Mortal Kombat X Recensione: It’s about the blood

Quando nel 2011 uscì Mortal Kombat 9 fu quasi una scommessa. Una scommessa lanciata proprio da Ed Boon, storico creatore della serie, nel tentativo di dare nuova linfa a quello che, pur essendo un brand storico, si era perso negli anni in una serie di cazzate decisamente compromettenti, e con una serie di uscite non proprio in gran lustro. Tra Babality, pseudo picchiaduro a scorrimento e capitoli non proprio emozionanti, Mortal Kombat si era insomma eclissato. Mortal Kombat 9 fu allora tanto un sequel quanto un reboot e riuscì a consacrarsi come un nuovo punto di inizio per il brand, facendo piazza pulita di ogni cavolata e riscrivendo da zero il suo gameplay, configurandosi come una versione in rivista e corretta di quanto di buono ne aveva decretato il successo. E fu un bene. Con questa premessa non c’è alcuna meraviglia dietro l’hype messo su per Mortal Kombat X, gioco che a prescindere dalle affezioni dell’utenza per il genere (e per il brand) ha portato con sé una buona dose di aspettative. Aspettative che, diciamolo subito, si sono in gran parte realizzate. Ora non ci resta che dirvi il perché.

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Questione di stili

Riprendendo le redini lì dove le avevamo lasciate con il precedente capitolo, Mortal Kombat X ci presenta un’interessante modalità storia in cui, a differenza di gran parte dei picchiaduro moderni (specialmente quelli jappo) il team si è preso la briga di raccontare qualcosa, e di farlo anche decisamente bene. Certo, la premessa è che siate inclini a quelle esagerazioni tipiche del brand, in cui non manca anche qualche lieve buco narrativo ma, tutto sommato, la storia ha comunque il suo senso e, metti, a volte persino il suo fascino, andando avanti per circa 5/6 ore e concatenando quasi del tutto priva di schermate nere e caricamenti, quello che è un lungo flusso di eventi in cui i video in computer grafica (e sovente contenenti qualche semplice quick time event) si susseguono agli scontri. Un qualcosa, insomma, di spettacolare e appagante che farà sicuramente la gioia dell’utente single player assieme a quella che è una mole veramente consistente di contenuti. Ma prima parliamo del roster.

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Composto da 24 kombattenti (25 se avete ottenuto in pre-order Goro), Mortal Kombat X presenta un’interessante novità che va in parte a ripescare quella che era una trovata, non proprio riuscita, di MK: Deadly Alliance, ossia gli stili di combattimento. In questo capitolo ogni personaggio gode infatti di ben tre stili di combattimento che, basandosi sul suo background e sulle sue caratteristiche fisiche, permettono al giocatore di selezionare, in soldoni, una serie di attacchi caratteristici (le Mosse Speciali) che premino mortalkombatxgameplaydeterminate situazioni ludiche che, generalmente, si traducono nella portata degli attacchi (ossia più efficienti da vicino, sulla media distanza piuttosto che da lontano). L’introduzione dei tre stili, selezionabili liberamente al momento della scelta del kombattente, è una trovata decisamente interessante che, pur non traducendosi nell’effettiva triplicazione del roster, differenzia in modo interessante e consistente i personaggi, donandogli dei move set propri e, comunque, sempre ben bilanciati, cosicché più che per efficienza, la scelta di uno stile è una mera questione di gusto tecnico e capriccio tattico. L’idea è davvero intrigante, e dona un aspetto singolare a quello che è un roster già ben caratterizzato e differenziato in cui i dislivelli ci sono, ma sono pochi e mai davvero insormontabili. NetherRealm ha insomma lavorato di fino per cercare di bilanciare i suoi personaggi e sebbene taluni siano un pochino sgravi (giusto qualche nome: Jaqui Briggs, Ermac e Scorpion), il roster si comporta complessivamente molto bene, con anzi un ottimo amalgama tra le facce vecchie e quelle nuove, tutte perfettamente calate nel contesto del brand. Parlando invece del gameplay duro e puro, MK X è semplicemente l’evolzione rifinita del lavoro fatto con il precedente capitolo presentando, su tutto, un gameplay decisamente votato all’attacco ed alla frenesia. Torna, inoltre, la barra della super che divisa in tre parti permette lo sblocco di determinate mosse strategicamente fondamentali come il potenziamento di una mossa speciale base (situazione che, di fatto, realmente potenzia un colpo liscio permettendo di infliggere più danno o allungando una combo), la breaker (che costa due parti della barra e che interrompe coattamente una combo avversaria) e le impareggiabili X-Ray. Mosse che consumano l’intera barra e che scatenano sull’avversario un attacco devastante e spettacolare.

