Quando l’attesa del gioco non è essa stessa il gioco

Durante la Milan Games Week abbiamo avuto la possibilità di provare Metro Exodus sviluppato da 4° Games e pubblicato da Deep Silver: verrà rilasciato il prossimo 22 febbraio.

Exodus va a continuare il filone della saga letteraria di Glukhovsky ed è infatti ambientato nel 2036, due anni dopo gli avvenimenti di Metro: Last Light.

Ovviamente, se avete giocato i due capitoli precedenti, sapete benissimo che in Last Light c’era la possibilità di arrivare a un doppio finale a seconda delle azioni eseguite durante il gioco. Senza fare spoiler, Exodus altri non è che il proseguimento del finale chiamato “Redenzione”.

La suggestione come primo elemento

Eccoci qui, di nuovo, in Russia, siamo Artyom, quel ragazzo che si era fatto in quattro per salvare i propri concittadini dalla minaccia dei Tetri e ci era riuscito, senza capire che in realtà era l’umanità a stare dalla parte del torto, ma queste sono altre storie, che appartengono ai primi due capitoli di Metro.

Adesso siamo nel 2036 e sono passati due anni da Last Light e come al solito Metro non ci risparmia, ci sbatte sott’acqua, non sappiamo neanche come sia successo, rischiamo di annegare fino a quando una figura ce ne tira fuori. È una donna vestita in maniera strana, una selvaggia, non è un’abitante della metro. Ci salva, ma poi fugge via perché qualcosa sta arrivando.

Quando ci svegliamo siamo di nuovo soli, noi e Artyom, in una landa sconfinata, non siamo a Mosca, ci troviamo a est, prima dei monti Urali, abbiamo una missione, ma il gioco non ce la svela.

Siamo allo sbando sin da subito e come dar torto al gioco, è uno dei suoi punti di forza. Procediamo quindi a tentoni cercando di orientarci con la nostra fidata bussola. Quello di cui ci rendiamo immediatamente conto è che la natura, soprattutto in questo capitolo, ci sarà avversa. Orsi, lupi, serpenti e altri animali ostili si pareranno davanti a noi e le nostre scelte saranno poche, pochissime.

Neanche il tempo di trovare una balestra che subito veniamo attaccati da persone ostili: non sappiamo chi sono, ma non abbiamo neanche il tempo di pensare, dobbiamo combattere.

La nostra prova è durata poco più di un quarto d’ora e non abbiamo avuto la possibilità di carpire moltissimo dalla trama, ma ciò di cui ci siamo resi conto è la scarsità sia delle munizioni che dei filtri dell’aria. Questo nuovo Metro sarà sicuramente più difficile dei suoi predecessori e richiederà molto più senso strategico soprattutto per le fasi di stealth.

Exodus: una gioia per gli occhi e per le orecchie

Avevamo già avuto il piacere di notare l’evoluzione della veste grafica di Metro nei vari trailer usciti negli scorsi mesi, ma adesso che siamo riusciti a giocarlo non possiamo che confermare che a livello grafico ci troviamo davanti a un gran bel lavoro. I dettagli delle texture sono impressionanti e allo stesso modo le animazioni risultano essere credibili e ben elaborate. Le luci e le ombre ci immergono completamente nella vastità della natura e ci permettono di sentirci tutt’uno con essa.

Tantissimi miglioramenti sono stati apportati a tutto il comparto tecnico e anche alla giocabilità che, se prima era sicuramente ben strutturata, adesso sembra aver compiuto un ulteriore passo in avanti.

Ovviamente è difficile giudicare un gioco dopo averlo provato per un quarto d’ora, ma la prima impressione è decisamente positiva. Ci sarebbe piaciuto riuscire a carpire ulteriori dettagli a livello di trama, ma dato che abbiamo aspettato per più di due anni cercheremo di non farci pesare l’ulteriore attesa di quattro mesi.

Un elemento che ci ha colpito è stato il comparto audio, migliorato a tal punto da fare in modo che diventi una sol cosa assieme alla visione del giocatore. Ogni rumore del vento, ogni animale che striscia nell’erba alta, ogni passo: è tutto chiaramente percepibile e fa in modo che il giocatore resti sempre sul chi vive perché i pericoli del mondo post-apocalittico di Metro si nascondono dietro ogni angolo.

Altra aggiunta accattivante è quella del ciclo giorno/notte che permette al giocatore di cambiare stile di gioco e combattimento non solo a seconda dell’ambiente, ma anche dell’ora. La notte va ad agevolare grandemente la modalità stealth del gioco che già prima offriva tantissime possibilità.

Sara Tamisari
Romana, laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice e Social Media Specialist per Stay Nerd ed esploratrice di galassie lontane nel tempo libero. Libri e videogiochi sono la sua passione. Quelli belli. Quelli di Fantascienza, quelli che affrontano tematiche LGBT, quelli che portano a una maggiore consapevolezza di se stessi. Diventano ossessione, tanto che scriverci sopra è ormai indispensabile. Founder di AndroideClandestina.com: l'ossessione diventa blog.