Ascend: Hand of Kul, cosa sarà mai?

Immaginate una famigliola composta da videogiochi, dove Dark Souls è il padre sempre assente per lavoro, il primo Fable è la madre e Overlord è l’amico di famiglia che è stato in guerra ed è tornato un po’ strano. Il figlioletto di tale famiglia è Ascend: Hand of Kul. Trattasi di un free to play sviluppato da Signal Studios, che forse qualcuno conoscerà per Toy Soldiers, rilasciato il 25 settembre 2013 su Xbox Live Arcade e che solo di recente ha fatto la sua comparsa su Steam. Ascend: Hand of Kul un gioco che è contemporaneamente Single e Multi player. Segue una formula un po’ strana ma che una volta spiegata renderà più chiara la storia della famigliola, ma andiamo con ordine.

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Asend: Hand of Kul: benvenuti in un mondo pieno di alti e bassi… in tutti i sensi.

In principio erano le mazzate

ascend_humans_940_529.0_cinema_640.0Fin da subito si viene introdotti alla trama generale dell’ambientazione, mentre i dettagli più completi vengono spiegati sul sito ufficiale. I big della trama sono i titani. Un tempo erano le divinità superiori e sotto la loro guida numerosi imperi hanno raggiunto la gloria e il progresso. Tuttavia visto che se le cose vanno bene la noia dilaga, questi titani hanno cominciato a volere sempre più piaceri materiali per sollazzarsi ed hanno finito per diventare tirannici e crudeli. Quando alla fine hanno cominciato a fare “om nom nom” rituale con i loro seguaci, con grandi sacrifici e tutto, alla fine hanno perso anche possibilità di tornare al regno degli dei e sono degenerati in bestioni senza cervello e incazzosi. Come si può intuire i titani sono i cattivi.
Con l’assenza dei titani le altre divinità sono salite al potere, formando una triade che non va particolarmente d’accordo. Queste tre divinità capeggiano la fazione a cui il protagonista dovrà unirsi. Ciascuna ha accesso a differenze di gameplay come incantesimi esclusivi ed altro (ma la scelta di fazione non è definitiva e può essere cambiata). La dea oscura: i suoi seguaci sono i tank del gioco, armature e armi grosse, magie di fuoco e potenziamenti per le mazzate. Passiamo poi al dio del vuoto: che vede in prima linea maghetti, concentrarsi su incantesimi del ghiaccio e sulle performance magiche in generale. Chiude il dio della luce: i suoi seguaci utilizzano incantesimi del fulmine unitamente ad una grande velocità di gioco.
Il giocatore in tutto questo impersona un gigantone che viene chiamato “Caos”. Dopo il filmato introduttivo ti ritrovi in un enorme tempio, in cui avviene la creazione del tuo personaggio.

Gli dei crearono i Caos e videro che erano una cosa buona

AscendHandOfKulRelease-610Fin da subito è chiaro che per quanta personalizzazione ci sia, il tuo Caos andrà sempre verso il “grosso e incazzato”. E ci piace così, non è un gioco allegro e meno bei ragazzi ci sono meglio è. All’inizio ti viene affidato un certo numero di “anime” necessarie ad acquistare i pezzi del corpo del personaggio e l’equipaggiamento (quelli più scrausi sono gratis). Questo è il momento in cui si notano due cose: primo c’è la possibilità di acquistare anime per soldi veri (e questa è l’unica cosa simile ad un cash shop), la seconda è che ci sono numerose cose che richiedono molte più anime di quelle che si ricevono all’inizio. È un palese modo per farti spendere soldi per comprare anime e avere un equipaggiamento decente? Sì e allo stesso tempo no, ma su questo ci torno dopo. Completata la creazione si entra in una stanza piena di strani figuri con strani equipaggiamenti. Quella stanza è una vera e propria hall of fame dei personaggi degli altri giocatori, sui cui tre troni al centro ci saranno i tre campioni del dio in question. Passata la hall si entra in uno dei tre tempietti delle divinità e si sceglie a chi asservirsi. Questo sblocca le prime abilità e da inizio all’avventura.

Il secondo giorno unirono i Caos e le mazzate e successero cose belle

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L’imponenza dei Caos è sicuramente uno degli aspetti che caratterizza di più atmosfera e lore del gioco.

