steve-urkel-true-champCi sono tante cose che definiscono un nerd, e si passa da dogmi meramente stereotipati (metti: un paio di occhiali spessi), a questioni più concrete e realistiche, come magari la passione per un certo tipo di letteratura o, ancora, per determinate categorie ludiche. Un nerd, che non è tale in quanto clone di Steve Urkel (a cui, nonostante gli anni, continuiamo a volere un gran bene) è però, soprattuttamente, uno colto. Uno che studia, si informa e, secondo la celeberrima filosofia del Trial & Error, impara con dedizione. Ecco perchè i nerd sono anche degli eccellenti studenti (spesso ma non sempre) e degli inattesi linguisti. La nerd culture trabocca, infatti, di linguaggi inventati più o meno celebri, alcuni dei quali sono entrati così prepotentemente nella pop culture, da essere noti anche se non si ha la più pallida idea sulla loro origine o sulla loro pronuncia. Da bravi nerd recidivi abbiamo quindi deciso di stilare per voi la classifica dei “7 lingue inventate che dovresti imparare”! Che non si può mai sapere che nella vita non ti serva insultare qualcuno in una lingua scrauza, soprattutto se è fan di Ja Jar Binx!

7 – Dothraki & Valyriano – Game of Thrones Universe

dothraki_thumb[7]Si, è vero, parliamo di due lingue che in realtà dovrebbero avere come riferimento il ciclo letterario de “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” più che la serie tv, ma il punto è che è proprio con la serie tv che le due lingue sono state strutturate e definite per ovvie necessità recitative. Concepite da Martin solo in parte, e presentate nei libri senza una precisa definizione glottologica, l’ingrato compito di renderle “reali” è stato affidato al linguista David J. Peterson che vinse un contest indetto dalla HBO per l’invenzione del Dothraki di cui costruì la fonetica, la grammatica, e oltre un centinaio di vocaboli. Sempre per la HBO creò poi, in concomitanza alla produzione della terza stagione del serial, l’Alto Valyriano, che tanto piace a Daenerys. Peterson, tra le altre cose, è anche artefice di una lingua concepita per il serial ma ancora mai udita, lo Skroth, la lingua dei “white walkers” poi tagliata dalla serie quando ancora era in produzione la prima stagione, in virtù di suoni gutturali e più “mostruosi”. Non abbiamo tracce di persone che si siano cimentate nel’imparare le lingue create in GOT per diletto, ma visto il lavoro di questo eminente linguista, la cosa è teoricamente possibile.

 

6 – Neolingua – 1984

big-brother-is-watching-youLingua artistica per antonomasia, ma paradossalmente poco nota tra i nerd odierni, la neolingua fu creata da George Orwell per il suo celeberrimo (e diamine, diciamolo: BELLISSIMO) romanzo 1984. La neolingua, tuttavia, non è solo un linguaggio inventato, ma una vera e propria forma di metalinguaggio, utile a comprendere meglio anche lo spirito che pervade tutto il romanzo, premesso un minimo di ragionamento. Nel mondo immaginato da Orwell, dunque, la neolingua è utilizzata dagli adepti del partito Socing, con la chiara intenzione di sostituire il linguaggio comune (archeolingua) affinché ogni pensiero contrario al partito ed alla sua ideologia sia soppresso a priori, ossia nei significanti del linguaggio umano. E dunque, onde evitare un pensiero “eretico” nella neolingua non esistono parole che possano in qualche modo contraddire il regime. Come? Fondamentalmente impoverendo il linguaggio attraverso una serie di regole che eliminano l’uso di certe forme lessicali in favore di altre, la cui concezione va divisa in due lessici diversi, A e B, uno per l’uso corrente, ed uno squisitamente dedicato al pensiero partitico. Se vi va di saperne di più, comunque, vi basterà leggere 1984, che di per sé contiene un ricchissimo compendio sulla Neolingua scritto proprio da Orwell ai tempi della pubblicazione. Dovrebbe farvi riflettere come anche il nostro linguaggio si stia, pian piano, impoverendo, in virtù di un ritorno alla gutturalità cavernicola e al “cazzucazzupilupilu” tanto caro a un certo tipo di televisione ed Youtube. Non siamo qui a fare moralismi, ma visto che abbiamo tirato in mezzo Orwell, perché non rifletterci un attimo su?

 

5 – Nadsat – Arancia Meccanica

clock01Creato dallo scrittore e linguista Anthony Burgess per il suo Arancia Meccanica (1971), il Nadsat è fondamentalmente una modifica della comune lingua inglese, a cui sono stati aggiunti suffissi derivanti dal russo, nonché alcune parole inventate. Nella concezione dell’autore è uno slang squisitamente giovanile (la stessa parola “Nadsat” significa “adolescente”), e la sua creazione si deve alla volontà dell’autore di creare un racconto che potesse trascendere il tempo, restando sempre attuale attraverso il suo linguaggio. Conscio, infatti, che l’uso di uno slang giovanile squisitamente “reale” potesse essere figlio dei tempi in cui il racconto fu scritto, Burgess teorizzò che utilizzando una lingua inventata (e pertanto fuori dal tempo), Arancia Meccanica potesse non essere soggetto ad alcun invecchiamento. La sua, quindi, fu una scelta pragmatica: dare al suo narratore (Alex DeLarge) un linguaggio che fosse univoco e al di fuori del tempo, così che il messaggio rimanesse intatto col trascorrere degli anni. Il tempo probabilmente gli ha dato ragione, non solo per l’oggettiva freschezza che il racconto di Arancia Meccanica ha a tutt’oggi, ma anche per la potenza transmediale che alcune parole hanno avuto nel corso degli anni, basta pensare al celeberrimo droog (da noi “Drugo”), che cominciò a essere utilizzato da moltissimi giovani soprattutto dopo l’uscita del film di Kubrick.

