Il ritorno di un leggendario poema a fumetti

Periodo concitato e ricco di novità, questo per la Manfont. Prima la presentazione della collana Mini Manfont, che ha debuttato ufficialmente al Treviso Comic Book Festival, poi l’annuncio di un’altra intitolata MF Project, che segna un preciso spartiacque all’interno delle proposte. Nata con l’obiettivo di rilanciare il catalogo della casa editrice, investendo in produzioni pregiate italiane e straniere, farà il suo debutto al Lucca Comics and Games portando in fiera titoli di grande spessore. Oltre a presentare due volumi mica da ridere come Avatarex: Destroyer of Darkness e La notte dell’oliva, opera prima dell’esordiente e fenomeno social Giulio Mosca, ci ripresenterà un classico autoriale che si era già affacciato dalle parti del Belpaese sette anni fa. Stiamo parlando di 18 Days, il capolavoro mitologico induista ideato da Grant Morrison.

Una terribile guerra è alle porte, un conflitto cosmico destinato a segnare la fine della Terza Era e a dare origine alla Quarta, l’ultima, quella che dichiarerà la morte del mondo. Il superguerriero Arjuna, uomo dalle stupefacenti doti, addestrato dagli stessi Dei della guerra, si prepara, insieme al fratello Yudish e ai Pandava, di cui è il leader, a combattere contro l’Imperatore Duryodhana, loro cugino.
Ad entrambi gli schieramenti prendono parte invincibili divinità provenienti dai più sparuti angoli del globo e dell’universo. Da un lato l’invincibile Bheeshma, il padre di tutti, e Drona il magnifico. Dall’altro Krishna, il Dio Vivente. Gli eserciti fremono, i vascelli volanti solcano il cielo in attesa di poter entrare in azione e spargere morte. Niente sarà più come prima al termine dei giorni che separano l’inizio del grande conflitto dalla sua conclusione.

Nonostante sia nata solo quattro anni fa, nel 2013, la Manfont sembra avere le idee piuttosto chiare su come raggiungere un obiettivo ormai dichiarato: diventare competitiva a livello nazionale. Cosa non facile, visto che nel nostro paese il mercato editoriale del fumetto ospita realtà aggressive ed energiche. Ma la strada intrapresa pare essere quella giusta, dato che il lavoro fatto fin qui è di primo livello e rischia di ottenere gli effetti sperati. Dopo aver mostrato un crescente interesse per la narrativa straniera, con MF Project la prospettiva è quella di fare un salto dal punto di vista qualitativo e mediatico. In questo senso, il ritorno in Italia di 18 Days è una mossa azzeccata che promette di avere larghe ripercussioni. Questo prodotto, portato già una prima volta al di qua delle Alpi da Rizzoli Lizard, fa parte di un vasto progetto che vedeva al centro le latitudini equatoriali del sub-continente indiano. Progetto varato all’epoca (sette anni fa) da Graphic India, una casa editrice appartenente alla compagnia americana Liquid Comics, specializzata nel trapiantare nel 21esimo secolo i miti induisti in formato supereroistico.

18 Days fu voluto da questo neonato colosso e fu ideata e sceneggiata come saga in cinque volumi dall’inossidabile Grant Morrison (pluriacclamato scrittore di Batman e non solo), potendo inoltre contare sui disegni di artisti internazionali dal calibro di Jeevan J.Kang e il nostrano Francesco Biagini, impreziositi a loro volta dalle copertine della star dell’illustrazione Mukesh Singh e dalla collaborazione ai testi di Gotham Chopra e Sharad Devarajan.
Se alcuni di questi nomi non vi suonano nuovi, non siatene sorpresi: si tratta di veri e propri fenomeni dei rispettivi settori, professionisti illustri dal glorioso passato e dal superbo presente. Grandi firme e grandi matite che collaborarono, nel 2010, ad adattare il poema mitico Mahabharata, la battaglia finale che ha sancito la fine dell’era degli Dei dando inizio a quella degli uomini. Una vicenda che, per importanza dalle parti del sud-est asiatico, può essere paragonata alla nostra Iliade in veste biblica e mitologica. Infatti è proprio di mito che parla 18 Days, un mito trasportato in un’epoca fantascientifica remota e intriso di elementi sacri, oscure profezie e onore guerriero. Divinità ed Eroi che combattono fianco a fianco e gli uni contro gli altri in una guerra che segnerà il fato di un periodo storico, di un pianeta e forse di un’intero universo.

Quella che Morrison e compagni ci raccontano è una narrazione epica che, nonostante la sua matrice orientale, ammicca alle meravigliose space opera di dimensioni cosmiche e a un certo modo di fare supereroi. Ad un occhio attento, non sfuggono gli innumerevoli riferimenti alla cultura dei comics, che vanno da Super-man a Thor, passando per certe esagerazioni tipiche di entrambe le major americane. Citazioni che non sono solo testuali ma anche grafiche, con diversi omaggi al Kirby nordico e greco-romano, che in carriera ha travisato pantheon di intere culture sulla carta della nona arte. Seguendo questo registro, i disegni si allineano alla prosa titanica e arcaica di Morrison, rappresentando Dei-Supereroi che impugnano armi tecnologiche e primitive al tempo stesso, pieni di muscoli e armature luminose, sguardi invasati e ardori guerrieri. Un immaginario stupefacente e anche un po’ pacchiano, che tuttavia colpisce per l’energia della narrazione, fatta soprattutto attraverso vignette orizzontali e colori fortissimi. Quello che delude un po’ è l’adattamento italiano, non sempre esente da refusi e da una punteggiatura che smorza il lirismo e la potenza dei dialoghi. Ma quella di 18 Days è una narrazione magistrale, frutto del lavoro di uno splendido demiurgo del fumetto mondiale e rappresentato da straordinari artisti. Da non perdere.

grant morrison's 18 day recensione

Verdetto:

18 Days è l’epopea induista in salsa supereroistica ed epica scritta dal fenomeno Grant Morrison e disegnata da disegnatori di altissimo livello. Un glorioso poema per immagini, che riadatta in forma moderna uno dei più grandi miti dell’induismo.

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!