La ferraglia che conta!

La potenza visiva e iconica dei robottoni (giapponesi e non), scintillati armature cave frutto delle più incredibili meraviglie della tecnica, è impressa a fuoco nella memoria collettiva di tutti gli appartenenti a quell’eterogeneo insieme che potremmo definire “popolo nerd”. Chi di voi non ha mai desiderato pilotarne uno, capire il significato di muovere un gigante di ferro inarrestabile, e perché no, salvare il mondo ogni tanto? Più o meno tutti crediamo… ed è per questo motivo che, noi di Stay Nerd, non potevamo non stilare un breve compendio (perché di classifica vera e propria non possiamo parlare) con all’interno un elenco dei nostri robottoni preferiti. Buona lettura!

Mazinga Z/Il grande Mazinga

C’è poco da dire e da sottolineare. Opera seminale come poche, Mazinga Z, dalla mente di Go Nagai, sancì la nascita della cosiddetta famiglia dei Super Robot, portentose macchine robotiche pilotate da essere umani. Ma vediamo che nonostante i suoi 18 metri di altezza, le 20 tonnellate di peso, un armamentario di tutto rispetto e un design che ha fatto storia, questo incredibile mecha non si è mai rivelato una macchina invincibile, anzi, più di una volta i suoi temibili avversarsi sono stati capaci di metterlo in grave difficoltà. E infatti ecco che, a un passo dalla sconfitta definitiva, solo l’arrivo de Il grande Mazinga (dotato di una nuova corazza, nuove armi e capace di volare grazie a due ali retrattili) permetteranno al primo Mazinga di salvarsi e di sopravvivere all’attacco delle forze nemiche. Pugni a Razzo, Raggi Fotonici e Raggi Termici possono a volte non bastare, fortunatamente ci sarà sempre un robot più grande e più forte a correre in nostro soccorso!

Goldrake (UFO Robot Goldrake)

Il mecha protagonista di UFO Robot Goldrake (in italiano Atlas UFO Robot) è di tutt’altra pasta rispetto ai precedenti nagaiani. A partire dal suo pilota Actarus, principe alieno del Pianeta Fleed, alla prodigiosa tecnologia di cui è composto. Goldrake, macchina da guerra considerato come una vera e propria divinità protettrice, infatti è costruito utilizzando il Gren, un misterioso metallo presente solo su Fleed cinque volte più duro dell’acciaio, e riesce a muoversi utilizzando l’energia fotonica assorbita tramite dei sensori posti sulle corna (palese è l’ispirazione agli elmi dei Vichinghi). La fierezza del suo volto e l’imponente figura (parliamo di ben 30 metri di altezza per  280 tonnellate di peso) si realizzano concretamente attraverso una potenza inarrestabile e un armamentario fra i più unici ed iconici, dalla famosissima e caratteristica Alabarda Spaziale, al Maglio Perforante, passando per il Tuono Spaziale e il Raggio Esplosivo. Un robot incredibile in ogni suo aspetto!

Jeeg (Jeeg robot d’acciaio)

Jeeg robot d’acciaio tratta del risveglio, dopo un sonno millenario, dell’antico e tutt’altro che pacifico popolo Yamatai, il cui obiettivo è conquistare il mondo. A mettergli i bastoni fra le ruote, fortunatamente, Jeeg, il robot d’acciaio difensore dell’umanità. Jeeg però non è un Super Robot come i precedenti, poiché non si presenta come una creatura meccanica con un pilota (umano) al suo interno, ma è letteralmente la conseguenza degli esperimenti che il professor Shiba ha compiuto su suo figlio: Hiroshi, infatti, congiungendo a forma di pugno i guanti consegnatigli dal padre può trasformarsi nella testa senziente del robot, il quale diventa completo unendosi magneticamente agli altri componenti. Nella forma definitiva Jeeg è alto circa 11 metri, pesa oltre 12 tonnellate (una versione ridotta dei precedenti robot) e presenta un design più morbido e slanciato rispetto al solito; caratteristica è anche la colorazione prevalentemente giallo verde. Le armi più utilizzate sono senza dubbio il Maglio e il Doppio Maglio Perforante, il Raggio Protonico e i Raggi Delta dal petto, e i Raggi Gamma dagli occhi. Non mancheranno moduli esterni che gli permetteranno di tramutarsi in un centauro, di combattere sottacqua o di diventare una specie di nave spaziale.

