L’Italia in (ri)animazione

Spavaldo, ironico e dissacrante, East End è un prodotto artistico che stupisce sia per la provenienza che per i contenuti. Il film ideato da Luca Scanferla e Giuseppe Squillaci, alias Skanf e Puccio, è infatti di matrice italiana, sviluppato dal gruppo di animazione Canecane di Roma in collaborazione con lo studio canadese AIC di Toronto. Dal 3 maggio al cinema.

La vicenda si svolge nella periferia di Roma est.
Leo, Lex e Vittorio sono tre bambini come tanti, frequentano la stessa scuola e vivono nello stesso palazzo ma anche se hanno delle famiglie diverse li accomuna la passione per il calcio, e proprio l’attesissimo derby Roma-Lazio sarà il motore degli eventi che scatenerà una serie di conseguenze a dir poco catastrofiche. Il loro nuovo compagno di scuola, Ugo, convincerà i suoi cuginetti nerd ad hackerare un satellite per vedere la partita in diretta, ma purtroppo sarà scelto proprio un satellite militare super segreto degli Stati Uniti, utilizzato per dare la caccia al famigerato leader terrorista Al Zabir Muffat.

La trama è piuttosto semplice, inspessita però dalle varie sottotrame che riguardano i singoli personaggi e impreziosita da svariati siparietti esilaranti che vedono come protagonisti diverse “special guest” che vanno dall’ex presidente Obama, a Francesco Totti, a Federico Moccia a Papa Bergoglio.

Per quanto riguarda disegno e sceneggiatura, il cartone animato si posiziona esattamente tra South Park e I Griffinprincipali fonti d’ispirazione dei due autori. Proprio South Park è il prototipo su cui si basa lo stile grafico di East End, pur distanziandosene e mostrando un proprio tratto distintivo, anche per ciò che riguarda le animazioni, più fluide e dinamiche rispetto al celebre cartoon statunitense.

east end film

Fate largo che passiamo noi

La satira regna sovrana nel lungometraggio animato, ma con una classe che non urta la sensibilità del pubblico pur rimanendo molto intelligente e tutt’altro che scontata o puerile.

Il cartoon satirico non è certo una novità, ma quando il contesto è italiano le cose cambiano.
Le vicende sono infatti ambientate a Roma con protagonisti italiani, pur affacciandosi su un contesto internazionale. East End tocca argomenti che vanno dai tipici scandali all’italiana come le truffe edilizie o i falsi invalidi, fino a tematiche universali come il bullismo, le violenze domestiche o il suicidio, passando per la politica e la religione ma sempre utilizzando figure riconoscibilissime anche in contesti non italiani. Non poteva mancare il pupone Francesco Totti, venerato quasi come una divinità dai tifosi romanisti. Fantastiche anche le scenette che vedono protagonisti i due papi Bergoglio e Ratzinger, che convivono in allegria in stile “strana coppia”. Le canzoni dei Super Robot nella colonna sonora inoltre rappresentano un tocco di classe che di certo non sfuggirà agli amanti del genere.

Non possiamo nascondere quanto ci faccia piacere che l’Italia stia intraprendendo seriamente la strada dell’animazione – dato che il prodotto italiano più recente sono forse Le Winx – e che finalmente si stia sdoganando anche qui l’idea che i cartoni animati abbiano un target prettamente infantile. Ciò potrebbe dare il calcio d’inizio ad un vero mercato per l’animazione made in Italy, e magari bloccare la fuga di tanti aspiranti disegnatori e animatori che si ritrovano costretti a cercare fortuna lontano  dal Belpaese per dare vita alle proprie opere.
Nel caso di East End tra l’altro i registi parlano anche di una serie TV in cantiere, e noi non possiamo che aspettare con ansia l’episodio pilota.

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Censura sì, censura no

Attualmente è in corso una lotta con la censura italiana. Infatti East End potrebbe uscire nelle sale con il divieto ai minori di 14 anni, il che potrebbe risultare sia un bene che un male a seconda dei punti di vista. Non consentire la visione ai bambini limiterebbe la distribuzione nelle sale, tuttavia tali restrizioni hanno riscosso un certo successo nelle distribuzioni americane, stuzzicando la curiosità degli over 14, come è successo per esempio con film come Kick-Ass o il più recente Deadpool.

Sta di fatto che una situazione simile tira in ballo anche la questione riguardante l’idea che ha il grande pubblico italiano dei film d’animazione. Gli “adulti” di un po’ di tempo fa consideravano i cartoon robetta da bambini, da inserire nel palinsesto dopo un poco accurato taglia e cuci prima di essere trasmesso durante la fascia protetta, quando l’opera originale non trattava argomenti prettamente per bambini piccoli, oppure si relegavano anime giapponesi decisamente più adulti in reti private o semisconosciute. Gli adolescenti di allora sono ormai cresciuti e forse il panorama artistico nel nostro paese sta davvero cambiando.
Possiamo affermare con orgoglio che East End abbia tolto un grosso strato di muffa nel vecchiume del nostro cinema, riesumando un settore come quello dell’animazione, che davamo ormai quasi per morto.

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Verdetto:

East End non lascia nulla al caso: citazioni, personaggi, dialoghi, il tutto ha un significato preciso; le gag non cercano la risata facile ma sono intelligenti e cariche di un’ironia pungente senza essere mai troppo pesante. Non scende a compromessi, ci fa ridere e riflettere allo stesso tempo. Consigliamo caldamente di andare a vedere questo film anche e soprattutto per ciò che rappresenta.
Questo è un appello a tutti i nerd che si lamentano del fatto che l’Italia non investe mai diligentemente nell’animazione nostrana. Non importa se si troverà nel più sperduto cinema d’essay indipendente: organizzate delle gite, organizzate una raccolta firme per proiettarlo nella vostra città, ma il 3 maggio andate al cinema e comprate il biglietto per vedere East End! Un progetto simile merita il successo. Gli spetta di diritto.