Strane decisioni in casa Walmart

Walmart sembra aver deciso la linea da seguire dopo le polemiche delle ultime ore nate in seguito alle affermazioni del Presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump.

Coerentemente con quanto detto dal Tycoon l’azienza americana, leader nel settore della vendita al dettaglio, ha deciso di rimuovere dai suoi negozi ogni forma di pubblicità e riferimento a qualsiasi videogioco considerato violento.

Ai dipendenti Walmart sarebbe stato recapitato un promemoria dalla sede centrale della società, in cui veniva loro richiesta l’immediata rimozione di “cartello e forma di riferimento alla violenza”. Un’immagine della presunta direttiva è stata  condivisa su Twitter. Si chiede ai dipendenti di:

“Rimuovere dal negozio qualsiasi pubbliciatà o cartello che contenga immagini violente o comportamenti aggressivi. Rimuovere dai ripiani di vendita immediatamente questi articoli”.

Intessante notare anche che il promemoria afferma che ciò include lo spegnimento o lo scollegamento delle unità di visualizzazione dei videogiochi con demo di giochi violenti, “in particolare su PlayStation e Xbox“, e di “annullare qualsiasi evento programmato nei reparti di elettronica che promuova combattimento o giochi sparatutto in terza persona”.

Una scelta senza dubbio maturata alla luce dei tragici eventi degli ultimi giorni negli Stati Uniti. Se non fosse che l’azienda abbia scelto di seguire una linea tutta sua al riguardo. Walmart infatti non cesserà di vendere armi. E questo nonostante anche le pubblicità relative alla vendita di fucili o di equipaggiamento in vista dell’apertura della stagione di caccia siano stati bandini dai negozi della catena.

Cosa ne pensate voi lettori di questa scelta di Walmart? Diteci qual è il vostro parere lasciandoci un commento e partecipate alla discussione!

(fonte: IGN.com)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.