Id Software concentra le energie per dare nuovamente senso al massacro di demoni in Doom Eternal The Ancient Gods Part II

Partiamo da un commento forse non troppo lusinghiero, almeno in apparenza: alla fine del mio viaggio in questa nuova campagna di Doom Eternal, che id Software ha diviso in 2 parti nel corso dei mesi, mi trovo un po’ a corto di argomentazioni. È vero che Doom da quando è rinato, ha subito nel tempo, soprattutto grazie ad Eternal, una evoluzione più che consistente, ma è altrettanto innegabile che uno dei punti di forza delle ultime iterazioni dello Doom Slayer, fosse una certa fedeltà allo spirito originale dell’FPS cult e una certa coerenza stilistica e strutturale di tutto il suo “nuovo” corso. Ho scritto parecchio in questo sito sul remake di Doom e i suoi sequel; ho scritto di Doom, di Doom Eternal, persino della sua parentesi su PS VR, e ovviamente, di The Ancient Gods Part I.

Tutto questo per dire che da una parte che ci troviamo di fronte alla “solita minestra”, di cui parlare partendo da zero per la quarta volta o giù di lì mi risulta difficile, dall’altra che la minestra risulta sempre squisita, ma anche un po’ allungata, e forse coperta di troppe spezie che cercano di farlo sembrare un nuovo piatto ma in realtà vanno ad incidere leggermente sui fantastici equilibri della ricetta originale. La parte finale che ci porterà al confronto con la nostra nemesi, il Signore Oscuro non cambia di una virgola la formula e il ritmo di gioco rispetto a Parte 1 ma se andiamo con la lente di ingrandimento a vivisezionare i “dettagli” dell’esperienza, possiamo considerare questa ultima parte del viaggio probabilmente migliore rispetto alla precedente.

I motivi sono semplici: ambientazioni a mio avviso più ispirate, aperte, bucoliche, in qualche modo fresche rispetto all’immaginario in cui Doom ci ha sempre immerso per la maggior parte del tempo. Senza contare l’epica ambientazione finale, che mi ha ricordato molto uno dei momenti più spettacolari di Avengers Endgame. Poi c’è una generale levigazione di tutte le altre componenti del gameplay, un level design che propone fasi esplorative più divertenti e meno esasperanti rispetto al passato, che fanno largo uso della nuova funzione “rampino” dello Slayer, e anche un bilanciamento meno ruvido della difficoltà. Intendiamoci, questo DLC, come Parte 1, è un contenuto fatto per mettere in difficoltà il giocatore già esperto dopo la campagna principale, anche a livello di difficoltà normale, ma si è fatto un piccolo passo indietro in tal senso e la sfida è rientrata in ranghi più accettabili.

Non sono quindi presenti wave di nemici totalmente fuori di testa e prolungate oltremodo, seppur un paio di sequenze “bastardelle” verso la fine non manchino. Quello che è apprezzabile è il fatto di creare ancora una volta nuove variabili nel campo di battaglia, con nemici sensibili ad un solo tipo di arma, da colpire in un punto specifico, o che all’uccisione provocano buff sui compagni demoniaci nelle vicinanze. Tutto questo unito al fatto di avere qualche nuovo strumento come il martello in grado di stordire il nemico e fargli rilasciare punti scudo o energia, sono caratteristiche apprezzabili perché approfondiscono ulteriormente il gameplay, talvolta anche dando nuovo senso ad armi prima magari poco sfruttate (come le granate congelanti che in coppia con il martello sono ora utilissime a ripristinare la vita).

D’altro canto, c’è da dire che a forza di inserire qualcosa di nuovo, alla fine i combattimenti di Doom stanno diventando sempre meno viscerali e più cervellotici nelle innumerevoli variabili da tenere in considerazione che talvolta non lasciano interpretazione nell’azione ma prevedono approcci unilaterali. Non è di per sé un male, e qualcuno potrebbe addirittura apprezzare la breve deriva presa, ma non sarei onesto se negassi il fatto che Doom Eternal sia stato “stiracchiato” a sufficienza e ogni novità per giustificare una nuova gita all’inferno, comincia a diventare superflua quando non addirittura “di troppo” rispetto alla natura di Doom. Detto questo, The Ancient Gods II rimane molto banalmente un ottimo DLC consigliato altrettanto banalmente a tutti i fan della serie. Spero solo sia giunto il momento di lasciar riposare il nostro Doom Guy, in modo da incontrarlo in futuro con rinnovata potenza e prepotenza.

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!