Diaries, i vampiri sono diventati dei teenager effemminati con canini appuntiti e zero carisma. È un po’ come se all’epoca, da fan di giochi di ruolo, vi avessero detto che Final Fantasy X-2 è il futuro del genere. Insomma, non tira buon vento per gli eredi di Dracula. Quando ho letto che su FX stava per essere trasmessa una serie con i vampiri, ho pensato subito all’ennesima patetica trovata commerciale, poi ho visto che era progettata da un certo Guillermo del Toro (storywriter della novel da cui la serie è tratta), e così ho cambiato preventivamente idea. The Strain, senza mezzi termini, è la serie sui vampiri migliore che c’è… sì, anche di Buffy. A rivederle le gesta di Sarah Michelle Gellar, al di là della sua incredibile gnoccaggine, non è che il telefilm girasse proprio su altissimi livelli; ma all’epoca spaccava, quindi chiudiamo qui il discorso. Iniziale scetticismo a parte The Strain è iniziato più di un mese fa, tuttavia ho voluto aspettare che la serie proseguisse almeno un altro po’ prima di parlarne su Stay Nerd. I più smaliziati di voi – e mi auguro che ce ne siano – stanno già seguendo gli episodi sottotitolati, e sono già spasmodicamente in attesa del prossimo. Per chi invece sentisse nominare The Strain per la prima volta, dopo aver letto questo articolo mi auguro che provveda a colmare questa lacuna.

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La prima cosa che mi ha colpito è come il tema “vampiri” viene trattato inizialmente, nell’episodio pilota una misteriosa creatura fa la sua comparsa a bordo di un areo appena atterrato. Inutile dire cosa avrà combinato questa terrificante creatura. Alla centrale non arrivano più comunicazioni così, da bravi americani, mobilitano ogni tipo di forza dell’ordine tra cui il CDC (il centro controllo malattie) prima di saliere sull’aereo e capire cosa è successo. Il Dr. Ephraim Goodweather, interpretato da Corey Stollè a capo delle ricerche per il CDC, nonché nostro protagonista, ed è tenuto ad investigare su ciò che è avvenuto sull’areo dal momento del suo atterraggio. Perché il CDC? The Strain, soprattutto nei primi episodi, non parte in quarta con: “oh no, ci sono i vampiri, ammazziamoli!”, ma utilizza un approccio più coerente e razionale. La televisione e le opere diThe Strain fantascienza, ci hanno abituato a riconoscere subito la tipologia di “mostri”, in realtà se ci ragioniamo un attimo su, nel momento in cui avvenisse qualcosa di così al di fuori del normale come in The Strain, anche nella realtà si procederebbe con metodo scientifico e non mistico-vampiresco. Così il buon Goodweather fa le prime scoperte del caso, quasi tutti i passeggeri del velivolo sono morti e, apparentemente, non vi è nessuna connessione tra di loro, tranne la presenza di un particolare verme, probabilmente un parassita, all’interno del vano bagagli dell’aereoplano. Da qui all’ottava puntata ne succedono di tutti i colori. Non voglio scendere nei dettagli per non rovinarvi la sorpresa. Sappiate solo che la serie è in continua evoluzione, il mistero dei vampiri viene man mano svelato, e dietro questa minaccia si nascondono personaggi e organizzazioni che risalgono addirittura alla prima guerra mondiale. Il fatto è questo, dopo le prime otto puntate, The Strain non vacilla, non annoia e non stanca minimamente, anzi riesce episodio dopo episodio ad innalzare la tacchetta della qualità. Dopo tante lodi, non mi sento comunque in grado di dare un giudizio che sia applicabile a qualsiasi persona ed a qualsiasi gusto, ciò che invece è sicuro è che The Strain va visto. Troppo spesso molte serie dal potenziale incredibile vengono abbandonate per via degli scarsi ascolti, ora ci troviamo nella fase in cui “tutto può essere”, eppure chissà, magari tra qualche anno, siamo ancora qui a parlare di questa serie.