Tex 682: Il ritorno di Lupe

Dal passato

È un periodo dei grandi ritorni, questo di Tex. Alcuni mesi fa Yama, figlio del suo acerrimo nemico, poi Jethro, il compagno con cui ha condiviso avventure sensazionali dove il rischio era sempre alto, il ritorno simbolico ai tempi della gioventù nello speciale estivo e ora un’altra figura storica si appresta a fare la sua ricomparsa sulle pagine del mensile più letto d’Italia: Lupe Velasco. La bella e focosa messicana, l’unica donna che sia riuscita non solo a far vacillare il cuore del nostro eroe ma anche a salvargli la vita in più occasioni, sta per tornare, in una trama composta da tre numeri di cui agosto rappresenta solo la prima tappa.

È un giorno come un altro alla riserva Navajo. Durante una battuta di caccia, Kit e alcuni suoi compagni trovano una donzella in difficoltà, svenuta all’inizio del deserto. Subito la soccorrono e la portano al campo, dove viene messa sotto osservazione e curata per le ferite riportate durante quella che sembra una fuga rocambolesca. Nel vederla, Aquila della Notte avverte uno strano presentimento. Quella giovane somiglia tanto ad un’altra che ha incontrato nel suo lontano passato, quando era appena diventato ranger: Lupe Velasco. Mentre veglia la nuova ospite della sua tribù, Tex si trova a ricordare l’occasione in cui rivide la bella messicana, quando sua moglie era morta, suo figlio era appena un bambino e vagava, distrutto e abbattuto, a sud del Rio Grande…

Negli ultimi tempi, Boselli sembra sempre più intenzionato a rispolverare i grandi protagonisti del pantheon di Tex, alcuni perfino persi tra le pieghe dei decenni di vita editoriale della creatura di Bonelli e Galep e che, per un motivo o per un altro, erano quasi svaniti dalla mitologia del personaggio. Uno di questi è Lupe Velasco, coprotagonista del numero 7 della serie regolare e poi scomparsa, senza che se ne sapesse più nulla se non qualche informazione ricavata da una rapida conversazione sull’albo 517, scritto all’epoca da Nizzi. Non a caso, la prima parte di questa trittico di storie vede al centro un lungo flashback dove Tex e Lupe si sono rincontrati dopo la morte di Lylith, così da tirare un po’ le fila della sua esperienza dopo che era sparita dalle pagine per tanti anni. Il lavoro di Boselli serve proprio, in questo numero, a riesumare dal nulla la donna in vista di un suo diverso peso all’interno degli eventi futuri. A disegnare questo ritrovo di importanza storica troviamo Alessandro Piccinelli, uno degli autori appena arruolati più promettenti e che sembra finalmente pronto per un’opera di ampio respiro.

Voto: 7

Martin MystèreLe nuove avventure a colori 10: La caduta di Agarthi

Il giorno del giudizio si avvicina

Entriamo nella fase finale di questa grande saga in 12 numeri che ci ha accompagnato per tutto l’anno e che concluderà la sua corsa nel mese di ottobre. Intanto, non resta che seguire col fiato sospeso e il cuore in gola gli ultimi anni di questo romanzone a fumetti che, in pieno stile Martin Mystère, può essere considerato un esperimento più che riuscito. Da sempre il nostro Detective è avvezzo alle sperimentazioni e osa, arrivando dove gli altri eroi bonelliani devono per forza di cose arrestarsi. Non a caso, porta il suo nome il primo romanzo da edicola della SBE, La donna leopardo, che potrete trovare sugli scaffali per tutto agosto!

Il conto alla rovescia alla fine del mondo è iniziato. Le pedine sulla scacchiera cominciano a muoversi in vista della risoluzione conclusiva, si cercano alleati per lo scontro imminente e si dà vita ad alleanze improbabili quanto estreme. In questo clima così teso, Martin Mystère e Sergej Orloff affrontano una tremenda perdita, ma c’è poco tempo per commemorare e omaggiare chi non c’è più: l’apocalisse incombe. Allora, nella speranza di trovare una soluzione insolita quando complessa, in una parola impossibile, si mettono sulle tracce dei vari portali che collegano gli angoli del globo ad Agharti, la realtà dove entrambi anni addietro hanno trovato l’illuminazione. Ce la faranno? Cosa troveranno una volta tornati al santuario? Kut Humi, il loro vecchio maestro, li aiuterà nell’impresa? Oppure li ostacolerà?