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Le X-Ray, introdotte in Mortal Kombat 9, sono una manovra sempre utile e tatticamente funzionale, capaci di sovvertire l’esito di uno scontro in un battibaleno, accompagnando il tutto con una mossa violenta e visivamente spettacolare che, come saprete, consiste in una visione radiografica degli effetti del colpo sul corpo avversario. Con ossa che si rompono, organi che collassano e sangue a catinelle. Ma non è tutto, perché con questo capitolo il team ha anche introdotto un nuovo indicatore a schermo, quello della stamina. Una piccola barra che si rigenera da sé che serve sia a correre che ad effettuare le breaker. Effettuando scatti o correndo, la barra si consuma vertiginosamente e impedisce di effettuare le breaker, situazione che può presentarsi – ovviamente – anche in senso opposto, lasciandoci impossibilitati a scattare velocemente per evitare i colpi avversari. La stamina, tuttavia, rigenerandosi velocemente, non costituirà mai un vero e proprio problema, risultando fondamentale solo in quegli scontri contro giocatori reali che potrebbero competere nel circuito professionistico. Si tratta, insomma, di un’introduzione squisitamente hardcore, che pur non avvicinando Mortal Kombat alla scuola giapponese del picchiaduro duro e puro (leggi: Street Fighter) rende la strada di Ed Boon un’alternativa occidentale più che valida e gratificante. Non mancano poi le interazioni con lo scenario, alcune delle quali concetualmente molto interessanti e disponibili in una buona varietà tra vecchine volanti, muri su cui saltare, liane su cui penzolare e cadaveri vittime della risacca.

FATALITY!

mortal kombat fatalMa lo sappiamo! Lo sappiamo che volete il sangue e le budella e spendiamo quindi due parole sulle Fatality, qui ovviamente presenti e disponibili in due varianti per ogni giocatore. La prima già sbloccata di default, la seconda da reperire invece nella Krypta (in questa incarnazione veramente ben fatta e di cui parleremo tra poco). Le Fatality, vero e proprio marchio di fabbrica del gioco, sono come sempre truculente e tamarre al punto giusto sebbene non tutte siano propriamente memorabili e non tutte siano facilissime da realizzare. Per fortuna la pratica, unita ad una sezione della zona di allenamento dedicata proprio alla loro memorizzazione, vi aiuterà non poco a spratichirvi, dandovi la possibilità di concludere gli scontri come solo in Mortal Kombat possono concludersi. Il team, come per le X-Ray ha comunque profuso in certo impegno per renderle anatomicamente spettacolari, sezionando i corpi dei kombattenti come solo sul dizionario di anatomia di Grey si potrebbe vedere. Entra poi in ballo, da questo fatalitycapitolo, una controversa soluzione all’uso delle Fatality per chi proprio non riesce a combinare due o tre movimenti sulla croce direzionale, ossia le Fatality semplificate, utilizzabili per mezzo della combinazione di due soli tasti (R2 + Quadrato o R2 + Triangolo) e ottenibili nel corso del gioco per mezzo di appositi token (invero abbastanza rari) reperibili nella Krypta. In alternativa un comodo e controverso pacchetto di 50 token è già apparso sullo store al day one, appannaggio di chi vuole il sangue… senza sudare. Ma non solo di Fatality vive il giocatore di MK, tant’è che fanno il loro ritorno in pompa magna anche le truculente Brutality, vere e proprie mosse di chiusura attivabili nel momento in cui si infligge all’avversario l”ultimo, sudatissimo danno. Le Brutality, quindi, non possono essere attivate nel momento che precede la fatality (quando l’avversario resta qualche secondo in piedi e intontito prima di crepare), ma devono essere calcolate con il giusto timing proprio durante lo scontro. Esse sono sbloccabili solo nella Krypta, e prevedono una pratica deciamente maggiore che per le fatality, nonché una certa dimestichezza nell’uso del personaggio in uso, e sono disponibili in tre forme, una per ogni stile.

Scalare la torre… e farla crollare!

Sempre in tema single player, come da tradizione, Mortal Kombat X presenta un’offerta di contenuti ludici francamente invidiabile e, seppur parliamo sempre e solo di menare le mani, dobbiamo ammettere che gli escamotage per farcele menare sono decisamente numerosi, tali che il nostro prurito alle mani non si è ancora estinto ed è anzi più vivo che mai. Conclusa la storia, il giocatore non se ne starà con le mani in mano, e ciò senza neanche necessariamente lanciarsi nel gioco online. Le Torri, infatti, verranno ben presto in vostro soccorso, presentandosi come una serie di sfide decisamente intriganti e spesso ostiche. Abbiamo fondamentalmente due categorie di torri, ognuna con tre eventi distinti: le classiche e le viventi.

