Un clamoroso autogol

Quando ho iniziato a giocare ai soccer game, non era raro che in alcuni di essi le squadre non fossero nemmeno composte da 11 giocatori.
C’era un solo tasto da schiacciare: piano per il passaggio, forte per il tiro.
Non esistevano le statistiche dei giocatori, e nemmeno la personalizzazione.

In Sensible World of Soccer, uno dei videogame di calcio più belli di tutti i tempi, i giocatori potevano essere soltanto bruni, biondi o di colore, tanto che alcuni calciatori dell’epoca non erano ricreabili “fedelmente” nel gioco. In SWOS ad esempio, la capocciona pelata di Gianluca Vialli non esisteva, ma sfoggiava una chioma bruna molto vintage, così come Fabrizio “Penna Bianca” Ravanelli (che i più nostalgici di voi ricorderanno) non poteva avere i capelli bianchi, ed allora diventava clamorosamente biondo.
Adesso invece i giochi di calcio inseguono le riprese televisive. Si deve cercare di far pensare all’utente: “Wow, sembra una partita vera”. Così ci lamentiamo se nel nuovo FIFA, le fattezze di un De Sciglio qualunque non corrispondano a quelle vere, o della lentezza di PES nell’aggiornare gli scarpini di Ibrahimovic o la capigliatura di Bale.
Anche il gameplay è, ovviamente, profondamente diverso. Ora i tasti da schiacciare sono mille, e tra il raddoppio di marcatura, contrasti, finte e controfinte, tiro a giro e tiro violento, giocare una partita ad un simulatore calcistico è tutt’altro che semplice o immediato.

Ecco perché, quando hanno annunciato il remake di Kick Off, storico titolo partorito dalla mente di Dino Dini nel 1989 su Amiga e Atari, da un certo punto di vista ero entusiasta. Sia per il fatto che il duopolio PES-FIFA, un po’ ha rotto le balle, sia perché un ritorno al passato, sebbene i precedenti tentativi di tornare in auge del già citato Sensible Soccer siano stati a dir poco fallimentari, incuriosisce sempre.
Un gioco di calcio “come quelli di una volta”, semplice, immediato e divertente, beh, a me attirava.

Purtroppo però la realtà si scontra costantemente con le aspettative.
L’entusiasmo della prima prova dura giusto i 10 secondi iniziali, in cui le squadre scendono in campo, si allineano per la “presentazione” della partita, la telecamera vola ad inquadrare il gioco dall’alto, e l’arbitro da’ il fischio d’inizio.
Poi ci si rende conto che di divertente questo gioco offrirà ben poco. Una volta che ci si è abituati alla velocità, un po’ più frenetica di quanto non ci si aspettasse, si prova ad effettuare le prime azioni palla al piede… e palle a terra.
Per mantenere il controllo del pallone infatti bisogna semplicemente andare in linea retta: spostarsi a destra o sinistra significa perdere la sfera. L’unico modo per tentare un controllo è tenere premuto il tasto R1, ma la velocità del giocatore passa da “Ferrari F40” a “Thiago Motta”, e per gli avversari rubarvi il possesso diventa facilissimo. Inoltre l’arbitro, per motivi a noi ignoti, si è scordato i cartellini a casa, quindi potete liberare tranquillamente il macellaio che è in voi; non rimarrete mai in inferiorità numerica.

Dino-Dinis-Kick-Off-Revival

Tutto ciò comunque non sarebbe neanche male. In fondo neanche avere il pallone incollato ai piedi sarebbe stato il massimo del divertimento, per cui potreste rallegrarvi del fatto che abbiano inserito un tutorial, ma solo fino a quando non scoprirete che invece di istruttivo non c’è proprio nulla. Si tratta di una specie di modalità allenamento con delle sfide da conseguire, ma che sono praticamente impossibili da superare, a meno che non sappiate già giocare. Un cane che si morde la coda, insomma.

Poi la fisica.
Ok, da un revival di Kick Off non è che ci si aspetti realismo al 100%, ma vedere giocatori che con una scivolata coprono la distanza di mezzo campo, a volte tenendo il pallone tra le gambe, francamente è sconfortante.
Battere i calci piazzati o le rimesse da fermo, è un incubo. Si deve prendere la rincorsa e cliccare l’unico tasto, ma a volte escono fuori delle sciabolate invereconde (tre rigori su tre li ho sparati clamorosamente in curva), mentre altre il pallone si sposta solo di pochi centimetri dal punto di battuta.

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Insomma, il gioco è tutt’altro che immediato, ma soprattutto è tutt’altro che divertente. Passato l’entusiasmo iniziale, come dicevo, a farla da padrona subentrano la noia e la frustrazione, perché crudelmente non c’è neanche la possibilità di cambiare le cose. Kick Off Revival è uno dei pochi giochi al mondo che nel menù principale non ha la voce “Opzioni”. Le modalità sono pochissime, amichevole offline ed online (che va abbastanza liscio, ma non è esente da lag), dove comunque si può giocare fino a 2 utenti soltanto, ed una modalità torneo (praticamente gli Europei di calcio), aggiunta peraltro con una patch. Davvero troppo poco.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.