Dopo aver riassunto un po’ le puntate precedenti con Il pianeta dei robot, adesso è giunto il momento di prendere tutti i personaggi, tutte le sottotrame intrecciate e di farle muovere verso il punto d’arrivo, aumentando la suspense oltre che le aspettative. Perché di carne al fuoco ne sta bruciando veramente tanta, attraverso una serie inesauribile di rivelazioni, gag e improvvise dipartite, eventi catastrofici che stanno mettendo in moto la catena del disastro definitivo. L’attesa è alta, ma lo è anche il dispiacere che segue appena ti sfiora la consapevolezza che ancora poco e dovremo dire addio alle avventure del giovane Martin (sperando però che non sia per molto). Per questo, dobbiamo ringraziare un team strepitoso come quello dei Mysteriani che, come spiegato da Giovanni Gualdoni nell’introduzione, ha optato per un metodo di lavoro inedito ed efficace, oltre che il team di coloristi e disegnatori. Stavolta, oltre agli inossidabili Daniele Rudoni ed Elisa Sguanci, abbiamo alle matite artisti diversi che si spartiscono le varie storyline della trama: Carlo Più, Carlo Velardi, Salvatore Cuffaro e Giulio Giordano.

Voto: 7.5

Dylan Dog Color Fest 22: Remake2

Il colorato agosto dei classici

Esattamente come un anno fa, 365 giorni precisi (ora più ora meno), il Color Fest estivo ospita i “remake” di alcuni classici dylaniati di tutti i tempi, scritti da Tiziano Sclavi. Dopo L’alba dei morti viventi, Gli uccisori e Diabolo il grande, rivisitati da un team di autori coi fiocchi, stavolta tocca ad altre pietre miliari come Il lungo addio, Caccia alle streghe e Golconda!. Pronti a rituffarvi nella mitologia dell’Indagatore dell’Incubo?

Ancora un lungo addio: la prima, romantica e struggente storia d’amore, nata e morta tra le dorate spiagge di Moonlight, tra Marina Kimball e un giovane Dylan Dog, stavolta raccontata dalla prospettiva di lei, la ragazza che per prima rubò il cuore del nostro Old Boy. Caccia gli inquisitori: un duro mestiere, quello di Daryl Zed, cacciatore di mostri, dectetive dell’occulto e affini, ma qualcuno deve pur farlo, anche se ultimamente l’elenco telefonico abbonda di professionisti del mistero. Ma Zed rimane il migliore, tant’è che il suo amico fumettista, Tiz, si è ispirato a lui per creare il suo personaggio più famoso, un certo Dylan Dog… La grande baraonda: un amore consumato nella foresta, sotto gli occhi di bizzare creature, bulbi oculari giganti che marinano la scuola, sconosciute cittadine dell’India, riti satanatici, evocazioni, concerti di demoni rock and roll, uomini volanti in bombetta e viaggi transatlantici in tandem… Ma cos’è? Un sogno? Un caos indecifrabile? No, è Golconda, il regno della grande baraonda!

Dei sei “remake” usciti finora, bisogna dire che il primo La nuova alba dei morti viventi di Recchioni e Mammucari si avvicina di più alla definizione del termine. Le altre sono più che altro degli spin-off, una nuova narrazione fatta attraverso elementi e personaggi secondari, oppure suggestioni e dietro le quinte che sembrano estremamente complementari alle opere originali, un qualcosa che celebra e rivingorisce il mito stesso. Non a caso, questo improbo compito spetta ad autori d’immensa levatura come Paola Barbato e Carmine Di Giandomenico (il cui lavoro era già ammirevole su I Colori della Paura), Tito Faraci e Nicola Mari e infine Fabio Celoni. Una scuderia di autori cresciuti con le stesse storie che finalmente hanno potuto omaggiare, realizzando qualcosa che si sposa perfettamente con esse.

