La tv è come il calderone di zuppa dei galli di Asterix. È traboccante di roba, nessuno ha ben capito cosa c’è dentro, ma per qualche motivo piace a tutti e, metti, ti esalta pure così tanto da farti sentire in diritto di prendere a cinquine chi non la pensa come te. Originatasi come uno strumento di diffusione culturale (il che è incredibile a pensarlo oggi in effetti, soprattutto se si pensa a robe come “Tamarreide”), la tv non è solo una delle tante cartine tornasole dell’andazzo della nostra società, ma anche una matrice inesauribile di situazioni, meme, personaggi e concetti virali. Potremmo passare i prossimi anni ad analizzare ogni aspetto della zuppa magica della Tv, ma poiché non abbiamo tutta questa voglia (e metti, manco voi), abbiamo preferito concentrarci su quell’aspetto che, da sempre, riesce a trasformare dei perfetti sconosciuti in icone virali. La Tv, come ipotizzato da Warhol, è davvero in grado di regalare 15 minuti di celebrità al Sig. Nessuno, ed ecco perchè ci sentivamo in dovere di scrivere un pezzo su “8 personaggi televisivi che non dimenticherete facilmente”. Si escludono politici, partigiani, parmigiane, cantanti e lucciole. Qui si parla di memetica!

 

8 – Texas Tarzan – Dmax – In onda

Buck-Medley_Texas-TarzanPersonaggio nuovo in Italia, ma già da qualche anno celebre in America, Buck Medley è un ranchero texano esperto di animali che passa la sua vita tra una caccia al cinghiale e la risoluzione dei problemi di qualche poveraccio che, metti, ha una qualche bestia che gli ammazza il bestiame o roba così. Detta così non pare niente di che, il punto è che la persona di Buck Medley, come potete ben vedere dalle foto in questo articolo, è strana forte, e che nel fare il suo lavoro, questo stranissimo tizio, non ci mette quella faccia seria alla Bear Grylls, ma piuttosto l’espressione divertita di un ragazzino al mare. Ma Buck non è solo questo, è il suo aspetto a parlare per lui: trattasi di un nerboruto energumeno dalla barba scura e folta… ma con un capello liscio e biondo rigorosamente tinto e piastrato. Una sorta di wrestler convertito alla vita di mandriano se vogliamo, le cui avventure ricordano tantissimo lo stereotipo dei red neck nei telefilm degli anni ’70. La profilassi di una puntata, in tal senso, è esplicativa: Buck sta cazzeggiando con qualcosa di strano, tipo: starà sparando al tiro a segno con una cerbottana sulle mura del salotto (e non è un esempio inventato!) quando viene chiamato da uno per risolvere un problema. Al che il nostro imbraccia la sua attrezzatura (che va dalla lancia di legno all’elicottero a seconda dell’episodio!) e va a salvare la giornata. Originariamente figlio del canale Animal Planet, Texas Tarzan è ovviamente un animalista convinto, che quasi mai uccide la minaccia in questione, preferendo piuttosto liberarla da qualche parte in tutta tranquillità. È un tipo strano forte, che si aggira tra il rozzo del camionista e il fare della shampista. La leggenda dice che abbia imparato a cacciare con l’arco a soli 3 anni. Non possiamo sapere se è vero, ma forse neanche ci frega.

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È virale perché: è un tipo strano, che sembra preso di peso da un roster WWE degli anni ’90.

 

7 – Chef Rubio – Dmax – in onda

rubioRugbista passato alla buona cucina, Gabriele Rubini, in arte Rubio, è un cuoco televisivo di altro stampo, sempre a metà tra cucina raffinata (ma unta e bisunta) e una certa romanità, tale da aver creato un personaggio di un certo fascino, molto vicino alla fruizione giovanile. Il merito più grande di Rbio, infatti, è certamente quello di aver appassionato una fascia di utenti da sempre poco avvezzi ai programmi culinari, interessandoli, appassionandoli, e generando un format che, può piacere come no, ha comunque i suoi meriti. Strutturato come una sorta di serial, con un certo gusto per la narrazione (seppur semplice) e con una certa propensione per la comicità (ahinoi, non sempre riuscitissima), Rubio si palleggia in tv ormai da un annetto, con una popolarità incalzante e, a nostro dire, abbastanza meritata. Trascesi i limiti del suo format grazie alla sua presenza assolutamente anticonvenzionale, Rubiniappare sempre più spesso in rete e in tv come ospite, testimonial e chi più ne ha più ne metta. Definitosi “chef ronin”, la qual cosa ci fa pensare che sia anche un discreto nerd, è arrivato anche in fumetteria con un volume unico intitolato “Chef Rubio Food Fighters”, un’operazione stravagante ma interessante, che conta alle sue spalle un team di tutto rispetto composto da Diego Cajelli e Enza Fontana. Rubio, nella sua stravaganza, nella sua piacioneria, nella sua squisita italianità, è un ottimo esempio di buona viralità casalinga che, tuttavia, potrebbe lasciare l’amaro in bocca a tanti telespettatori. Un esempio tipico di “o si ama, o si odia”, se poi sarà solo amore lo deciderà il tempo.

