Dune: Spice Wars è arrivato in accesso anticipato: un antipasto a base di sabbia, vermi del deserto, sangue e politica che promette bene.

dune spice wars

une non è solo uno dei capisaldi della fantascienza letteraria. Dune II è infatti considerato il primo RTS della storia, e ha dato quindi origine ai uno dei generi più prolifici su PC. Senza Dune non solo non avremmo molta fantascienza contemporanea, ma neanche i vari Age of Empires o Total War, per dire solo due fortunate serie. Eppure un gioco di Dune manca da più di vent’anni. Quale momento migliore per far tornare l’epopea di Herbert sui nostri PC se non in prossimità dell’uscita del colossal di Villeneuve?

Dune: Spice Wars è appena approdato in accesso anticipato su Steam, con un tempo ulteriore di sviluppo previsto di circa un anno. Ci troviamo quindi di fronte a un progetto ancora non completo, ma che già mostra la direzione intrapresa dagli sviluppatori in maniera chiara. La prima cosa da notare, per i giocatori storici dei giochi dedicati a Dune, è che questo nuovo tie-in non è un RTS ma un 4X: sempre un gioco di strategia in tempo reale (con pausa tattica), ma orientato alla conquista di territori e al loro sfruttamento, sulla traccia di Civilization o Endless Space, per citarne un paio.

La prima cosa che salta all’occhio è la scelta estetica operata dagli sviluppatori di Shiro Games: siamo abituati a una rappresentazione di Dune (e della fantascienza in generale) in chiave realistica, mentre questo Spice Wars vira verso estetiche cartoon, pur senza perdere il tono cupo e serioso che ben si associa alla drammatica conquista di Arrakis.

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Vedendo i primi trailer di Dune: Spice Wars la scelta mi aveva un po’ fatto storcere il naso, ma una volta avviato il gioco devo constatare che in definitiva questa funziona bene e non stona con il racconto.

Racconto che, in realtà, ancora manca in questa fase di accesso anticipato. L’obiettivo degli sviluppatori in questo momento sembra essere quello di puntare i riflettori sulle meccaniche e sulle differenze tra le fazioni, più che sulla narrativa. Dico “sembra” perché non è possibile ancora sapere che direzione prenderà questo 4X: può darsi che Shiro Games voglia fare all-in sulla parte ludica più che su quella narrativa, così come che gli eventi casuali che vanno a costruire la narrativa emergente tipica del genere verranno aggiunti successivamente.

In un momento specifico della partita ho notato una zona della mappa diversa dal classico deserto del pianeta Arrakis, e subito mi sono immaginato un pop-up che raccontasse qualche aneddoto attivando una missione secondaria. Non è successo, ma sono sicuro che la mia intuizione sia corretta e che nella versione definitiva troveremo diversi spunti narrativi – anche perché di materiale da cui attingere non ne manca.

Come dicevo, il focus in questo momento sembra essere sulle diverse fazioni che si contendono il pianeta e la Spezia, la risorsa più importante nell’universo narrativo di Herbert. Le fazioni giocabili sono al momento quattro: Casa Atreides, Casa Harkonnen, i Fremen e i Contrabbandieri. Non mancano, seppur non giocabili, le altre fazioni che compaiono nel ciclo di Dune, fazioni a cui dovremo rendere conto quando si tratterà di pagare le tasse (ad esempio).

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Ognuna di queste si gioca in maniera diversa, e tutte hanno i loro punti di forza e le loro debolezze. La differenziazione tra le fazioni mi è sembrata ben marcata, aprendo a prospettive più che interessanti per il futuro. Trattandosi di Dune non manca una spiccata parte di gestione politica all’interno del gioco: è possibile forgiare alleanze o piegare i nostri avversari con la forza, ma anche inviare spie o influenzare le decisioni politiche spendendo la propria influenza.

Ogni tot giorni in game è infatti possibile partecipare alle votazioni nel tentativo di far pesare l’influenza accumulata, sotto forma di punti, per far passare le leggi a noi più utili o per bloccare proposte scomode.

Tutto questo mentre cerchiamo di raccogliere la Spezia e mentre cerchiamo di non far conquistare i nostri territori. La Spezia è chiaramente la risorsa più preziosa, ma non l’unica necessaria alla sopravvivenza: l’acqua, l’energia e le risorse necessarie alla costruzione servono per mantenere a regime il nostro impero in espansione. Ogni zona dell’ampio pianeta ospita infatti un villaggio e una risorsa, e conquistare questi punti strategici è necessario non solo all’espansione ma anche a mettere al sicuro queste risorse, la cui mancanza impedisce la crescita.

C’è poi la componente militare, che al momento mi è sembrata ancora da mettere bene a fuoco ma comunque sulla buona base, con spunti interessanti come le difficoltà dei soldati Atreides di sopravvivere al fuori dei territori da loro già occupati per troppo tempo (a evidenziare le difficoltà di sopravvivenza dei non autoctoni) o la più facile gestione degli attacchi da parte dei Vermi della sabbia da parte dei Fremen.

Senza voler entrare nel dettaglio di ogni singola meccanica, quello che mi premeva raccontarvi è come l’ultima opera di Shiro Games sembri riuscire a riportare in maniera accurata le sensazioni che si hanno leggendo Dune di Frank Herbert. Come sarà il gioco completo lo scopriremo tra un annetto, ma per il momento c’è da essere ottimisti.