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Le Torri classiche altro non sono che le modalità tipiche dei picchiaduro, ossia la modalità arcade, quella di sopravvivenza (con avversari infiniti e non) e quello che è un classico di MK, ossia le prove di forza, in cui pigiando forsennatamente i tasti del pad occorre spaccare in due materiali sempre più duri. Se già le Torri classiche rappresentano un bel modo di intrattenersi, con le torri viventi (disponibili previa connessione) le cose si fanno ancora più sfiziose. Le tre torri viventi sono infatti generate randomicamente per offrire una sfida settimanale, una giornaliera ed una oraria. Ogni scontro della torre (il cui numero di incontri è variabile) è poi soggetto a diversi modificatori, per lo più negativi, come anche ad eventi che si manifestano sul campo di battaglia per renderci le cose sempre più difficili. Si tratta di un escamotage davvero interessante che amplifica, virtualmente, l’offerta ludica all’infinito, già per il solo fatto che con la torre oraria è disponibile di ora in ora una sfida diversa. Non maca poi la possibilità di crearsi una propria torre, per poi inviare una sfida agli amici onde dimostrare nel proprio circolino di kombattenti, chi è il miglior kombattente del quartiere.

A spasso nella Kripta

mortal-kombat-x-goro_big_2E veniamo alla Kripta, una di quelle cose che in Mortal Kombat non può proprio mancare, e qui presente in una versione decisamente divertente e ben costruita. Ma di che stiamo parlando? La Kripta è un luogo nel gioco in cui è possibile spendere i gettoni vinti nel corso delle varie attività di gioco, siano essi gli scontri della storia, piuttosto che quelli online o delle torri. I gettoni vanno quindi utilizzati per aprire quelli che una volta erano dei sarcofagi, e che oggi si presentano sotto forma sia di lapidi, che di cadaveri appesi, che di forzieri e che contengono una serie considerevole di goodies, sia utili al gioco (come lo sblocco delle brutality e dei costumi) sia semplicemente da ammirare come bozzetti, concept e quant’altro. Se prima la Kripta non era nulla più che questo: un enorme stanzone pieno di bare, con Mortal Kombat X si presenta come un vero e proprio gioco nel gioco, facendo il verso ad un certo stile “dungeon crawler” in prima persona, e con tanto di un’ampia mappa esplorabile piena di segreti, oggetti da reperire e zone da sbloccare.

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Nel nostro test, lo sblocco dell’intera mappa ci è costato circa tre ore di esplorazione, ed il fatto che ogni anfratto sia stato costruito ad arte, ha reso questa esplorazione anche molto godibile e ben architettata. Non mancano poi occasionali eventi improvvisi, come l’attacco di un mostro o di un lupo, con cui saltare dalla sedia e rispondere con la pronta pressione di un tasto per un semplice quick time event. La sezione, insomma, ci è piaciuta e se ci abbiamo messo tre ore per esplorarla tutta, ci metteremo almeno dieci volte tanto per aprire ogni singola cassa, senza contare che molte di esse sono nascoste in stanze segrete, e che talune si presentano al giocatore solo in determinati momenti del gioco. Insomma: bellissima!