Voto: 7

Dragonero 51: L’inferno senza luce

Benvenuti nel “Sepolcro”

Superata la sbornia estiva del numero 50, comincia ora la strada che ci porterà alla Saga delle Regine Nere, prevista per la fine dell’anno. La curiosità è tutta sugli albi che ci separano da quell’evento, chiedendoci se verranno poste le basi per la guerra imminente o se troveremo delle storie autoconclusive. Intanto il nostro Ian, dopo aver spento le candeline della sua serie ed essersi goduto un po’ di riposo viene spedito… in gattabuia! A Vetusmea, la “miniera vecchia”, un antico complesso realizzato dai nani, si trova uno dei più duri carceri imperiali chiamato dagli occupanti Mormanthul, il “Sepolcro“. Le prigioni erondariane sono dei microcosmi costruiti su luoghi impervi ed irragiungibili, solamente pattugliati da lontano dall’esercito, dove vengono a crearsi delle comunità gestite sulla violenza e sulla sopraffazione. Ian Aranill approda in un questo inferno in terra e fatica molto a guadagnarsi una posizione, mentre persegue un obiettivo sconosciuto. Ma per portarlo a termine dovrà affrontare ostacoli terribili e prove dure, forse alcune delle più dure che abbia mai trovato sul suo cammino.

Quella imbastita da Luca Enoch è una vicenda breve dalla grande potenza narrativa, una trama che non esita a mostrare orrori indicibili e la crudeltà degli uomini. Una narrazione dura che non risparmia niente e che, nonostante sia molto veloce, si fa apprezzare per come viene gestita nello sviluppo. In realtà, se ad un primo sguardo pare semplice e rapida, ad un secondo saltano subito all’occhio i collegamenti con un numero precedente, il 36, intitolato Le lame nere, cui si rifà esplicitamente. Non a caso ad accompagnare lo sceneggiatore c’è lo stesso disegnatore, Salvatore Porcaro, che si esalta nei tratti sporchi e realistici, fatti di sangue, corpi da sventrare e lotte sul ciglio di una vasca abitata da squali. Un ottimo albo per non perdere il ritmo dopo la sbronza del cinquantesimo a colori e puntare dritto verso la meta, con l’obiettivo di accompagnarci verso la grande saga che sconvolgerà (per sempre?) lo status quo del mondo di Dragonero.

Voto: 6.7

Orfani Sam 5: Duello al sole

Fine della caccia

Dopo un roccambolesco inseguimento in pieno deserto, l’incontro con gli adepti della Madre Severa e un acceso scambio di opionioni (e pallottole), intrighi su intrighi ed eserciti che si preparono a darsi battaglia senza esclusione di colpi, siamo arrivati al primo giro di boa dell’ultima stagione della creatura di Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari. Stagione che promette di svelare alcuni segreti rimasti insoluti e riprendere i fili della trama che in questi anni ci ha tenuti davanti all’edicola col fiato sospeso. Se non siete ancora pronti psicologicamente, è il caso si prepararsi.

Perseo, Andromeda e Sam svolazzano tra una duna e l’altra a bordo della loro Gunbike. Ringo li insegue, mentre gli uomini del generale Petrov, i ribelli di Cesar e gli adepti della Madre Severa cercano di intercettarli. Ma Ringo precede i suoi competitor e si scontra con l’ultima dei Corvi. Il loro duello è destinato ad avere innumerevoli conseguenze, anche perché ancora non sanno quante cose accomunano il clone del Pistolero e la Mocciosa.

Albo interessante, questo di agosto. Non solo fa finalmente incontrare i personaggi più importanti di quest’ultima quarta stagione, quelli che potremmo definire i protagonisti, ma svela anche qualcosa di importante sul passato che lega tra loro tutti gli Orfani, partendo dalla squadra di Jonas fino ai figli della Juric, passando per Ringo, Seba, Nuè e Rosa. Si fa notare anche per una particolarità, non nuova all’interno della serie ma stavolta portata all’estremo. Infatti, oltre ai due sceneggiatori, sempre Roberto Recchioni e Michele Monteleone, abbiamo ben 6 (!) disegnatori che si spatiscono le 94 tavole: Luca Maresca, Sergio Mancinelli, Fernando Proietti, Mirko Treccani, Alessio Moroni e Antonello Becciu, per i colori di Luca Saponti, Alessia Pastorello e Stefania Aquaro. Un nutritissimo team di artisti che si occupa di ogni snodo centrale della storia, scelta che consente di apprezzare tanti stili diversi ma che rischia pure di causare un leggero disorientamento, specie quando i tratti differenti tra loro non sono pochi. Ma il risultato può definirsi abbastanza omogeneo e amplia ulteriormente le talentuose matite reclutate sotto la bandiera degli Orfani.

Voto: 7

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!