Woody Allen si scaglia contro il protagonista di Chiamami col tuo nome

Il nome di Woody Allen è da sempre uno dei più controversi del panorama di Hollywood. Oggi, a breve distanza dal contenzioso nato con Hachette a proposito della sua autobiografia, sembra sia sorta una nuova polemica attorno al regista e attore newyorkese.

Una figura piuttosto controversa, anche per via delle diverse accuse di molestie sessuali che si è ritrovato ad affrontare nel corso degli anni, tra cui quella della figlia adottiva Dylan Farrow quando era ancora minore.

Proprio nella discussa autobiografia “A proposito di niente” Allena parla del suo rapporto con Timothée Chalamet, protagonista del film Un giorno di pioggia a New York (guarda caso anche questo oggetto di contesa con Amazon).

Come noto Chalamet avrebbe affermato di essersi pentito di aver lavorato con Allen e che il rapporto sul set tra i due sia stato burrascoso al punto da convincerlo a donare il ricavato del film in beneficenza. Al riguardo il regista ha tuttavia risposto in maniera molto polemica, sostenendo che la scelta dell’attore sia stata dettata dalla volontà di mantenere i buoni rapporti con l’Academy in vista degli Oscar.

woody allen

“Timothée dichiarò pubblicamente di pentirsi di aver lavorato con me e di aver dato i soldi in beneficenza. Ma ha giurato a mia sorella che aveva bisogno di farlo dato che era in lizza per un Oscar per Chiamami col tuo nome, e lui e il suo agente sentivano che avrebbe avuto maggiori possibilità di vincere se mi avesse denunciato, e così ha fatto”.

Mentre vi scriviamo non c’è stata alcuna replica da parte di Chalamet o del suo staff riguardo a quanto affermato da Woody Allen nell’autobiografia. Non avendo ancora sentito entrambe le parti è consigliabile prendere quanto affermato dal regista con la dovuta cautela. Ovviamente vi aggiorneremo se questa controversia dovesse avere ulteriori sviluppi.

(fonte: Dailymail.com)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.