Un punto di vista diverso per la solita invasione aliena

Il 23 febbraio è uscito il primo volume della nuova serie della Skybound, (l’etichetta di Robert Kirkman all’interno di Image Comics, pubblicata in Italia dalla SaldaPress), Horizon.
La casa editrice statunitense non è certamente nuova a titoli dal forte impatto, tematico o grafico: al di là delle opere di Kirkman, tutte uscite sotto l’etichetta Skybound, possiamo ricordare anche Cloudfall, Ghosted o Manifest Destiny.

L’ultima opera, uscita in fumetteria poco meno di un mese fa e intitolata Rappresaglia, è ambientata in un futuro in cui l’umanità è andata oltre il limite di sopportazione della Terra, sfruttandone le risorse fino alla fine e condannando quindi il pianeta – e tutti i suoi abitanti – a una miserevole morte. Per evitare lo scenario catastrofico, l’umanità cerca una via d’uscita tra le stelle.

Viene quindi identificato il pianeta Valius, molto simile al luogo d’origine della razza umana e potenzialmente adatto ad una migrazione di massa: l’unico intoppo è rappresentato dagli abitanti del pianeta in questione, una razza aliena la cui civiltà e grado di sviluppo tecnologico sono estremamente avanzati e che, per ovvie ragioni, mal sopportano l’idea di essere completamente soppiantati da noi umani.

Gli alieni sfruttano le loro conoscenze e competenze, avendo una tecnologia che gli permette di mutare la propria forma e diventare in tutto e per tutto uguali agli umani, edd inviano una squadra di agenti speciali sulla Terra. Gli agenti, guidati dal comandante Zhia Malen hanno il compito di infiltrarsi e sabotare l’operazione che avrebbe portato gli esseri umani su Valius.

All’elemento fantascientifico se ne aggiunge, fin dalle prime pagine, uno prettamente spionistico, che dona all’intero volume un’interessante ed ulteriore chiave di lettura.
Gli sceneggiatori Brandon Thomas e Juan Gedeon  creano una storia che mescola quindi questi due generi, dando agli umani la parte degli antagonisti senza scrupoli, il cui unico scopo è fuggire dal proprio pianeta morente e colonizzare Valius. I Valiani, d’altro canto, vengono rappresentati con tutte le sfaccettature emotive che il caso richiede: in fondo, sono i protagonisti di una storia che ci racconta un’invasione e la rappresaglia (da cui il titolo, appunto) che la popolazione oppressa è disposta a organizzare pur di salvarsi.

Il plot di partenza sembra essere l’unico spunto originale di questo racconto, purtroppo: le situazioni che leggiamo e quindi gli accadimenti che i protagonisti vivono, manifestano il limite del già visto.

Diverso è il fronte dei temi trattati, invece, su cui questo primo volume non si risparmia: Horizon ci fa leggere gli avvenimenti dal punto di vista dell’oppresso, dandoci le motivazioni che spingono una popolazione a gesti estremi. Se quindi siamo da subito pronti a condannare gli umani – rei di aver deciso di annientare la popolazione valiana – e ad osannare gli abitanti di Valius in quanto combattenti per la propria libertà, ci troveremo, lungo il corso della lettura, a mettere in dubbio le motivazioni di entrambi gli schieramenti.
Perché se gli umani scappano da un mondo condannato a morire e quindi il lettore in parte giustifica la loro politica aggressiva, i valiani non si risparmiano in alcun modo pur di portare a compimento la loro missione, compiendo scelte moralmente ed eticamente discutibili.
Le domande che solleva, anche sulla politica estera statunitense e sulla situazione bellica mondiale sono forse l’aspetto più stimolante di questa lettura.

I disegni e i colori ad opera di Frank Martin, affiancato da Juan Gedeon, riescono a rendere magnificamente le scene in cui domina l’azione, donando alle tavole un dinamismo non comune. Peccato che, nelle occasioni in cui la componente action sia minoritaria, la mancanza di dettagli si avverta come una nota stonata.

Il primo volume, infine, ha il pregio di impostare una buona dose di continuity su cui fondare la serie e di aprire alcune questioni che – speriamo – verranno dipanate nel corso della storia.

horizon rappresaglia recensione

Verdetto

Il primo volume di Horizon è basato sul dualismo luci e ombre: il lettore viene calato nel contesto di un mondo morente, i cui abitanti sono costretti a trovare una via di fuga al più presto, anche a discapito di una razza aliena già presente sul pianeta. La morale dell’invasione necessaria e della difesa della propria libertà, pure a costo di scelte eticamente discutibili, pervade tutto il volume.
Le stesse luci e ombre si avvertono, però, anche nella trama, poco originale nonostante l’assunto di partenza, e nei disegni, non sempre all’altezza dell’opera.

Felice Garofalo
Fin da quando riesce a ricordare è stato appassionato di fumetti, di cui divora numeri su numeri con buona pace dello spazio in libreria, sempre più esiguo. Ogni tanto posa l’ultimo volume in lettura per praticare rigorose maratone di Serie TV, andare al cinema, videogiocare, battere avversari ai più disparati giochi da tavolo, bere e mangiare schifezze chiacchierando del mondo. Gli piace portare in giro la sua opinione non richiesta su qualsiasi cosa abbia visto o letto. Sfoggia con orgoglio le sue magliette a tema.