Applekiss.com si apre e parte un teaser dove c’è una persona che guida una Jeep su di una strada sterrata di montagna, sembrano le Alpi, si ferma, scende, ed è una ragazza con gli occhi azzurri che respira l’aria. I colori si saturano fino a trasformarsi in uno slogan: qualcosa di nuovo nell’aria. In inglese, ma l’ho tradotto per i pigri. Fine filmato. Possiamo iscriverci.

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Alfredo Ardenghi e Francesco Cornaggia, patrocinato (non si sa se abbia o meno sganciato del denaro o ci abbia semplicemente messo la faccia in questo progetto) da Francesco Facchinetti, sono le menti dietro a questo progetto che vorrebbe riportare in auge lo storytelling scomparso su Facebook da tempi immemori e impossibile da attuare su Twitter per questioni di limiti. Ma cosa vuole da noi questo social network? Secondo i creatori, nel panorama dei social network ci sono delle possibilità ancora inesplorate e opportunità tutte da scoprire. Ma vediamo le novità.

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Innanzitutto i post si chiamano Apple, e gli apprezzamenti verso quel post portano il nome di Kiss. No, vi prego, mettete via il cappio, fatemi spiegare. Una volta registrati potrete formare gruppi, scrivere Apple, o dei blog, condividere immagini o apple, invitare altre persone a usare questo Social o chattare con qualche vostro amico o amica. Come Facebook. E in fondo è questo quello che fa questa piattaforma, è un social network che anche se avesse delle potenzialità o delle sezioni effettivamente interessanti (vedi la zona annunci), non sono state adeguatamente spiegate bene. La grafica non dà nessuna idea di solidità, è tutto molto spoglio e giocoso, certo, anche Facebook nella sua prima grafica aveva Al Pacino stilizzato in alto a sinistra, ma era il 2004, e il creatore aveva vent’anni. Invece dietro a questo progetto ci sono persone adulte con il vantaggio di avere riferimenti tecnici e grafici delle piattaforme di nuova generazione. Quindi si potrebbe fare meglio e spiegare a cosa serva veramente questa piattaforma, non come ha fatto Angela De Vincenziis, la responsabile comunicazione di AppleKiss, che ha definito il nuovo portale come “un social di promozione e pertanto utile per un discorso di personal branding” wat?

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Stiamo ancora facendo il funerale a Google Plus che nonostante i mezzi e le possibilità di infilare la sua piattaforma ovunque ha fallito in ogni dove diventando quello che è diventato: il nulla. Ovviamente ai creatori di AppleKiss bisogna dargli tempi, per sistemare, ottimizzare e migliorare tutto il loro potenziale (c’è già disponibile l’applicazione per Android e iOS). Non li do per spacciati, c’è sempre tempo per migliorare, o morire lentamente.