All monsters are human

Le storie vere da cui Ryan Murphy e Brad Falchuk hanno preso spunto per scrivere gli episodi di American Horror Story, come già detto nella prima parte di questo articolo, costituiscono una lista molto lunga e raccapricciante. Noi però non ci diamo per vinti, e continuiamo a cercare la verità dietro i vostri personaggi preferiti (oppure odiati), perché ci teniamo a farvi dormire sonni tranquilli stanotte.
Come? Non è abbastanza per spaventarvi? Leggete anche queste vicende… e vediamo se avrete il coraggio di dirlo nuovamente!

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Coven: Marie Laveau

Riprendiamo con la regina del Voodoo, Marie Laveu (interpretata da Angela Bassett), la quale è effettivamente stata anche nella realtà una maga molto conosciuta e seguita, come pure la figlia Marie Laveau II. La sua tomba è tutt’ora oggetto di pellegrinaggio da parte dei fedeli, che tracciano sulle pareti della cappella dov’è sepolta tre X nella speranza che la donna esaudisca i loro desideri.

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Freak Show: Edward Mordrake

Il personaggio interpretato da Wes Bentley è ancora avvolto dal mistero. Il suo caso, documentato in un libro di dubbia attendibilità risalente alla fine dell’Ottocento, viene descritto come una forma estrema di malformazione congenita, comportante la presenza di un secondo viso sulla nuca. Pur non essendo in grado di vedere, parlare o mangiare, si dice che il volto sorridesse quando Mordrake era felice e sogghignasse quando era triste. Il giovane si tolse la vita a 23 anni, convinto che questa faccia fosse di origine demoniaca e lo tenesse sveglio di notte sussurrandogli cose “di cui uno parlerebbe solo all’inferno”.

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Freak Show: Dot e Bette Tattler

Le gemelle siamesi di Freak Show potrebbero essere stati ispirate da molti casi realmente esistiti. Quello più simile – e famoso – sembrerebbe appartenere a Daisy e Violet Hilton, nate in Inghilterra nel 1908. Le ragazze, unite ai glutei ed ai fianchi, condividevano la circolazione sanguigna ed il bacino, ma non avevano organi in comune. Come Schlitzie Surtees, la controparte storica di Pepper, anch’esse recitarono nel 1932 in Freaks, ma successivamente non ebbero la stessa fortuna: nel 1961 il loro manager le abbandonò a un drive-in, e le gemelle dovettero cercarsi un lavoro nelle vicinanze. Entrarono come commesse in un negozio di verdure, dove restarono fino alla morte avvenuta otto anni dopo per influenza cinese.

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Freak Show: Jimmy Darling

Interpretato da Evan Peters, il giovane Jimmy è facilmente identificabile con Grady Stiles Jr.. Nato nel 1937 in una famiglia affetta da ectrodattilia da più di un secolo, anch’egli ebbe, come il padre, un problema congenito agli arti che comportava gravi malformazioni e la mancanza di alcune dita, sia nelle mani che nei piedi. Non potendo camminare normalmente a causa della malattia, imparò presto ad usare le braccia per muoversi, sviluppando una notevole massa muscolare. Alcolizzato, spesso usava la propria forza fisica per picchiare la moglie ed i suoi bambini arrivando, nel 1978, ad uccidere con una fucilata il fidanzato della figlia maggiore la notte prima del matrimonio, soltanto perché non lo approvava. L’uomo fu a sua volta assassinato quindici anni più tardi da un sicario assoldato dalla sua stessa famiglia, che non riusciva più a sopportare i suoi abusi.

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Hotel: James March

Proseguiamo con la quinta stagione di American Horror Story, e cominciamo con un personaggio poco raccomandabile. Se pensate che James March sia stato il primo a progettare un hotel allo scopo di usarlo per i suoi crimini, vi sbagliate amaramente. Nel 1893 Herman Webster Mudgett, meglio conosciuto come H. H. Holmes, fece esattamente questo nella città di Chicago, per davvero! L’edificio aveva, ai piani superiori, un vero e proprio labirinto di stanze e corridoi dalle forme strane, porte che si aprivano solo dall’esterno, scale che non portavano da nessuna parte e tutta una serie di elementi architettonici volti a confondere chiunque ci capitasse dentro. Tanto che, durante la costruzione, affinché nessuno si rendesse conto che l’hotel stava diventando un “Castello degli omicidi” Holmes licenziò moltissimi muratori con la scusa che stessero facendo un cattivo lavoro. E così, prima di morire impiccato dalle autorità nel 1896, si stima che abbia ucciso circa 200 persone. No, non abbiamo sbagliato a scrivere: duecento persone.

