Era un po’ che non ci dedicavamo alla rubrica più amata dal disoccupato medio. Quella celeberrima Lavori Incredibilmente Ingrati che ha consacrato mestieri improbabili quale lo Stormtrooper o il Ghostbuster e che oggi, visto il tema decisamente BOLLENTE vi offre una rapida carrellata di motivazioni medieval fantasy sul perché fare il witcher (o Strigo che dir si voglia) è un qualcosa di caldamente sconsigliabile. Del resto lo scopo di questa rubrica è proprio questo: farvi passare la voglia di sognare quei lavori consacrati dai più disparati media nerdici analizzandone i contro con la più bruta e barbara franchezza. Del resto lo sappiamo che già dopo il celeberrimo trailer “killing monster” molti di voi si sono subito galvanizzati, figurarsi dopo aver messo mano al gioco che, per inciso, abbiamo eletto gioco del mese e su cui vantiamo millemila ore di puro godimento gdresco. Ciò detto, prima di esaminare le motivazioni che dovrebbero farvi desistere dall’intraprendere il duro mestiere dell’ammazza streghe, spendiamo almeno due righe su cosa diamine sia un witcher. Che si, siete tutti lì a sentirvi degli espertoni perché state giocando al terzo capitolo… vabè… andando incontro alla vostra ignoranza con un trabucco di informazione nerdica, spendiamo dure righe di preambolo sul mestiere in sé, non così universalmente noto come molti di voi ritengono.

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La figura del witcher in sé non è un qualcosa di puramente originale. Descritta da Andrzej Sapkowski nella sua celeberrima serie di romanzi, il witcher è fondamentalmente una versione cazzuta di un cacciatore di streghe classicamente inteso, di quelli che abbondano in un certo tipo di letteratura più o meno dai tempi dei fratelli Grimm. La differenza è che, avendo un forte sottotesto fantastico, i cacciatori di streghe di Sapkowski sono dotati di una serie di abilità e poteri tali da renderli decisamente più letali della media dei cacciatori classicamente intesi. Divisi in quattro scuole di addestramento (Lupo, Vipera, Grifone e Gatto), i witcher passano buona parte della loro esistenza nel dare caccia alle bestie ed ai mostri, il tutto sempre per l’ottenimento di un compenso e quasi mai per spirito di sacrificio o necessità politiche. Un witcher, ed è questo uno dei fulcri dell’interesse per i romanzi di Sapkwoski, è infatti apolitico e super partes il ché cozza non poco in quello che è un mondo invece fortemente politicizzato ed in cui i giochi dei re e degli imperi tengono in scacco the-witcher-656non solo il mondo ma la stessa, povera, umanità. Ma un witcher generalmente se ne fotte, e pensa solo al profitto, attraversando gli anni da una parte all’altra del mondo sempre e solo per la caccia grossa. I Witcher, dunque, sono particolarmente longevi, immuni alle malattie (ma non ai veleni) e sono dotati di un piccolo campionario di magie semplici, detti “segni”, con cui riescono in qualche modo a cavarsela anche contro le bestie più insidiose. La stessa parola “witcher” (originale: wiedzmin) la si potrebbe tradurre in “strego”, da cui “strigo”, e fu coniata dalle streghe per identificare in modo dispregiativo quegli individui maschili dotati di limitate capacità magiche. Oltre che alle sue capacità, un witcher è poi un maestro nel combattimento ed utilizza non una, ma ben due spade. Una in acciaio per gli uomini ed una in argento per i mostri. Questo in breve ma… perché il witcher è un lavoro di merda?

L’addestramento

Training___The_Witcher_by_sye93La premessa per definire il mestiere di witcher un mestiere del cavolo è già tutta qui e sta nel suo addestramento. Un witcher è infatti sottoposto ad un addestramento particolarmente duro in cui non si sprecano momenti di puro sacrificio in stile “tana delle tigri”. Ed in cui il più terribile corrisponde certamente alla celebre “prova delle erbe”. Ma che cos’é? Si tratta fondamentalmente di un momento cruciale nell’addestramento dei witcher in cui gli aspiranti strighi assumono un composto di origini misteriose che le scuole si tramandano da generazioni. L’infuso, composto da ingredienti alchemici e, per l’appunto, erbe, dona all’addestrando un gran numero di abilità, nonché resistenza sovrumana, immunità varie, un +5 ai tiri per colpire e se ti dice bene, anche una bella chioma argentea (a seconda che tu sia o meno un witcher videoludico s’intende… ma vabè). Il punto è che la prova delle erbe secca tra atroci sofferenze 7 aspiranti witcher su 10, da cui il celebre detto “non è detto che l’erba del vicino sia sempre più buona”. Potete quindi capire che già la sola idea di addestrarsi come witcher per andare incontro alla prova delle erbe non sia, di per sé, un’idea particolarmente lungimirante, a maggior ragione se l’addestramento non è rose e fiori e prevede combattimenti intensi, fustigate sui maroni, corse di livello olimpico e lunghe sessioni di studio su libri vetusti rilegati in pelle di ghoul. Perché si, un witcher non è solo un povero stronzo che fa roteare una spada in aria sperando di beccare qualcosa, ma è anche uno particolarmente istruito, che ha studiato libri su libri ed imparato a memoria complesse formule per la mescita di unguenti e pozioni. E siamo onesti… dove credete di andare voi con la vostra formazione da CEPU?