Il gioco in sé si presenta come un classico hack and slash in terza persona i cui combattimenti sono gestiti dalla pressione alternata dei tasti del mouse, assegnati ad attacco debole e attacco pesante, con la possibilità di eseguire fatality recupera vita spingendo E., la barra spaziatrice server per il dodge e i tasti numerici si occupano degli incantesimi. La struttura ossea del gioco è classica e chi ha già giocato a giochi simili (per esempio il già citato primo Fable) non avrà problemi a fare danni. Il dio scelto dal giocatore gli affiderà una serie di quest che portano avanti la trama, che procede in parallelo con l’estensione del suo dominio nelle varie regioni che si esploreranno. Questo avviene solitamente distruggendo altari già presenti per erigerne di nuovi o convertire le popolazioni indigene. Sotto questo aspetto Ascend: Hand of Kul è davvero bene fatto.
I Caos sono GROSSI, lo si capirà con il primo contatto umano. Gli umani sono poco più di insetti per i Caos, al punto che possono essere richiamati con un possente ruggito perché ti salgano sulle spalle. Questo ha diverse utilità: prima di tutto i soldati armati di arco e frecce ti useranno come piattaforma mobile per bersagliare i tuoi nemici, secondo possono essere mangiati per ripristinare salute. Quindi se sei a corto di vita o mangi uno di quelli che ti porti in saccoccia o ne raccogli da terra, amici o nemici è indifferente. Chissà se hanno anche un buon sapore.
Esplorando le mappe suddivise in zone più piccole si troveranno varie cose da fare, come pietre miliari da leggere per ottenere informazioni sulla lore (discretamente curata e arricchita da art work stilizzati), o bauli che contengono equipaggiamenti da indossare che possono essere potenziati o riparati con la spesa di anime droppate dai nemici, oppure possono essere inserite rune negli slot se presenti. In ogni momento il giocatore può accedere al negozio dal menù per aggiornare il suo equipaggiamento, ma si tratta di articoli costosi e la frequenza di ciò che si trova nei bauli non lo rende una priorità. In questo senso il bilanciamento tra la parte realmente free del gioco e l’inculata in cui devi pagare è ottima, molti altri titoli quasi ti obbligano a mettere mano al portafogli.
Così armato fino ai denti avanzi nella trama piuttosto lineare, esplori dungeon facoltativi e migliori il tuo equipaggiamento, tingendo la mappa del colore del tuo dio. Insomma la solita bella roba da gioco di ruolo.

Flasback di Lordran, Drangleic e del Molise

Prima ho nominato Dark Souls non a caso. Questo gioco segue quasi la stessa formula per il multiplayer: il giocatore sta nel suo mondo e contemporaneamente gli altri giocatori fanno lo stesso, con interazioni più o meno dirette che comportano un incrocio delle loro dimensioni. Similmente a Dark Souls potremo osservare le azioni degli altri giocatori nella nostra stessa zona vedendoli come spiriti disincarnati l colore del fantasma indica il loro dio. Una piacevole novità a questo sistema è l’introduzione delle magie da crociata, che hanno effetti diretti sul mondo del fantasma su cui la castiamo. Queste magie possono essere di supporto o di vero e propria aggressione. Possono essere boost a statistiche fisiche come velocità di attacco o di movimento, oppure evocare direttamente dei mostri (che variano a seconda delle fazioni) per ucciderlo. Se i tuoi mostrazzi uccidono il giocatore a cui hai contaminato il mondo ricevi un bonus di anime. Un incantesimo da segnalare è “esilio”, che trasferisce immediatamente tutti i mostri che hai intorno in un’altra dimensione. Un’ applicazione pratica è stata durante un boss particolarmente difficile circondato da scagnozzi. Utilizzata questa magia ho eliminato tutti gli scagnozzi e li ho buttati addosso a qualche povero innocente, vedendo il suo fantasma morire brutalmente. Queste magie a differenza degli incantesimi di fazione non hanno utilizzi illimitati e vanno o trovati nei bauli o acquistati di volta in volta. Similmente alla saga di From Software ci sono le invasioni dei mondi da parte del Caos, ma seguono una formula molto diversa.

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Vi ricordate il demone capra di Dark Souls? Bene… questo non c’entra niente.

Ascendimi tutto

Il sistema più importante e che da il nome al gioco è l’ascensione. Ogni tot livelli al giocatore è permesso ascendere il suo Caos, in modo da mandare il suo spirito agli dei per metterlo a loro disposizione come agente per le loro guerre. In un certo senso mandi il tuo personaggio nel Valhalla. Di fatto il tuo personaggio muore e abbandona tutti i beni terreni. Cosa comporta ciò e che vantaggi ha? L’ascensione da accesso agli emblemi, che sono bonus passivi alle caratteristiche o che danno una percentuale di probabilità che succeda qualcosa, come aggiungere uno stun ad una tua magia. Quando ascendi ti viene chiesto nuovamente di scegliere una divinità. Ognuna di loro ha un set di emblemi che si ricevono scegliendo loro durante l’ascensione. Si può perciò scegliere di ascendere continuamente per una divinità per ottenere tutti i suoi emule oppure cambiare divinità per ottenere statistiche che sono più consone al tipo di personaggio che si ha in mente. L’accumulo di emblemi si può definire lo skill-tree del nostro Caos. Prima di completare l’ascensione viene chiesto al giocatore di designare pezzi del suo equipaggiamento come “eredità”. Gli oggetti scelti, diventano così disponibili per il nuovo personaggio che si creerà dopo l’ascensione del precedente.
Il numero di anime è legato al giocatore, non al personaggio, quindi se si ha farmato bene nella vita precedente voilà, tutte quelle cose belle e troppo costose all’inizio diventano raggiungibili. Della serie chi semina,. raccoglie.
Il nuovo personaggio ricomincia a qualche livello più in basso del precedente ma mantiene le anime e gli incantesimi di fazione già ottenuti. In questo modo è possibile ottenere tutti gli incantesimi se si è abbastanza libertini religiosamente.
Ma il guerriero che hai asceso che fine fa? Il tuo dio lo manda ad invadere i mondi degli altri giocatori per ucciderli e conquistare i loro altari, in modo da rubare loro il dominio della zona in loro possesso. Ovviamente lo stesso può succedere anche per l’altro verso e quando si è invasi si ha la scelta di teletrasportarsi alla zona aggredita o ignorare e recuperarla in un secondo momento.

