I Nuovi Mutanti infondono linfa vitale all’universo Marvel con gli X-Men in agonia

Nonostante i pochi successi riscossi tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, l’universo Marvel continuò a sperimentare e a ingaggiare gli sceneggiatori adatti per rilanciare gli X-Men, e come un fulmine a ciel sereno apparve finalmente Chris Claremont che inaugurò una nuova collana autoriale che fungeva da spin-off alla serie principale. Ad affiancarlo per rendere I Nuovi Mutanti non solo un’idea ma un fumetto ci fu il disegnatore Bob McLeod.

Nonostante il film sia sembrata, a molti, un fuoco di paglia, complice un hype che si andava maturando (con conseguente calo di euforia) da tre anni, vale la pena riscoprire la serie dei Nuovi Mutanti, perché fu proprio il lavoro svolto da Claremont-McLeod a ridare luce ai Marvel comics per un decennio.

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Il Risorgimento post-Silver Age

Claremont nel 1982 rimodella il repertorio iconografico e le strutture narrative dei vecchi comics della Silver Age e le rimpolpa di nuova verve immaginifica e profondità; un esempio su tutti è la graphic novel  Dio ama, l’uomo uccide, che sancisce una cesura qualitativa abissale tra i prodotti precedenti e quelli futuri. A mio avviso una delle scelte più azzeccate di Claremont è di creare un cast di personaggi alternativi e che strizzano l’occhio alle minoranze etniche, con annessa una maggior inclusione dal punto di vista sessuale. Multietnica e con più donne appare la terza generazione degli X-Men che si colorano di esotismi ma senza cadere nel ridicolo, la comparsa di maggiori personaggi femminili dona all’opera ampio respiro psicologico e si snatura, per fortuna, di quel machismo ormai demodè.

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I Nuovi Mutanti

La formazione originale dei Nuovi Mutanti è a dir poco intrigante:

Cannonbal, il timido ragazzino del Kentucky è in grado di volare usando come propulsore la forza della termodinamica con cui crea anche campi energetici.

Moonstar è un tipico nome nativo americano, infatti Danielle è membra della tribù Cheyenne oltre che… a essere la più grande telepate dotata di poteri illusori del mondo.

Il brasileiro Roberto Da Costa (Sunspot, nome noioso rispetto a quello originale) è ogni tanto un calciatore e spesso un dio del sole, con super forza e il potere di emettere raffiche di super flare solari.

La giovane Wolsbane sebbene sia scozzese non porta il kilt, ma preferisce la sua licantropia e esibire la sua pelliccia da lupa, in sintesi la versione teen e meno acida di Wolwerine.

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Karma è la prima leader degli X-Men a dichiarare la propria omosessualità, a rendere il personaggio ancor più sfaccettato è la sua origine vietnamita che magari può dire poco al pubblico italiano ma non a quello statunitense cresciuto con la guerra del Vietnan e i suoi raccapriccianti racconti. Karma è una telepate devastante in grado di possedere altri individui e gli animali, sa combattere e usare qualsiasi tipo di arma. E si, ha unito i Nuovi Mutanti in un gruppo.

Altri Nuovi Mutanti:

L’aliena Gosamyr, erede di una razza mostruosa annienta-mondi, dotata di grande empatia sa anche volare e diventare invisibile.

Magik, sorella del famoso e sovietico Colosso, capace di teletrasportarsi con degli speciali dischi e di usare la magia (beh dal nome che vi aspettavate?).

Viene da Nova Roma ma peccato per lei non ha l’accento della nostra Caput Mundi, Magma è una pirocineta, o torcia umana, o signora delle fiamme. Ma sa anche sfruttare i suoi poteri per controllare i movimenti tellurici (del sottosuolo) per scatenare eruzioni vulcaniche o magmatiche (anche qui il nome vi ha spoilerato tutto).

Shadowcat ovvero la signora della dissolvenza atomica, infatti la ragazzina più giovane della formazione è capace di sciogliere la propria struttura molecolare e attraversare ogni oggetto, la sua intangibilità le permette di essere uno dei personaggi più tryckster dell’intero Marvel Universe. Se non vi basta è la miglior amica di un drago alieno.

Outisders mutanti e orrore, combo vincente

Nessuno ne era convinto, ma la scelta di lavorare con personaggi complessi e dalle caratterizzazioni non stereotipate ha ripagato con il successo popolare. I Nuovi Mutanti con le loro nazionalità e storie personali si ritagliano un ruolo di primo ordine nel cuore dei fan, non che le altre storie degli X-Men fossero così edulcorate o povere di spessore ma con le narrazioni di Claremont si sfiorano abissi emotivi davvero interessanti che rendono la sua terza generazione una serie comics vincente.

Ma anche la nuova patina fantasy-horror ha dato a questa serie un rinnovamento totale, portando il Marvel Universe in una dimensione teen-urban fantasy molto catchy e che ha conquistato un pubblico affamato di storie e macabre visioni (erano gli anni anche dei pazzi drive-in e dei B-movie d’altronde!).