La guerra delle fazioni

subzeromortalkombatxrecensioneSe il comparto online di Mortal Kombat 9 si era rivelato deludente sotto tutti i punti di vista, con MK X il team di Ed Boon si è decisamente dato una svegliata, creando al sistema online un’infrastruttura a punti che premia gli sforzi del giocatore durante TUTTO il gioco, sia in modalità online che offline. Tale sistema, chiamato “fazioni”, vi chiederà di selezionae una delle cinque fazioni della serie (Lin Kuei, piuttosto che Forze Speciali e così via) e di accumulare per la fazione dei punti in quello che è uno scontro continuo, con tanto di classifica, con le altre quattro fazioni comprendenti giocatori di tutto il mondo. Salvo la Krypta e l’allenamento, qualunque attività intraprendiate nel gioco vi permetterà di ottenere punti fazioni, fino a un massimo di 1000 punti mensili, che andranno a sommarsi nella scalata al potere con conseguente sblocco di un ottimo numero di bonus in e out game. Tra bozzetti, disegni, ma anche oggetti per modificare la propria gamer tag, a cui sono annessi dei bonus attivi che vi premiano in punti esperienza o gettoni. Alle fazioni è anche unito un interessante sistema chiamato “invasione” che si manifesta randomicamente e premesso il gioco sia connesso all’infrastruttura online. Quando si manifesta una invasione, al giocatore si renderà disponibile una torre da affrontare, dedicata esclusivamente all’ottenimento dei punti fazione, nonché un Boss (decisamente cazzuto da menare) che vi assegnerà un bonus in base al vostro tempo di sopravvivenza. Dulcis in fundo si sbloccherà un evento randomico chiamato “assassino” in cui potrete incappare durante le normali partite nelle Torri, e che consisterà in uno scontro a sorpresa con cui, ancora una volta, ottenere punti. Le fazioni sono un bello sprono all’attività di gioco, invogliando il giocatore a darsi da fare in rete come no ma la loro durevolezza è demandata ad una sola cosa: l’inventiva del team di sviluppo. Ora come ora, partecipare all’invasione non è poi granché, ma magari col tempo si potrebbero creare piccoli eventi a punti sempre più intriganti, facendo sì che la sezione fazioni diventi una modalità a sé con cui collaborare per la conquista del mondo.

Kombattimenti online

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E l’online? Mortal Kombat X si prodiga, oltre alle fazioni, di offrire un parco di attività online decisamente numeroso e interessante in cui, al di la della canonica partita Vs, si può partecipare a sfide in squadre o persino ad una modalità “Re della collina”, con tanto di varianti. Non mancano poi incontri con modificatori (sino a 6) che presentano le situazioni più disparate, nonché la possibilità di osservare delle partite in corso per dare un’occhiata ai giocatori più cazzuti del mondo. Ora, qual è il problema? Il problema è che il matchmaking è, purtroppo, molto ferruginoso e salvo non si disponga di una connessione in fibra e cablata, il ping degli scontri è sempre mortal_kombat_x_gorefarlocco e inadeguato. Su un campione di 20 e più partite, per intenderci, oltre la metà ci ha dato problemi di lag non da poco, con tanto di cadute di connessione improvvise. E badate: abbiamo testato il tutto su una rete decisamente performante con cui abbiamo lungamente giocato anche a titoli massivi come Destiny. Anche la connessione ai server è lenta e macchinosa, e costa una serie di passaggi del tutto superflui che rallentano di molto l’ingresso in partita. Tanto per dirne una: il gioco mostra una schermata di connessione alla sessione online tanto quando entrate in partita che quando ne uscite… se sto uscendo che diamine di connessione online stai caricando? A tale connessione si associa poi un ulteriore momento per la creazione di matchmaking che non solo è lento, ma spesso (e specialmente nello scontro a squadre) non riesce neanche a cercare rapidamente dei giocatori disponibili, con il risultato che per avviare una partita ci sono voluti, un paio di volte, anche 10 o 15 minuti! Per il resto quando il gioco funziona e la connessione va, non si segnalano altri disturbi ed anzi, NetherRealm ha introdotto una simpatica “finishing” per gli avversari, chiamata “Quitality” che si verifica quando un giocatore esce coattamente dalla partita, esplodendo sul colpo ed assegnandovi la vittoria con tanto di punti.

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Il sangue, le ossa, le texture

Prima di concludere, dedichiamo un breve spazio alle caratteristiche tecniche del lavoro di Boon e compadres che testimonia, lo diciamo subito, un impegno del team che molti competitor, sinceramente, si sognano e che impone Mortal Kombat X come un’ottima esperienza grafica. Intendiamoci: non c’è nulla qui che faccia gridare al miracolo, ma è innegabile come il titolo sappia decisamente difendersi bene, presentando un motore di gioco performante e privo di inciampi, anche in scenari con una certa vita alle spalle dei giocatori, e diversi elementi interattivi. Sia i modelli dei personaggi, come gli scenari, sono ricchissimi di dettagli ed il gioco da il meglio di sé in quei momenti particolarmente violenti quali sono le X-ray e le Fatality in cui, come detto, il team si è profuso con impegno e maestria creando dei modelli anatomicamente belli da vedere e da squartare. Certo, parliamo di un titolo che non è capace di mostrare i migliori pregi tecnici delle console attualmente sul mercato, configurandosi piuttosto come un ottimo cross-gen e nulla più. Tuttavia, allo stato attuale, Mortal Kombat X è, tecnicamente parlando, certamente il miglior picchiaduro disponibile sulle nuove console e conta, a parer nostro, su di una fluidità invidiabile e granitica, tale da offrire un’esperienza di gioco decisamente appagante.