È virale perché: è tamarro nel modo giusto, e stravagante quel tanto che basta da attirare l’attenzione.

6 – Pif – Mtv – in onda

600full-pifPierfrancesco Diliberto, in arte Pif, nasce a Palermo nel 72 ed è subito innamorato del cinema e dei suoi annessi. Nel 2001 comincia a collaborare con Le Iene, popolare show televisivo di Italia 1 dove, prima come autore, e poi come inviato, va in onda con alcuni servizi dal sapore amaro, in cui l’ironia è sempre un sotteso mezzo per raccontare una verità altrimenti dura, o comunque difficile da digerire. Passa ad Mtv nel 2007 come vj (lavoro che per fortuna l’umanità ha estinto), e spopola definitivamente con il suo programma di inchiesta “Il testimone”, in cui analizza alcuni aspetti della società italiana (e più raramente internazionale) con uno stile tragicomico mai banale, e sempre appagante. A Pif diamo un merito importante: quello di aver sdoganato un certo tipo di informazione tra i giovani, attraverso un canale, poi, che da sempre prova ad avere una sua serietà, ma che è inesorabilmente finito sottosopra. Alcuni dei servizi di Pif lasciano davvero riflettere, tanto che un certo tipo di critica tende addirittura a proporlo come una versione delight di un antropologo. Munito solo di una telecamera e un microfono, Pif ha esplorato alcuni dei punti più bassi e impopolari della nostra società, senza mai venir meno al suo stile morbido e impassibile, fatto sovente di figuracce spesso autentiche e non volute, e senza mai criticare per il gusto di farlo, ma offrendo piuttosto una riflessione. Ha esordito come regista lo scorso anno, aggiudicandosi persino un David di Donatello con “La mafia uccide solo d’estate”. È certamente il personaggio di questa lista con il maggior credito culturale sebbene, purtroppo, solo di recente goda di una più ampia notorietà.

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È virale perché: ha inaugurato uno stile di informazione virale. I suoi video sono condivisissimi, ed è pure simpatico!

 

5 – Uan – Italia1 – Defunto (?)

uanPCapobanda della squadra di pupazzi Mediaset, Uan (o One, come è stato recentemente corretto) è certamente anche il personaggio più iconico e amato del team, e quello che tutti voi si ricorderanno, non fosse altro perché ci siamo tutti un po’ cresciuti con la tv di Italia1. Questo celeberrimo pupazzo rosa, di natura non meglio identificata e oscillante tra cane e coniglio, fa il suo esordio nel programma per bambini Bim Bum Bam (l’amato, il bellissimo Bim Bum Bam!) nel 1983, dove resta in pianta stabile fino alla chiusura dello show nel 99. Di età anagrafica indefinita, ma con una nascita stimata al 1974, Uan è oggi un pupazzo quarantenne in cerca di lavoro, che si barcamena tra una comparsate e un’altra, senza fissa dimora. Apparso recentemente al Le Iene, ammise di aver avuto problemi di droga, tali che oggi è costretto a vivere in una scatola di cartone elemosinando denaro (che è un po’ la fine che stiamo facendo noi che siamo cresciuti con il suo programma). Nella realtà dei fatti nasce da un’idea del compianto Giancarlo Muratori, che lo ideò, lo animò e lo doppiò sino alla sua morte, momento dal quale la sua voce è stata affidata a Pietro Ubaldi. Uan è un pupazzo artigianale animato dal basso, prodotto in pochissime copie e originariamente donato, assieme ai suoi compari di merende, alla Scuola di Arti Drammatiche “Paolo Grassi” di Milano, che ben pensò di farseli rubare da qualche bellimbusto. L’originale Uan è quindi oggi disperso, mentre le sue copie continuano a portare avanti la sua eredità culturale. Certo è un po’ triste pensare che sia finito tossicodipendente… grazie mille Italia1!

È virale perché: mandava a cagare Bonolis prima che diventasse mainstream, è il “muppet” italiano, quindi respect!

4– Bear Grylls – Dmax – in onda sempre e comunque!

