Durante questa edizione del Lucca Comics & Games abbiamo avuto il grande piacere di scambiare quattro chiacchiere con Nova, fumettista che ha realizzato molte autoproduzioni prima di approdare in Bao Publishing, debuttando col suo Stelle o sparo.
Ecco come è andata l’intervista.

Partiamo da una domanda banale. Come inizia Nova a disegnare? Come sei arrivata a esprimere te stessa attraverso il fumetto?

In realtà io ho iniziato a disegnare ancora prima di camminare. Ovviamente ho seguito anche una formazione seria, ho fatto la scuola di fumetto, ho fatto l’Accademia di Belle Arti, l’istituto d’arte. Però in realtà non è stato automatico pensare di farne un lavoro.

Stelle o Sparo rappresenta un viaggio. Si avverte quanto sia personale la storia e quanto le tue esperienze personali abbiano condizionato la narrazione. Ci vuoi raccontare come è nato questo fumetto?

Nasce effettivamente come una storia personale. È giusto dire che è un libro autobiografico, in cui volevo raccontare di un determinato periodo della mia vita. Ci tenevo a non rendere solo mie delle esperienze che avevo provato. Fare in modo che queste potessero essere utili anche ai miei lettori. Che potessero riconoscere in questa mia storia anche una fase della loro esistenza.

In un certo senso mi hai anticipato una domanda. Quale pensi che possa essere oggi il ruolo del fumetto?

Nel fumetto le persone possono riconoscersi, trarre rassicurazioni. Si divertono, perché ovviamente il fumetto non deve essere per forza istruttivo, ma in generale penso che possa essere più diretto nel fornire un messaggio.

Tornando alla graphic novel, parliamo dei personaggi principali, Stella ed Ed. Mi pare di capire che Stella sia ispirata a te.

Sì, a me e anche ad altre persone che orbitano nella mia vita. Per cercare di estraniarla un po’ dalla mia personale le ho cambiato il colore degli occhi e dei capelli.

Lei entra in un’impasse emotiva e direi che questa è la parte biografica.

Esatto.

E qui si innesta il tema del viaggio che, nella graphic novel, assume anche una forma interiore. In questo senso mi piacerebbe sapere cosa rappresenta per te questo archetipo letterario.

Semplicemente quando ti allontani dalla tua quotidianità riesci a capire molte più cose. Restando in una zona di sicurezza tutta la vita molte cose non le vedi, pur avendole sotto gli occhi.

Spostiamoci su Ed. Sappiamo che è ispirato a una tua amica, che desiderava essere rappresentata in maniera realistica.

Assolutamente sì! Voleva avere il naso grande! Ha il nasone e ci teneva molto che questo aspetto fosse riportato nel personaggio.

Cosa rappresenta per te Ed?

Lei prende la protagonista e la sprona. Le mette fisicamente in mano il biglietto per fare questo viaggio. Alle volte non è male avere un aiuto esterno per smuovere un po’ le cose. Una cosa banale come regalare un biglietto ti può cambiare l’esistenza.

Nel tuo fumetto molti hanno sentito anche la voce di una generazione, quella che come Stella nella tua opera sembra giunta in un’impasse emotiva. Un momento che viviamo in tanti, in cui non si riesce ad andare né avanti, né indietro. Quale pensi che possa essere il tuo contributo al riguardo?

Ho avuto dei riscontri molto positivi su questo aspetto e ne sono davvero felice. Molti lettori vengono da me a dirmi quanto questo fumetto li abbia aiutati. Siamo davvero una generazione accomunata dallo stesso problema e parlare di questa storia fa capire a tutti che non siamo isole. Ci fa sentire meno soli parlare. Mi fa davvero piacere che altre persone si siano riconosciute in questa storia.

intervista a nova

Questa tematica ti ha avvicinato molto a un altro grande autore di BAO Publishing. Molti hanno tirato fuori il paragone con Zerocalcare. Come vivi questa cosa?

Quale atroce dilemma (ride n.d.R.)!

Immagino sia un bel convitato di pietra.

Sì. Non è facilissimo essere accostati a lui. È un autore che adoro e che stimo tantissimo, e che sia nato un paragone con lui è una bella responsabilità. Abbiamo tematiche simili e parliamo allo stesso range generazionale, con un linguaggio simile, ma siamo persone diverse e questo si riflette nel nostro modo di raccontare, che ha in realtà delle differenze.

Parlando di stile, a chi ti senti più vicina?

Matsumoto, sicuramente. La sua impronta è riconoscibile nei miei lavori. Capita di riproporre spesso le cose che ti piacciono. Le metabolizzi e le riproponi in un modo che diventa tuo.

Dei tuoi progetti futuri cosa ci racconti?

Sto lavorando al proposal per il nuovo libro. Sarà una storia più soft e più divertente. Vorrei fare qualcosa di più raffinato a livello di humour nero. Ho scelto di iniziare con una storia un pochino più seria perché penso che non si possa più tornare indietro. Se si sceglie di partire con un libro davvero divertente, con un umorismo eccessivo, poi il pubblico si aspetta solo quello. Stelle o sparo rappresenta una fase della mia vita, ma non la mia vita stessa, la mia persona attuale.

Prima di salutarci abbiamo un’ultima domanda. Sei di fronte alla te stessa di qualche anno fa: cosa le diresti di cambiare per migliorare la sua carriera di fumettista?

Io non me l’aspettavo che sarei stata qui da autrice (ride n.d.R.)! È il primo Lucca Comics & Games da autrice e mi direi: “hai visto, adesso sei dall’altra parte della barricata dei nerd!”.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.