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Gli dei non sono infallibili

Nonostante le premesse e le novità interessanti, Ascend: Hand of Kul non è esente da difetti più o meno gravi che possono danneggiare la giocabilità di un gioco altrimenti valido. Il primo difetto è il combattimento: le combo sono limitate a 4-5 in totale, al punto che vi ritroverete a spammare sempre quella con il colpo finale ad area in quanto più efficace, rendendo gli spostamenti nella mappa e nei nuguli di nemici simile a tagliare l’erba. Una cosa terribilmente fastidiosa è il fatto che una volta che si è buttati a terra non si ha un qualche frame di invincibilità, quindi gli avversari continuano a danneggiarti in modo fin troppo punitivo. Ho affrontato tre boss i cui attacchi facevano MOLTO danno e buttavano a terra con il primo colpo di una combo. Nemmeno la schivata offre qualche frame di invincibilità, quindi più di una volta sono stato colpito mentre mi allontanavo e punito brutalmente mentre ero a terra, perdendo una buona metà di vita a inizio combattimento.
ascendhandofkul-990x556Il difetto più grave del gioco è però la velocità con cui si degrada l’equipaggiamento. Come già detto per ripararlo devi spendere anime, ma il prezzo è sempre  molto alto rispetto alla quantità di anime che si ricevono giocando normalmente. A ciò si aggiunge il fatto che ogni oggetto che trovi nei bauli è estremamente degradato, quindi se non si ha molte anime ci si ritrova a cambiare ogni oggetto ogni tre secondi. A ciò si deve aggiungere il fatto che morendo l’equipaggiamento si danneggia ancora di più e che senza armi si infligge praticamente zero danni. Quindi se si ha una serie di incontri sfortunati (come quel boss, che è estremamente tedioso) è altamente probabile ritrovarsi senza armi o armatura, costringendo magari a fare backtracking per aprire bauli respawnati in luoghi già visitati per avere QUALCOSA. Ora come ora è praticamente impensabile di rifarmare le anime per avere un equipaggiamento in pari al proprio livello. La possibilità di arrivare ad un punto di non ritorno è perciò reale ed è aggravata dal fatto che il tuo Caos è legato al tuo account di steam, hai solo quello e se tu volessi ricominciare il gioco da capo perché incapacitato a proseguire senza pagare anime, dovresti fare un account steam nuovo.
Per concludere i dungeon esplorabili sono assolutamente noiosi, un corridoio con qualche scala e curva per raggiungere le varie piazzole dove affrontare il gruppetto di nemici, con alla fine uno di quei boss che ti butta a terra e ti pesta, almeno nelle prime fasi del gioco. Ora come ora la versione pc del gioco è ancora in open beta e in fase di sviluppo con l’aggiunta di nuove zone e altro, quindi è probabile che questi difetti vengano corretti in seguito al feedback dei giocatori.

Dark Fables

A prima occhiata la grafica di Ascend: Hand of Kul ha quel che di già visto e dopo la prima partita probabilmente capirete il mio nominare Fable e Dark Souls. Sembra quasi di vedere i modelli cartooneschi di Fable ricoperti dalle texture tendenti al marrone  e all’ocra di DaS. Bisogna rendere merito al team artistico per l’aspetto di armi e armature, che fin dai primi oggetti dimostrano una loro identità, mentre gli oggetti più potenti e avanzati sono piccoli capolavori pieni di dettagli. Le ambientazioni visitate per quanto semplici nel concetto sono piacevoli allo sguardo evengono alterate dall’espandersi del dominio del tuo dio, riflettendone la natura. Nel comparto mazzereccio le animazioni sono semplici ma brutali, mentre le fatality sono il più delle volte soddisfacenti da vedere, dato che sfruttano appieno il concetto che il Caos è un bestione ipertrofico. Gli effetti degli incantesimi sono perfettamente inseriti nello stile grafico e tutto sommato sono piacevoli allo sguardo. I voice over del dio scelto che guida il Caos durante le varie quest sono di qualità decente, senza infamia e senza lode, facendo il loro lavoro.