PD14034225_image-1_2872851bPopolare, al limite del celeberrimo, Edward Michael Grylls, meglio noto come Bear (dai su, non pensavate davvero si chiamasse “Orso”?!) è arrivato in Italia con tutte le carte in regola per diventare popolare, imbracciando una borraccia piena di urina che ha bevuto diverse volte per salvarsi la vita. Il popolo televisivo, lo stesso che impazzì per 2 Girls 1 Cup, si è quindi prostrato ai suoi piedi, seguendone le avventure più nella speranza che Bear facesse schifezze degne di questo nome, che per la volontà di ammirarne le qualità atletiche. Inglese, classe 1974, Grylls non è solo un tizio che cerca di insegnarvi le basi della sopravvivenza (che, metti, improvvisamente ti trovi nel deserto e non sai come uscirne), ma è anche detentore di alcuni record niente male, tra cui l’essere stato il più giovane britannico a scalare l’Everest all’età di 25 anni (spedizione in cui, tra le altre cose, alcune persone persero tragicamente la vita). Massiccio come pochi, e sempre ottimista (anche quando deve lanciarsi da un palazzo in fiamme), Grylls è stato spesso vittime di critiche accese, provenienti da più versanti della tv e dell’internet che lo hanno accusato di essere un farabutto e/o un ingannatore. Grylls si è sempre diveso dicendo che i suoi sono pur sempre show, e che quindi sono figli di alcuni trucchi televisivi; ciò non toglie che spesso si è lanciato in situazioni pericolose e incredibili, talvolta facendosi non poco male (sempre a dire della rete), il tutto per il sollazzo del suo pubblico che, nel bene o nel male, ancora lo guarda e lo rende protagonista della vita in rete.

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È virale perché: ha bevuto la sua urina in tv, e la cosa lo ha reso popolare.

3 – Gordon Ramsay – Cielo – In onda

gordonGordon James Ramsay è un uomo che non ha bisogno di presentazioni. Originariamente dedito al calcio, tanto da essere entrato da titolare nella sua squadra del cuore, i Rangers di Glasgow, sarà in seguito ad un grave infortunio al ginocchio che la vita di Gordon cambierà per sempre, diventando prima uno Chef stellato, poi titolare di alcuni dei ristornati più in del mondo, la cui fortuna comincerà nel 2005. Ma Gordon Ramsay non è solo il padre moderno dello show televisivo culinario, ma anche e soprattutto un grande stronzo, le cui uscite e incazzature hanno fatto ridere migliaia di telespettatori in giro per il mondo. Esempio lampante dell’uomo a cui stanno sulle palle tutto e tutti, Ramsay ha spesso accentuato il lato isterico del suo personaggio, facendone una sorta di marchio di qualità, nonché un meme. Spopola in Italia grazie al programma Hell’s Kitchen, in cui due squadre di sparuti cuochi si beccano cazziate dalla mattina alla sera, per poi approdare a Masterchef USA, programma in cui ha un atteggiamento decisamente più morbido, ma comunque “asciutto” e ruvido. Sdoganatore ufficiale della parolaccia televisiva detta con stile, Ramsay gode ormai di una viralità potente, tale che la sua figura ha trasceso i limiti mediatici, grazie anche alle sue eccellenti doti da show man, attribuendo spesso il suo nome ad un programma o uno spettacolo in cui, state pur certi, qualcuno si beccherà una cazziata. Inascoltabile senza doppiaggio o sottotitoli (lo scozzese non è proprio una bella lingua), è un tizio manicheo che, nello spirito di tutti i personaggi borderline o si ama o si odia. Resta un mistero come la gente continui a spendere soldi nel suo ristorante Hell’s Kitchen dove, a guardare lo show, i suoi cuochi cucinano da far schifo per le prima 50 puntate.

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È virale perché: South Park gli ha dedicato una parodia… dobbiamo aggiungere altro?!

