Aiken: il cane di Bao incontra il daruma. Debutta ufficialmente a maggio Aiken, la linea di manga d’autore proposta da Bao Publishing.

Aiken significa “cane adorato” e con questo nome Bao ha deciso di inaugurare la sua prima collana manga, rimanendo tuttavia fedele al cagnolino del proprio logo. Cliff, il bulldog francese della casa editrice, viene fuso alla figura portafortuna del daruma, come buon augurio per una collana con cui Bao non vuole semplicemente unirsi alle altre case editrici specializzate in fumetto giapponese, ma anche proporre titoli e autori ancora mai giunti nel nostro Paese meritevoli dell’attenzione dei lettori italiani.

henshin

Una raccolta di idee e persone

Il primo titolo della collana Aiken è Henshin di Ken Niimura. L’autore è conosciuto già per essere l’illustratore di I Kill Giants, di cui uscì il film anche su Netflix. Stavolta abbiamo modo di approfondire la conoscenza dell’artista attraverso una sua raccolta di vere e proprie one shot, nelle quali racconta episodi di vita dei propri personaggi ma anche di sé stesso, con toni sempre diversi e mai banali, grazie anche al fatto di potersi definire un mangaka atipico: non costretto dalle rigide regole editoriali del manga prodotto in Giappone, Niimura ha potuto sviluppare le sue storie con la dovuta attenzione, creando delle piccole perle.

Giorni normali di vite straordinarie

Così vengono descritte da Bao questi slice of life. In effetti, in Henshin l’autore cerca di indagare l’animo umano sotto diverse sfaccettature, a cominciare da quelle più violente e tragiche, capaci di mostrarci tutto il peso di una società, quella giapponese in particolare, che ci spinge a dare il peggio di noi. La raccolta, infatti, si apre con il racconto Un poco di buono, per niente felice e con un finale in un certo senso inquietante. Ancora di più lo è il racconto Escursioni estive, dalla conclusione molto amara che corrisponde anche al climax del racconto stesso.

Niimura, infatti, opera la stessa tecnica in quasi tutte le storie, lasciando che il colpo di scena si manifesti alla fine, in tutta la sua forza ribaltatrice come nel caso di Merci o, di nuovo, in Escursioni estive. Un modo di narrare che ricorda, in parte, la costruzione degli haiku, il cui ultimo verso può capovolgere un’immagine o un concetto, mostrandoci un punto di vista alternativo.henshin

Lo “shock” ottenuto viene in parte riequilibrato dalla presenza di storie di vita vissuta dell’autore, nelle quali racconta ad esempio del suo desiderio di possedere un gatto (Il gattino e io) oppure della difficoltà nel trovare un nuovo soggetto. In quest’ultimo caso, Niimura si accosta vagamente alla figura dei colleghi mangaka, respingendo tuttavia la possibile somiglianza che si potrebbe cogliere poiché, sottolinea, lui non è nato in Giappone e non deve sopportare i ritmi estenuanti di queste figure, nonostante debba anche lui presentare nuove idee e name (bozze di storyboard), come ci spiega in Salieri.

Henshin, una parola, diversi significati

Niimura però non rigetta le proprie origini. Non solo i suoi personaggi e, si suppone dunque anche le ambientazioni, sono giapponesi nel nome e nell’aspetto, ma ha anche dato un titolo giapponese per l’intera raccolta, facendo una scelta stilistica particolare. Nell’allegra copertina dell’edizione Bao, infatti, si trova stampata la parola Henshin in katakana, uno dei due alfabeti sillabici della lingua giapponese, usato di solito per la traslitterazione di parole straniere ma anche per scrivere la lettura dei kanji cinesi, come si fa con l’hiragana. I kanji portano con sé il significato delle parole che compongono, che altrimenti in hiragana sarebbe fraintendibile a causa di molti omofoni.

È il caso anche di Henshin appunto: scritto 変身 significa trasformazione, quella che avviene nell’animo dei personaggi di queste brevi storie a seguito di fatti che scuotono le loro esistenze e li porteranno a cambiare mentalità, modi di fare, stile di vita e visioni d’insieme; se però utilizziamo questi kanji 偏心, essi significano eccentricità. Non possiamo fare a meno di pensare che anche questo significato sia calzante, soprattutto grazie a quei capitoli dove l’autore parla di sé e delle sue fantasie, le stesse che nutrono anche i personaggi di alcune storie in particolare, come Storia dell’ultimo treno o Diario della prima neve: quest’ultimo è un racconto completamente muto, che quindi affida tutto alla sola forza delle immagini, una scelta molto delicata considerando anche la sua ambientazione invernale e i suoi personaggi, due fratellini che cercano di vedere il lato positivo di una giornata di neve.

henshin

Un buon debutto

Questa è la prima opera che Niimura pubblica come unico autore, dopo I kill giants. La narrazione ha degli alti e bassi tra le varie storie, a causa di uno stile narrativo ancora un po’ acerbo e di una componente grafica non sempre curata: già il disegno di Niimura si può definire più approssimativo di quello dei mangaka cui siamo abituati, poiché fatto di tratti più sporchi e non troppo precisi. Forse anche le storie non sono veramente tutte pensate per essere delle semplici one shot e chissà se non sono semplicemente state rielaborate per renderle più brevi e adatte a questa raccolta.

Tuttavia, ogni racconto, a modo suo, fa il suo dovere nel provocare una piccola scintilla d’emozione nel lettore, la stessa di quando ci soffermiamo su quel che ci circonda e su avvenimenti, piccoli o grandi che siano, che ci smuovono l’animo. Non aspettatevi grandi colpi di scena o personaggi perfetti. Niimura ci presenta persone come noi, capaci però di andare oltre la loro semplice vita in un istante, attraverso i loro ricordi, le loro azioni e i loro rituali.

Per questo, alla fine, l debutto della collana Aiken nel complesso è piuttosto positivo: Henshin è una proposta iniziale che non impegna né affatica il lettore ma lo intrattiene e gli fa conoscere uno dei nomi di successo di casa Bao. A seguire, sempre per Aiken, usciranno due volumi della stessa autrice, Hisae Iwaoka: Fiori di Biscotto, un volume autoconclusivo e anch’esso raccolta di storie brevi, e Dosei Mansion, la prima serie vera e propria per la collana Aiken. Bao ha già anche annunciato nuovi titoli per il prossimo futuro, quindi attendiamo curiosi!

Alessia Trombini
Torinese, classe '94, vive dal 2014 a Treviso e si è laureata all'università Ca' Foscari di Venezia in lingua e cultura giapponese, con la fatica e il sudore degni di un samurai. Entra in Stay Nerd nel luglio 2018 e dal 2019 è anche host del podcast di Stay Nerd "Japan Wildlife". Spende e spande nella sua fumetteria di fiducia ed è appassionata di giochi da tavolo, tra i quali non manca di provare anche quelli a tema Giappone.