Il mondo è un posto crudele

Ma ok, ce l’avete fatta e siete riusciti a sopravvivere alla prova delle erbe. A questo punto siete pronti per fare il mestiere più duro che il vostro mondo può offrirvi. Perché siamo onesti: un mestiere in cui è previsto che tu affronti creature che nessun altro vuole affrontare non è di per sé un’idea vincente, a maggior ragione se quelle creature sono particolarmente violente e bastarde da mandare giù. Un witcher non si imbatte, infatti, nei semplici mostri con la faccia da coglione che cazzeggiano per le coste (si drowner parlo di te… sei il mostro più scemo del pianeta), ma si imbatte spesso in una serie di orrori da cui spesso e volentieri tocca scappare a gambe levate. Ok, il vostro addestramento è andato a buon fine, vi sentite forti e spavaldi, ma stiamo parlando di “robette” come golem, troll, grifoni… senza neanche voler scomodare le viverne, i draghi e tutta una serie di orrori notturni come ghoul, lich e spettri vari dai nomi più o meno folcloristici ma tutti accomunati dallo straordinario desiderio di farvi il culo a strisce. Ora, pur vero che il tasso di disoccupazione è quello che è ma non era meglio dedicarsi all’apicoltura? All’allevamento? No… tu vuoi ammazzare i mostri, e non è detto che i mostri non ammazzino te. Aggiungici poi il fatto che spesso la gente non ha con sé i soldi che REALMENTE pagherebbero il tuo duro lavoro et voilà, abbiamo già tutte le premesse per una vita triste.

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La gente ti odia

openworld-inhabitants-2.0Ma mettiamo che i mostri non ti ammazzino. Che tu sia il Geralt di Rivia della situazione (anche se conoscendoti avrai un nome immensamente più sfigato, tipo: Sigismondo da la Pallarrossata) e che tu sia riuscito in ogni cazzutissima impresa di pulizia mostrizia. Quel che non dobbiamo sottovalutare è la gente, il popolo, la plebe e tutti quei peones con la faccia da cojones che albergano le lande che, pur essendo brulle, saranno ogni tanto abitate. Ora, non so se voi lo sapete, ma questi tizi odiano i witcher e tutto ciò che è connesso al magico. Witcher? Al rogo! Mostri? Al rogo! Streghe? Al rogo! Mago Zurlì? PURE! Un witcher, per la sua particolare condizione di “uomo che non è più un uomo” è trattato come un qualcosa da evitare e, se possibile, da ghettizare. Il mondo ha bisogno dei witcher, perché sono loro i professionisti nella caccia ai mostri, ma col tempo la figura dello strigo, nella sua sovrannaturale particolarità, ha destato nel cuore della gente una serie di sentimenti astiosi che hanno portato, ben più di una volta, a situazioni di puro panico. Un esempio fu quando la scuola del Lupo (Kaer Morhen) fu attaccata da un manipolo di persone che, sulla guida di un mago, e infervorate dai contenuti del libro “Monstrum, o ritratto di un witcher” penetrò nella fortezza compiendo una strage. Molti witcher, nonostante i servizi offerti, sono stati perseguitati e pubblicamente uccisi, portando i membri attivi a poche decine di sopravvissuti. Aggiungete anche al  tutto il fatto che un witcher, per sua stessa ammissione, è un professionista e che molto raramente fa qualcosa in cambio di nulla. Questo non fa che accentuare odio nel cuore della gente che vorrebbe invece i servizi dello strigo gratuitamente. Molti paesi, inoltre, proprio in seguito al forte controllo territoriale attuato in virtù della guerra, hanno ampi manipoli di soldati sul campo che, pur non essendo capaci di contenere le minacce mostruose, rappresentano per i bifolchi un più affidabile (e gratuito) sistema di difesa dalle minacce mostruose. Unite tutto in un calderone di ignoranza et voilà: persecuzione di witcher a go go!