Daitarn 3

Pilota del Daitarn 3 è Haran Banjo, un giovane e carismatico eroe che ha un unico obiettivo, quello di uccidere il maggior numero di Meganoidi possibile. Il suo è un odio senza confini che si svelerà ed evolverà nel corso delle puntate, tutte sospese fra un tono avventuroso che va dalla fantascienza all’horror, senza dimenticare accenni di profondità psicologica dei personaggi. A completare il tutto, è presente anche un (atipico) tono giocoso, arrivando, in alcune particolari scene, a parodizzare gli stereotipi del genere stesso. L’elemento comico è reso tale anche da una caratteristica unica del Daitarn: è uno dei pochi robot dotati di mimica facciale. Ma il Daitarn è anche una spietata e inarrestabile macchina da combattimento con i suoi quasi 120 metri di altezza. La sua corazza è formata da oro e acciaio e presenta ben tre configurazioni (da cui il nome) differenti: Modulo Aereo/Spaziale, Modulo Corpo Base e Modulo Carro Armato. A dispetto della stazza, però, il Daitarn è molto agile e ingaggia spesso combattimenti all’arma bianca contro i propri nemici meganoidi. La sua arma finale è l’Attacco Solare, una scarica di energia solare che utilizza per porre fine agli scontri. Il sole, tra l’altro, alimenta il mech stesso, garantendogli un’energia pressoché infinita, almeno di giorno.

Gundam (Mobile Suit Gundam)

Con Gundam, gigantesco franchise che racchiude manga, light novel, romanzi e vari anime, tutti incentrati su mech antropomorfi noti come Mobile Suit (dei quali lo stesso Gundam costituisce un particolare modello) assistiamo all’avvento dei real-robot, ideati da Yoshiyuki Tomino. Questa definizione sta a significare il passaggio da macchine uniche nel loro genere, dalle potenzialità ineguagliabili e dotate di una tecnologia sorprendete, a mezzi figli di un più spiccato realismo tecnologico denotato anche dalla possibilità di esaurire le munizioni durante i vari scontri o di subire danneggiamenti a causa di bruschi atterraggi. Tuttavia, nonostante questa impronta realistica, il Gundam mantiene alcune delle caratteristiche tipiche dei super-robot: rispetto agli altri Mobile Suit rimane di fatto un’arma unica, dato l’elevato costo di realizzazione, e possiede specifiche tecniche, come la resistenza delle corazza, di gran lunga superiori agli altri Mobile Suit. Proprio per questo, vediamo che le caratteristiche principali (oltre al nome e con alcune eccezioni) che i Gundam nella loro specificità hanno in comune sono: la forma tipicamente antropomorfa; la presenza dei due “occhi” nel volto; il sistema di raffreddamento situato nel busto; le antenne per le trasmissioni radio e il Radar a V sulla fronte; capacità di combattimento superiori in confronto agli altri Mobile Suit; la presenza dello scudo protettivo; e i motori di manovra a razzo situati sulla schiena.

 

Labor (Patlabor)

È con Patlabor che si arriva alla realizzazione definitiva dell’idea dei “real-robot” inaugurata dalla serie Mobil Suit Gundam. Oltre a concentrarsi molto di più sugli eventi che ruotano intorno ai mech di turno (qui denominati labor), come approfondire gli aspetti più intimi e quotidiani dei protagonisti o le lotte delle grande aziende per il dominio nel mercato dei labor, rispetto alle altre serie robotiche, l’opera si porta in essere una nuova concezione dei robot. Essi non sono più gli invincibili super robot del passato, ma sono frutto di una tecnologia non così tanto più avanzata rispetto alla nostra. Rispondono perfettamente a una logica di produzione di massa, con costi non eccezionali e proibitivi, e si costituiscono come semplici e ordinari mezzi di uso comune, come robot utilizzati nel campo dell’edilizia e nell’industria pesante. La diffusione di questi labor e la loro relativa accessibilità ha però incrementato gli atti di criminalità legati all’uso di questi robot. Per contrastare questo fenomeno vengono creati appositi reparti speciali sezioni delle Polizia Mobile dotati mezzi tecnologicamente più avanzati, i Patrol Labor, o per meglio dire, i Patlabor.

