Dopo aver parlato di Frostmourne nella prima edizione delle armi nerdose, e dopo avervi probabilmente sfracellato le palle con l’intera storia di quella spada, per il secondo episodio ho deciso di cambiare direzione e parlare di qualcosa di completamente diverso dalla spada necromantica. E il mio word è razzista perché mi ha corretto in negro mantica tre volte di fila. Per il modo in cui scrivo potete immaginare che questi articoli siano in live.

COMUNQUE.

Come avete probabilmente intuito dal titolo dell’articolo mi sono allontanato da equipaggiamenti magici di giochi che una buona parte di voi non ha mai toccato, o da cui ci si tiene attivamente alla larga. Stavolta si parla dell’equipaggiamento d’ordinanza degli acchiappafantasmi! Più nello specifico parlerò dell’oggetto simbolo dell’arte della cattura degli spettri: lo zaino protonico.

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I nostri sfigatissimi eroi

THERE IS SOMETHING STRANGE IN YOUR NEIGHBORHOOD!

Il theme degli acchiappafantasmi è uno dei più indimenticabili. Chiunque abbia avuto un’infanzia lo conosce, anche a costo di cantarla “asdafahgahfg GHOSTBUSTERS” senza sapere le parole. I film li abbiamo visti TUTTI più di una volta, grazie a (o per colpa di) Italia 1 con la sua mania di ripetere almeno una volta all’anno i film più famosi, come L’INTERA SAGA di Scuola di polizia o appunto, i due film dei Ghostbusters. Al 90% sto riguardando il passato con gli occhiali rosati della nostalgia, ma non mi interessa, io ho adorato i due film e la serie animata. Da qualche parte avevo anche il giocattolino di Ray con uno strisciolino di plastica che faceva il flusso protonico. Me lo sarò infilato negli occhi una ventina di volte.

Tutto questo per dire che gli acchiappafantasmi sono una parte fondamentale della pop culture odierna, e senza di loro molte cose nerdose di oggi non esisterebbero. Anche se non fosse, mi piace pensarla così.

Ray, quando qualcuno ti chiede se sei un dio, tu gli devi dire SI!

Mi fa sempre ridere.

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BZZUUUUUUUUUUUUUUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIM

Ma cominciamo a parlare seriamente. Che cosa definisce un acchiappafantasmi? Beh, Peter Ray e Egon erano tutti e tre laureati, mentre Winston si è unito dopo un colloquio, quindi non è tanto una questione di conoscenza, anche perché tre quarti delle volte quell’aspetto era esclusiva di Ray e Egon. Quello che fa un acchiappafantasmi  un acchiappafantasmi  è di fatto la capacità di acchiappare i suddetti fantasmi. Per questo durante i loro studi il terzetto ha elaborato la teoria necessaria a costruire un equipaggiamento in grado di interferire con le forze sovrannaturali. In pratica Egon lo ha progettato, Ray lo ha costruito e Peter reggeva la birra.

Il suono di accensione dello zaino protonico è alla pari di quello della spada laser in quanto a celebrità. L’acchiappafantasmi  è marchiato a fuoco nella nostra mente come un omino in tuta grigia con uno zaino pieno di lucine e un coso simile al bocchettone di un idrante nelle mani, ma cominciamo un po’ a spiegare che cosa ci sia in quello zaino.

Prima di tutto bisogna ricordare come la fiction degli anni 80 fosse satura della gloriosa “fuffa scientifica”. Si era un po’ più arretrati scientificamente a quei tempi, e qualunque spiegazione reggeva se la si descriveva in modo abbastanza scientificheggiante. Come in un colloquio di lavoro, il 20% è conoscenza vera e 80% è atteggiamento e come ci si pone nei confronti del capo/pubblico.

Nell’universo dei Ghostbusters i fantasmi non sono altro che masse di energia negativa. Non viene spiegato molto altro a riguardo e non ci sono dettagli riguardanti una qualche origine dei fantasmi o una qualche entità suprema che fa da cardine al tutto, anche se nella serie animata vengono mostrate entità di rango divino.