La solitudine e la povertà

E visto che il mondo è alle vostre calcagna o per scroccarvi una ammazzata di mostri in amicizia o per ammazzarvi in amicizia (laddove “amicizia” è un eufemismo che non vi vede partecipi) possiamo tutti più o meno concordare che la vostra è una vita solitaria anche perché i witcher, come saprete, viaggiano sempre da soli e solo raramente in coppia. Questo perché ogni witcher deve sostanzialmente pensare a sé ed ai propri guadagni ed è libero di aiutare il mondo come vuole, se vuole, quando vuole. Questo significa però che è la solitudine a farla da padrona anche perché, siamo onesti, non siete tutti protagonisti di un romanzo o di un videogame. Siete dei tizi temibili e odiati e per la logica che c’è a questo mondo la cosa più plausibile è che tutti vi evitino come la peste. Ok qualche amico potreste anche averlo, ma difficilmente questi vi seguirà in giro ad ammazzare mostri… sareste piuttosto voi degli amici di merda anche solo a proporglielo! In questo autentico momento di amarezza emotiva, mettiamoci anche due cose: la povertà e la pulizia. Abbiamo già capito che chi vi assolda è generalmente un poveraccio, il che significa che il vostro compenso non è mai buono come dovrebbe. Fate inoltre un mestiere in cui armi ed armature sono soggette ad usura e pertanto il più dei vostro guadagni se ne va in articoli da caccia. Siete poi spesso in viaggio e probabilmente tra sudore, sangue e frattaglie di mostro e allegre scampagnate palustri siete anche detentori di un olezzo archetipico. Il sunto è che la gente vi odia, siete poveri, siete soli e puzzate di carcassa rancida. E poi vi chiedete perché nessuno vi invita alle feste di corte?!

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Il tempo

W1_concept_vesemirUn witcher non è immortale, ma è longevo e questo si sa. A causa del suo addestramento, un witcher può vivere anche per centinaia di anni mostrando ancora un corpo relativamente giovane e, comunque, in salute. Una comprova di ciò è il witcher della scuola del lupo Vesemir la cui età non è meglio definita ma che corrisponde, in ogni caso, al più vecchio strigo vivente. Nonostante tutto Vesemir è in ottima forma e resta uno spadaccino formidabile evidenziando come nonostante i secoli (perché di secoli si parla) il corpo e la mente dello strigo restino in ottima salute. Bene, ok ma allora qual è il problema? Il problema è tutto il resto: amori, amici, compagni di viaggio che inevitabilmente andranno avanti mentre voi resterete immutabilmente indietro. Tutto il mondo attorno a voi pian piano morirà e come insegna la legge di Murphy, è possibile che le cose vadano anche peggio. Come è successo proprio a Vesemir i cui amici e compagni sono stati barbaramente trucidati ancora prima che diventassero vecchi. Vi aspetta una vita lunga e solitaria in un mondo che vi odia… no ma bello eh!

Il lascito

1419874968-witcher-3-steelbook-skellige-version-version-front_jpg_1400x0_q85Concludiamo questo nostro speciale dedicato alla professione dello strigo con una riflessione non da poco: un witcher non ha lasciti. Non nel senso di ricchezze o beni, ma nel senso umano del termine. Come le streghe, anche i witcher sono infatti sterili, cosa che per molti di voi significherà andare a mignotte a go go (tanto, dite voi, non dovreste beccarvi né candida né tigna) ma che per molti significa l’impossibilità di avere figli e, dunque, non di non scoprire le gioie della paternità. Al di la di ciò la sterilità comporta anche di avere una qualche forma di “scadenza” e di poter essere ricordati solo per quello che si è fatto e non per chi ci siamo lasciati dietro al momento della morte. Ma come capirete, in un contesto in cui voi siete più longevi che mai, lasciarsi dietro grandi opere finirà, col tempo, per lasciare dietro solo racconti sbiaditi o qualche leggenda. La discendenza e la memoria dei vostri pronipoti sarà, insomma, un qualcosa che non potrete mai sperimentare. Con la vostra morte, morirà anche il vostro nome. E diteci se non è la cosa più triste del mondo.

Come avrete letto fare il witcher è tutto fuorché divertente. Si tratta di un mestiere bastardo e crudele che cercherà di ammazzarvi ancora prima che possiate definirvi dei veri e propri mestieranti. Certo sarete immuni alle malattie e forse riuscirete persino ad arricchirvi ammazzando mostri a manetta. Ma lì dove non vi uccideranno i mostri o le bestie potrebbe farlo la solitudine, o il tempo o peggio ancora il mondo attorno a voi che, nonostante gli anni, si condenserà in una bolla… una bolla che vi odia e che non vede l’ora di appendervi su di un palo.