Eva 01 (Neon Genesis Evangelion)

In Neon Genesis Evangelion, esistono delle macchine da combattimento dette Evangelion (o Eva), le quali rappresentano il non plus ultra in campo bellico costruito dal genere umano. Dal costo elevatissimo, sono state concepite e realizzate per contrastare e distruggere essere misteriosi chiamati Angeli. A differenza dei robot precedenti, non sono macchine artificiali ma esseri organici rivestiti da una spessa corazza protettiva e vari equipaggiamenti e impianti meccanici di supporto per l’azione bellica (come fucili, spade e coltelli) o necessari al loro controllo (come la capsula di pilotaggio). La struttura organica di una Unità Evangelion, tranne che per le dimensioni, è come quella di un normale essere umano, inclusi un sistema nervoso, uno scheletro e un apparato circolatorio. Capaci di rigenerare le proprie ferite e parti danneggiate del proprio corpo, gli Eva presentano l’abilità di sviluppare una sorta di scudo protettivo noto come AT Field. Per poter entrare in azione, l’Eva necessita di un gran quantitativo di energia che, in assenza di un’alimentazione esterna tramite cablaggio, viene loro fornita da una apposita batteria interna, la cui carica è però piuttosto limitata (l’autonomia garantita è di soli 5 minuti). 

Per poter essere pilotati, gli Eva, necessitano una perfetta sincronizzazione con il pilota mediante una connessione nervosa. Questa “simbiosi nervosa” avviene tramite una capsula cilindrica, detta Entry Plug, inserita all’altezza delle colonna vertebrale, al cui interno il pilota, solitamente un giovane adolescente orfani di madre, denominato Children, è immerso in una sorta di liquido amniotico chiamato LCL. Stabilita la connessione nervosa, il Children riesce a comandare con il pensiero il corpo dell’Eva; i danni subiti durante l’azione sul campo, o un’instabilità emotiva e psicologica manifestata dal pilota, possono mettere a rischio questa connessione o attivare un pericoloso stato indicato come Berserk nel quale l’umanoide impazzisce e risponde di una volontà propria (al loro, infatti, è stata inserita l’anima di una persona).

Per quanto riguarda l’Unità 01, si tratta di un modello sperimentale, nonché il secondo esemplare mai costruito. È differente da tutti gli altri modelli in quanto la base biologica di cui è composto proviene dal secondo Angelo, Lilith, e non da Adam, il primo Angelo. Esteticamente è caratterizzato da una colorazione dai toni scuri, soprattutto legata al colore viola, e da un lungo corno che parte dal centro della fronte. L’essere organico al suo interno, invece, presenta tessuti marroni e un liquido simile a sangue di colore rosso. Si distingue anche per essere il primo umanoide-mech coinvolto in un’operazione bellica vera e propria.

Metal Gear Rex (Metal Gear Solid)

Più che un classico mecha, il Metal Gear REX è un vero e proprio carro armato bipede senza braccia meccaniche capace di lanciare testate nucleari da qualsiasi punto del pianeta Terra. Venne ideato dal dottor Hal Emmerich (Otacon) per conto della ArmsTech, in collaborazione con la DARPA. Rispetto ai precedenti modelli di Metal Gear, il REX, grazie alla presenza di un cannone a rotaia, può lanciare senza disperdere calore testate nucleare Stealth, le quali possiedono una schermatura che impedisce loro di essere individuate dai radar. La sua corazza di ultima generazione può essere perforata soltanto da potenti proiettili anticarro. Il pilota controlla il REX attraverso un abitacolo che lo isola completamente dall’esterno, il suo azionamento e controllo è allora possibile grazie a un sistema di rilevamento esterno chiamato Radome che permette al pilota di vedere e sentire ciò che accade intorno a lui e colpire in caso di bisogno. È dotato infatti, oltre al cannone a rotaia, di due mitragliatrici vulcan, di missili terra-aria e di un laser a fusione liquida usato per gli scontri ravvicinati.