2 – Chef Tony – Reti a random – In onda fino alla fine dei tempi

Chef_tonyTony, all’anagrafe Antonio Notaro, è forse l’archetipo dello chef televisivo, nonché il suo esempio più bello. Sornione come Super Mario, gironzola per i palinsesti televisivi da che l’umanità ha memoria, portando nelle case la tecnologia, l’innovazione e la bellezza di tanti prodotti a prezzi convenientissimi. Nato a Brooklyn da una famiglia italo-americana, spopola in America grazie a una moltitudine di programmi di cui è conduttore o testimonial, tanto che nel 1996 vince addirittura un premio E.R.A. in qualità di “uno dei dieci migliori presentatori tv” per il suo viralissimo spot di Miracle Blade 3 (serie perfetta). Ora, siamo onesti, sapete tutti di cosa stiamo parlando! Trattasi, con certezza, della televendita più bella del pianeta, andata in onda nelle nostre tv per quasi dieci anni, come anche nelle televisioni di mezzo mondo, tanto che Tony è popolare non solo in America, ma anche in Canada, Spagna, Grecia, Germania e Medio Oriente! Trattasi dello showman televisivo virale per eccellenza, generatore di innumerevoli imitazioni, cosplay, meme e citazioni. A Chef Tony internet ha dedicato numerosi omaggi, compresi diversi blog, forum e persino un paio di siti internet che ne ripropongono le gesta. Che siate grandi, piccoli, o anziani non potete negare la bellezza dello spot dei Miracle Blade 3, cui avete certamente assistito dall’inizio alla fine senza mai cambiare canale, neanche fosse l’ultima puntata del vostro serial preferito. C’è un’alchimia e un equilibrio in quello spot, tale da renderlo magnetico e per qualche motivo appagante. Non si contano i numerosi incidenti casalinghi avvenuti per emulare le gesta di Tony, che come un Goemon Ishikawa dei nostri tempi sembrava capace di affettare qualsiasi cosa a fette perfette. Un uomo intramontabile e memetico, virale fino alla fine dei tempi.

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È virale perché: è lo showman alfa, quello da cui tutti dovrebbero imparare a tagliare il pane.

1- Homer Simpson – FOX – in on…d’oh!

homer-simpsonPadre putativo della sit-com animata, Homer J. Simpson è la viralità fatta cartone animato. Un personaggio il cui spessore ha già da tempo trasceso il proprio media per confluire OVUNQUE, tanto che alcune espressioni sue e del suo show sono ormai entrate, di fatto, nel linguaggio comune… il che è sempre un bel segnale di quanto una cosa sia virale. Stupido, ma in modo intelligente (che non è un controsenso se ci pensate, ma un dato di fatto), Homer sopravvive nel mare magnum degli show televisivi da ormai 27 anni, con fortune, invero, alterne, dovute a delle stagioni dello show non propriamente brillanti, ma comunque magnetiche. Ideato da Matt Groening come parte del cast di una striscia animata per il “The Tracey Ullman Show”, è stato spesso oggetto di studi che ne analizzino il successo e l’eventuale riproducibilità, tanto che da lui è stata inaugurato il filone delle sit-com a cartoni animati di cui fanno parte show come I Griffin, American Dad et simili. Trattasi certamente di uno dei personaggi animati più influenti di tutti i tempi, nonché del più importante esempio di comicità animata nella storia dell’umanità. La potenza di Homer come oggetto mediatico è tale da aver ormai preso vita propria, tanto che non lo si immagina più come il figlio di un programma televisivo immaginario (cosa che, di fatto, è “I Simpson”), ma piuttosto come una figura viva, dotata di caratteristiche proprie e irriproducibile, proprio come una persona reale. Ha influenzato ogni media possibile, ha creato un fenomeno culturale POP, ed è stato sovente lo specchio di una certa fetta di umanità. Homer è una critica, ma anche una parabola, della vita dell’uomo medio, rappresentandone con grazia le convinzioni, l’ignoranza, gli stereotipi, e quant’altro possa rappresentarlo con vitale e vivace credibilità.

È virale perché: la sua espressione celebre “d’oh!” è entrata, nel 2001, nell’Oxford English Dictionary. Che dite, è abbastanza virale?

MENZIONE D’ONORE

Chuck Norris – Rete4 – immortale

Walker Texas RangerNon potevamo non inserire Chuck Norris in questa lista in quanto Egli ci avrebbe punito severamente calcioroteandoci sulla Luna o giù di lì. Di contraltare non potevamo neanche inserirlo, perché nella sua immensità, Chuck trascende i limiti della fisica e dell’umana comprensione, e perché ridurlo ad uno schermo televisivo è più che un’offesa, una blasfemia. Norris, tuttavia, è il padre del meme televisivo, tale che lo stesso meme di Chuck Norris è diventato a sua volta un meme, di cui il portavoce più importante è… Chuck Norris in persona. Pensate solo alla sua comparsata in film come Dodgeball, o la sua figura all’interno di spot pubblicitari che sottolineano la sua villosa presenza e potenza. Chuck ha sbeffeggiato sé stesso persino nel cafonissimo “The Expendables 2”, in cui scambia con Sly una battuta che ha come protagonista proprio il celeberrimo meme del serpente (“Chuck Norris una volta è stato morso da un cobra reale, è morto dopo cinque giorni di dolore straziante. Il serpente.). In Italia come nel mondo gli sono stati dedicati libri, siti, forum, programmi televisivi, video su Youtube e chi più ne ha, più ne metta. È una figura adamitica nella memetica, tale da avere delle caratteristiche uniche e proprie per viralità, diffusione e longevità. VENERATELO!

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È virale perchè: è Chuck Norris. Punto.