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Hotel: John Wayne Gacy

I clown assassini sono fra i personaggi più amati dagli sceneggiatori dei film horror. E come poteva mancarne uno proprio nella nostra amata serie dell’orrore? Conosciuto anche come Pogo il Clown, John Wayne Gacy, di Chicago, rapì, torturò e sodomizzò ben 33 vittime nel periodo compreso tra il 1972 ed il 1978, quando fu catturato dalla polizia. Durante la permanenza nel carcere egli dipinse molti quadri, la maggior parte raffiguranti clown malinconici e tristi; alcuni furono messi all’asta ed altri bruciati in un falò in memoria delle vittime.

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Hotel: Aileen Wuornos

E se finora i produttori della serie hanno comunque cambiato i nomi e molti aspetti dei criminali cui si sono ispirati, fatta eccezione per giusto qualcuno di loro, stavolta ve ne presentiamo uno – anzi, una – che è stata ripresa in nome e cognome. Stiamo parlando di Aileen Carol Wuornos, serial killer della Florida che tra il 1989 e il 1990 uccise ben sette uomini, sostenendo che si trattasse esclusivamente di legittima difesa in quanto le vittime avevano tentato di violentarla. Prostituta dall’infanzia travagliata, la donna continuò ad affermare durante il processo il suo profondo disprezzo per la vita ed il desiderio di fare del male. Non ne ebbe più l’occasione però, perché dopo una lunga detenzione fu condannata all’iniezione letale, che ricevette nel 2002.

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Hotel: Jeffrey Dahmer

Interpretato da Seth Gabel, Jeffrey Lionel Dahmer fu un serial killer dai metodi decisamente cruenti, in azione dal 1978 al 1991 a Milwaukee, Ohio e Wisconsin. Losco personaggio, fu trovato colpevole anche di violenza sessuale sugli uomini, cannibalismo, squartamento e necrofilia. Aveva l’abitudine di conservare parti del corpo delle sue vittime, fra cui teste e mani, teschi dipinti e peni conservati nella formaldeide, in una collezione a dir poco scioccante. Fu catturato grazie a un ragazzo che, invitato nella stanza d’albergo del criminale, si accorse che qualcosa non era a posto e riuscì a fuggire per andare dalla polizia. Ucciso in carcere dopo tre anni di detenzione, curiosamente l’uomo si convertì al cristianesimo in seguito alla cattura, chiedendo perdono per i crimini commessi.

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Hotel: Richard Ramirez

Continuiamo la lista con un altro personaggio tale e quale la sua storia vera. Ricardo Leyva Muñoz Ramírez fu infatti un ladro, serial killer e stupratore statunitense molto noto negli anni Ottanta quando, dal 1984 al 1985, terrorizzò gli abitanti di Los Angeles e San Francisco. Avente all’attivo una trentina di vittime, fu soprannominato “the Night Stalker”, e presentò un’insolita varietà nelle modalità di uccisione e nella scelta delle armi dei delitti. Prima di essere catturato nel 1986, infatti, egli utilizzò coltelli, machete e pistole, ma anche un martello ed un cric. Satanista convinto, è morto nel 2013 mentre aspettava l’esecuzione della propria condanna capitale.

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Hotel: Sally McKenna

Sembra che la storia della tossicodipendente interpretata da Sarah Paulson sia, a grandi linee, basata sulla vita di Nancy Spungen, fidanzata di Sid Vicious dei Sex Pistols. Ragazza brillante ma iperattiva, già a quattordici anni tentò il suicidio, e a quindici le venne diagnosticata la schizofrenia. Nel 1976 conobbe il bassista che la rese famosa, formando con lui una coppia inseparabile ma affetta da frequenti problemi legati all’uso di stupefacenti ed alla dipendenza da eroina. La giovane tuttavia non morì per overdose, bensì venne trovata assassinata nel 1978, a soli vent’anni.

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E con la tragica vita di “Nauseating Nancy”, come venne soprannominata questa povera ragazza, concludiamo anche la seconda parte del nostro agghiacciante elenco, nella speranza che ora siamo davvero tutti certi che la prossima volta staremo più attenti a sentenziare che una storia horror sia esagerata.
Detto ciò, mi auguro anche di non essere stata troppo spietata: non preoccupatevi, lo capisco se stanotte vorrete dormire con la luce accesa…

(Articolo a cura di Paula Mihalcea)