Benvenuti a Zootropolis, dove tutti possono essere quello che vogliono.

Da mamma Disney, e dai creatori di Frozen e Big Hero 6, arriva Zootropolis, un film d’animazione che è veramente, ma veramente, qualcosa di speciale. In conferenza stampa (alla quale noi di Stay Nerd non potevamo mancare) i film-makers Rich Moore, Byron Howard e Clark Spencer hanno dichiarato di voler fare un film che avesse un piede nella tradizione Disney e l’altro nel mondo contemporaneo. Quindi, tradotto in pellicola, animali parlanti, animazione in CGI e temi attualissimi.

Bravi ragazzi, missione compiuta.

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La pellicola ruota attorno alla gigantesca, bellissima, varia e colorata città di Zootropolis. Ma quest’ultima non è la protagonista, una città non può mai essere protagonista di un film, il protagonista dev’essere umano o, in questo caso, antropomorfo. Nessun problema, c’è Judy Hopps: una coniglietta di campagna che fin da bambina coltiva il sogno di diventare la prima della sua specie a diventare poliziotta a Zootropolis, ed è disposta a tutto pur di realizzarlo. D’altronde la città suddetta è l’esempio vivente di come gli animali, evolvendosi, siano arrivati a convivere in armonia, predatori e prede, dominando i propri istinti bestiali con la ragione dei propri sogni e delle proprie aspirazioni. Giaguari avvocati, pecore giornaliste… E Judy, che vuole diventare poliziotta, diventa poliziotta. Il problema è che le difficoltà, una volta raggiunto il suo obiettivo, non sono finite, tutt’altro.

Questo spunto iniziale, già di per sé divertente e ispirato, ci trasporta fisicamente fino a Zootropolis: un vero sogno ad occhi aperti. Ragazzi, l’arrivo in città è una scena da “wow-effect” come non ne ricordo dai tempi dei brachiosauri di Jurassic Park. La musica che l’accompagna (con Shakira nel ruolo della famosa pop star “Gazelle“) è perfetta. Al distretto di Polizia, però, le cose per Judy non vanno esattamente come previsto, e senza spoilerare nulla ci basta dire che la coniglietta sarà costretta, volente o nolente, a collaborare con Nick Wilde, volpe truffaldina, per superare le proprie difficoltà, che presto metteranno a rischio il delicato eco-sistema zootropoliano.

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E dove stanno i temi attuali?

Non c’è nemmeno da chiederlo. Si fa prima a dire dove non stanno. Zootropolis è emblema della convivenza pacifica e armonica di tutti gli animali, prede e predatori, che evolutisi, oltre che antropomorfi, sono divenuti abbastanza consapevoli di sé e della società da non odiarsi e temersi gli uni con gli altri. L’integrazione è tanto profonda che Judy Hopps, una piccola e apparentemente fragile coniglietta riesce a diventare poliziotta!

Ma la situazione è davvero tanto rosea? Judy Hopps, la coniglia poliziotta, viene rispettata dai suoi colleghi? Gli altri animali ripongono la propria fiducia in lei e nel suo operato? E quanta fiducia viene riposta in Nick Wilde, una volpe, per natura furba e imbrogliona (oltre che cacciatrice naturale del coniglio)? Gli animali, in poche parole, hanno veramente superato il pregiudizio della natura?

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E la cosa migliore di tutto ciò è che questi temi, assolutamente attualissimi e delicati (addirittura più oggi di quando il film è stato concepito), non vengono sciorinati a parole ma attraverso azioni, situazioni e lungo una storia dallo script solidissimo. Zootropolis è un detective movie, come fa notare Rich Moore, il primo Disney investigativo dai tempi di Basil l’Investigatopo. Un poliziesco non catalogabile come buddy solo perché i due protagonisti sono di sesso opposto (requisito più tecnico che sostanziale dei buddy movie). Ma l’essere agli antipodi di Judy e Nick, due personaggi fantastici e di enorme carica empatica, non è diverso né meno divertente da quello di Marty e Roger di Arma Letale.

Zootropolis è un film divertentissimo e dagli spunti originalissimi. Non si capisce se è tanto divertente per la sua originalità, o viceversa. Non importa. Prima non ho usato la parola gag, perché si parlava di trama e temevo avrebbe dato l’impressione che il film si prendesse delle pause solo per far ridere. Non è così, ma le gag, perfettamente inquadrate nell’investigazione, ci sono, sono tante e funzionano tutte. Quando penserete che il film si sia giocato una delle frecce più pungenti del suo arco, e che quindi voglia rifiatare, verrete presi in contropiede da un’altra battuta. La scena dei bradipi alla motorizzazione, che già i trailer hanno reso celeberrima, è geniale, eppure fatichiamo a premiarla come la più divertente del film. Pensate qual è il livello. I riferimenti alla modernità (la rivista “Vanity Fur“; la marca di elettronica “Carrot“; le citazioni a film di genere e telefilm in voga, non vi diciamo quali per vedere quanto siete atttenti) sembrano infiniti. Eppure nemmeno l’ironia è mai esagerata, e una volta terminato il film sentirete quella sensazione di contentezza quasi malinconica nel petto, che colpisce quando una pellicola bilancia perfettamente allegria e risate da una parte, e emozioni più delicate e profonde dall’altra.

Come dicevo all’inizio: bravi ragazzi, missione compiuta.

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Pur avendo amato di cuore questo film, più degli ultimi già validissimi lavori Disney, bisogna pur sforzarsi di trovargli qualche difetto. Se non avete problemi con l’inglese e avete l’occasione di vedere il film in lingua originale, fatelo. Ci sono dei Talent italiani, a doppiare personaggi minori (Frank Matano, Diego Abatantuono, Paolo Ruffini, Teresa Mannino, Leo Gullotta, Massimo Lopez). Alcuni, soprattutto i più esperti del mestiere, fanno un buon lavoro, altri un po’ meno. La situazione non è tragica, ma in versione originale è meglio. Questo anche perché, al di là del doppiaggio, qualche cosina, nella traduzione, come al solito si perde (ad esempio, una catch-phrase in particolare, “It’s the hustle, baby“, diventa la più debole “Niente di personale, tesoro“).

Ad ogni modo Zootropolis è un grande film. Se siete bambini, vi divertirà, vi piacerà e vi insegnerà un sacco di cose. Se siete cresciutelli, farà tutto questo comunque, e in più coglierete consciamente tonnellate di metafore e analogie in più. E alla fine cosa vince, il sogno o la realtà? Chiaramente non posso dirvelo, nessuno può. Ma questa pellicola è uno degli strumenti più intelligenti e divertenti forniti dal cinema recente, con cui trovare la nostra risposta.