Il progetto originario del Metal Gear REX deriva direttamente dal modello ideato da Granin il quale tuttavia venne scartato in favore dello Shagohod. Alla fine di MGS3 scopriamo che tali progetti verranno recapitati al nonno di Otacon per essere poi sviluppati dagli americani.

Lagann (Sfondamento dei cieli Gurren Lagann)

Sfondamento dei cieli Gurren Lagann (anche Tengen toppa Gurren lagann) serie  che riprende molti dei luoghi comuni del genere mecha (qui chiamati gunman), ma decide di puntare l’acceleratore su un particolare aspetto: le dimensioni. Perché sì, caratteristica principale della serie è costante quanto inarrestabile accrescimento vertiginoso della scala dei robottoni presenti. Infatti, se dopo il ritrovamento della chiave di attivazione il Lagann, il cui aspetto deformed ricorda quello di una testa con le braccia, è alto quanto uno dei personaggi, una volta collegato al gunman Gurren, e trasformatosi di conseguenza nel Gurren-Lagann, le sue dimensioni già iniziano a far concorrenza ai mecha di nagaiana memoria. Ma sarà nella seconda parte della serie che la situazione esploderà arrivando a coprire spazi (letteralmente) galattici. E, per questo, nell’ultima puntata avremo il Super Galassia Gurren-Lagann che si evolverà, raggiungendo la sua forma definitiva, nello Sfondamento dei cieli Gurren Lagann (Tengen toppa Guren Ragan), dalle dimensioni galattiche. Surclassando, come dimensioni, persino la Via Lattea ed essendo alto più di 10’000’000 anni luce, può senz’altro esser definito come il mecha più grande della storia.

Jaegers (Pacific Rim)

Enormi robot antropomorfi, gli Jaegers del film Pacific Rim sono alti circa 90 metri e vengono controllati simultaneamente, visto l’enorme sforzo, da due o tre piloti collegati fra loro attraverso una rete neurale. La cabina di pilotaggio risiede all’interno della testa del mech, e i piloti possiedono una visore che permetto loro di vedere l’ambiente circostante e diversi monitor contenenti tutte le informazioni parametriche sullo stato di saluti e l’integrità del loro Jaegers. Possiedono una straordinaria forza e nonostante la stazza anche di una buona mobilità, necessaria per il combattimento corpo a corpo o l’utilizzo di armi di fortuna in base a ciò che l’ambiente circostante offre di buono. Alcuni Jaegers sono dotati possiedono armi incorporate nelle braccia (come la “Spada a catena” del Gipsy Danger, le lame/forbici dello Striker Eureka e le mani trasformabili in lame rotanti del Crimson Typhoon), così come anche di vere e proprie armi da fuoco: cannoni al plasma nella mani per Gipsy Danger; o cannoni nel petto per Striker Eureka. Tutti gli Jeagers in attività si alimentano con un reattore nucleare che fornisce loro l’energia necessaria per muoversi e per combattere. Oltre, ai tre Jaegers già citati, rispettivamente di provenienza americana, australiana e cinese, ricordiamo: il giapponese Coyote Tango, unico esemplare pilotato in una occasione specifica da un solo uomo; e il russo Cherno Alpha, dotato di un’enorme carica energetica grazie al reattore nucleare di alimentazioni posto sopra la testa.

Andrea Bollini
Vivacchia fra i monti della Sibilla coltivando varie passioni, alcune poco importanti, altre per niente. Da anni collabora con diverse realtà (riviste, associazioni e collettivi) legate alla cultura e all'intrattenimento a 360 gradi. Ama l'arte del raccontare, meno Assassin's Creed.