In sostanza la cosa importante da sapere è che il fantasma è energia negativa. Come puoi combattere l’energia negativa? Con energia positiva, ovviamente. Dato che non siamo in un fantasy e c’è bisogno di cominciare ad ancorare la metafisica alla scienza reale, questa energia sono protoni, ovvero quello che succede se togli l’unico elettrone ad un atomo di idrogeno. Il concetto base è che la carica positiva dei protoni fa da netto contrasto a quella negativa dei fantasmi, agganciandosi ad essi.

Lo zaino in sé è un ciclotrone in miniatura, e ai tempi dell’ambientazione è l’unico apparecchio portatile capace di strappare gli elettroni ai protoni.

Un ciclotrone è essenzialmente una pista di accelerazione per particelle cariche, dove un campo magnetico perpendicolare e una corrente alternata ad alta frequenza e tensione guidano il movimento e la velocità delle particelle in una traiettoria a spirale. Allontanandosi sempre di più dal centro della spirale la particella aumenta di velocità fino a che non viene letteralmente sparata fuori dall’acceleratore ad altissima velocità. Nel caso dello zaino protonico questi vengono fatti collidere a grande velocità e poi convogliati nella bacchetta a neutroni, tenuta in mano dall’addetto ai lavori.

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Se guardate uno zaino protonico vedrete una parte rotonda in fondo. Quello è il ciclotrone vero e proprio, la cui uscita è collegata direttamente al tubo della bacchetta neutronica.

La collisione ad alta velocità dei protoni li concentra e crea il flusso protonico che conosciamo tutti. Non è un raggio dritto e diretto, è invece un flusso instabile e difficile da controllare. Come abbiamo visto nei film è persino più difficile che dirigere il getto di un idrante. Tende a piegarsi, contorcersi come un enorme serpente di gomma luminosa e mandarlo sul bersaglio è spesso simile ad una prova di tiro con il lazo o di pesca d’altura.

I fantasmi possono sfasarsi dalla nostra realtà per diventare invisibili o intangibili, ma la loro impronta negativa continua ad esistere nella nostra dimensione, e il flusso protonico può agganciarsi ad essa, prendendo il fantasma per la collottola e riportandolo sul piano materiale, pronto per la cattura. Ovviamente quando è bloccato dal flusso non è inerme, può lottare per liberarsi, per questo è necessaria la collaborazione di più raggi per la massima efficacia. Immaginate quattro cow boy che legano quattro corde ad un cavallo imbizzarrito per tenerlo fermo sul luogo mentre questo si stanca. La cattura del fantasma diventa perciò una lotta di resistenza tra l’acchiappafantasmi e il fantasma.

prot7Durante la serie si è visto che il flusso protonico non ha effetto solo sulle cose spirituali, ma è più che capace di spaccare tutto ciò che è materiale, ed un raggio non opportunamente regolato può uccidere una persona, oltre a dare fuoco alle cose. Una delle caratteristiche più famose del flusso protonico è la conversione dei flussi. Non si può fare, no, è una brutta cosa, causerebbe la fine della vita come la conosciamo e l’esplosione di tutte le molecole dello sventurato alla velocità della luce.

“Eh ma nel film lo fa..” No, non proprio. Cioè, lo fanno, ma non nella nostra dimensione. I quattro acchiappa fantasmi fanno convergere i flussi all’interno del portale di Gozer, causando l’inversione protonica totale dentro la dimensione in cui si è generato, facendolo collassare. E sono sopravvissuti per pura botta di culo ( o plot armor ).

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DOCTOR ARE YOU SURE THIS WILL WORK? AHAHAHAHA I HAVE NO IDEA!

In apparizioni successive come i videogiochi più recenti, incrociare i flussi non è immediatamente mortale grazie ad una sicura installata da Egon, che causa solo una piccola esplosione che ti butta gambe all’aria. Tuttavia dato che hanno capito che può servire, la sicura può essere tolta per la conversione in casi estremissimi.

L’alimentazione dello zaino non è chiarissima. In una scena tagliata Egon attacca lo zaino ad una presa e questa fonde, mandando il quartiere in blackout. Viene però accennato che sono in realtà apparecchiature alimentate da energia nucleare, anche se questi dettagli non vengono spiegati chiaramente all’interno dei film. È tuttavia suggerito nei fumetti che esso emetta radiazioni nocive, dato che in una occasione Egon rimuove parte della schermatura per renderlo più leggero, accennando ad un leggero aumento nella probabilità di cancro. Ah beh.

Nel secondo film viene detto che le celle d’energia possono durare 5000 anni, mentre nel cartone animato si parla della necessità della ricarica. In entrambi i casi però è possibile collegare lo zaino protonico a prese pubbliche in modo da avere un boost consistente nell’energia emessa. Inoltre ha integrata la modalità supersayan, in cui la potenza aumenta mostruosamente ma solo per pochi secondi, a rischio della completa esplosione dell’acceleratore.

Il flusso protonico può essere usato anche in modo creativo. Un esempio è quando il gruppo ha combattuto Cathulhu.prot5 Questo dio antico (è Cathulhu rosso), che nel cartone viene riferito come ispirazione per i racconti di Lovecraft, non viene propriamente sconfitto dagli acchiappafantasmi. Stavano combattendo contro di lui vicino a uno di quei luna park da lungomare che si vedono sempre in tv, e hanno usato i fasci per ionizzare positivamente il metallo delle montagne russe. Questa polarizzazione ha attirato tutte le cariche negative dal cielo.

Esatto, gli AC/DC discesero cavalcando fulmini e squassando il cielo suonando Thunderstruck. L’enorme scarica elettrica è stata abbastanza da “scazzare” Cathulhu e rimandarlo in stato di sonno profondo, ad aspettare che le stelle siano nuovamente allineate a dovere.

Varianti

Esistono diverse varianti dello zaino protonico. Un esempio è la pistola protonica, usata dalla protagonista della serie animata Ghostbusters extreme, ambientata dopo quella principale. Si tratta di una vera e propria pistola indipendente dallo zaino che funziona con cartucce protoniche che vengono ricambiate dopo ogni uso. La libertà dallo zaino le permette di portare sulla schiena la trappola per la cattura, dato che sono molto più grosse e potenti in quella serie.

Nei fumetti IDW (la idw fa sempre roba bella con tutto quello che tocca) gli acchiappafantasmi e Janine (la segretaria, ricordate?) furono separati e scaraventati qua e la nello spaziotempo, finendo in epoche diverse. Particolarmente, Peter finì nel selvaggio west, dove si arrangiò riadattando il fucile con parti dell’epoca, dandogli un bel look steampunk ma senza ingranaggi alla cazzo. Invece Ray finì nell’epoca arturiana, e creò una spada neutronica per il suo zaino. In pratica Ray divenne il precursore degli space marine, ed è una cosa veramente figa.

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Janine finì a Versailles, infestata dal fantasma di Leonardo Da Vinci che potenziò il suo zaino e lo replicò tre volte, creando un vero e proprio “corpo” di acchiappafantasmi nel passato.

Concludendo

Dato il volume di informazioni tecniche a disposizione, questa puntata di Nerdarsenale è stata più tecnica e meno storica rispetto alla precedente. Bisogna specificare che lo zaino protonico non è una vera e propria “arma” nel senso stretto del termine. È un avanzatissimo strumento di cattura di entità pararnormali, il fatto che possa danneggiare oggetti e persone o terminare il concetto stesso di vita all’interno del nostro universo è un’altra storia.

Voi nel dubbio non incrociate i flussi, ok?