TRIVIA: proprio parlando del film, il doppiaggio in italiano dovette lavorare tantissimo per trovare il modo giusto di rendere le parole Nadsat in lingua italiana, e così molte parole furono inventate di sana pianta, mentre ad altre si cercò di dare un suono che si avvicinasse il più possibile all’originale, com’è proprio il caso di “drugo”.

4 – Na’vi – Avatar

Avatar-NeytiriCreata dal linguista Paul Frommer, la lingua Na’vi fu voluta da James Cameron per conferire ai nativi del suo blockbuster Avatar, una caratterizzazione più realistica. Alla base della sua concezione c’era la volontà di rispettare i dogmi dettatti da Cameron, il quale desiderava una lingua che non rassomigliasse a nessun linguaggio umano, ma che al contempo fosse apprendibile da un uomo comune come qualsiasi linguaggio. Alla sua creazione il Na’vi comprendeva circa 400 vocaboli, un numero sufficiente affinché fossero dati agli addetti al casting alcuni copioni con battute in Na’vi che aiutarono nella scelta del cast. Complessa, e ovviamente incomprensibile (se non per il suo creatore), il Na’vi era insegnato agli attori durante le riprese del film, tant’è che Frommer restò sul set per tutta la durata delle riprese, dando delle vere e proprie lezioni di dizione. La lingue, comunque, non fu mai davvero assimilata, e molti degli sbagli di pronuncia che furono fatti vennero lasciati volutamente nel film, intendendoli come degli errori reali che gli esseri umani farebbero approcciandosi all’apprendimento di una lingua aliena. All’uscita del videogame dedicato al film, Frommer continuò il suo lavoro, portando il vocabolario a oltre 1000 parole. Attualmente è in scrittura un compendio per l’insegnamento del Na’vi che dovrebbe essere distribuito dalla FOX al completamento dei lavori sulla lingua. Esiste online un’enciclopedia grazie al quale apprendere le basi della lingua, anche se non abbiamo notizie di un grande seguito.

3 – Mando’a – Star Wars Universe

1iSq8LCIl Mando’a, o più noto come “Mandaloriano” è l’unica lingua inventata nell’universo di Guerre Stellari ad avere una propria precisa definizione. A differenza delle altre lingue, è l’unica a non avere un preciso riferimento per la sua creazione, ma deriva piuttosto da un’evoluzione perpetuata attraverso diversi media. La sua origine dovrebbe corrispondere ad un dialetto imparato da Sasha ot Sulem nel bellissimo videogame Star Wars: Knight of the Old Republic, anche se da lì si è viaggiato attraverso diversi media prima che fosse commissionato alla giornalista e glottologa Karen Traviss il compito di dare al tutto una connotazione linguistica definita. Trattasi, come intuirete, della lingua parlata dalla cultura mandaloriana e quindi, se non lo sapete, da tutta la famiglia Fett. È una lingua fondamentalmente parlata, povera di documentazioni scritte, e quasi del tutto priva di segni in quanto, stando all’Universo Espanso, i mandaloriani sarebbero una società culturale formata da diversi clan di varie etnie e razze, riuniti tutti sotto l’egida di un capo unico, il Mandalore, e generalmente alleati dei Sith, e pertanto utilizzerebbero (come le antiche culture del nostro pianeta) un sistema di comunicazione squisitamente orale. A ciò, tuttavia, si dovette mettere una pezza nel 2002 quando, in occasione di Star Wars Episodio II, Lucas decise di inserire nel film dei caratteri in mandaloriano che, pertanto, furono appositamente inventati da lui e da Philip Metschan, mago della visual effect e anche padre dell’alfabeto Mando’a. Non è una lingua diffusissima dai fan, a causa, più che altro, della sua recente significazione. È inoltre una lingua complessa e lacunosa, i cui usi fondamentali (la guerra e il commercio) non sono adattissimi alla vita di tutti i giorni. È buona però per insultare Jar Jar Binx.

2 – Sindarin – Arda

10864951_737702819670091_1263182964_aOltre ad essere un grande scrittore, J.R.R. Tolkien era anche un grande linguista, nonché un discreto nerd, che a quei tempi, in cui il termine non esisteva, voleva dire “essere un tipo strano che ha tanto tempo per cazzeggiare”. O almeno così sembra dato l’enorme numero di lingue (circa 20!!!) che Tolky ha messo in piedi per il mondo di Arda dove, come saprete, si svolgono le avventure della Compagnia dell’Anello e consociati. Tra queste, la più celebre, bella e studiata è certamente il Sindarin, che poi altra roba non è che la lingua parlata dal più degli elfi. Noto anche come “Grigio Elfico”, il Sindarin è, tra le lingue di questo elenco, certamente quella più strutturata tanto da godere addirittura di un profondo studio storiografico (sempre roba del sacco di Tolkien) che ne analizza la creazione, la derivazione e la diffusione. Meglio noto come il linguaggio degli elfi della Terza Era, il Sindarin deriva fondamentalmente dal linguaggio gaelico, ossia quel ceppo di diverse lingue parlato, per lo più, nelle antiche regioni della Scozia e limitrofi. Studioso di inglese antico, norreno e gotico, Tolky fece confluire nel Sindarin anche un po’ di antico germanico e studiò sull’esempio delle antiche rune, la scrittura Cirth (nota come “rune naniche”), con cui, di fatto, il Sindarin compare sempre scritto. Il Sindarin è certamente una lingua diffusissima nell’immaginario della nerditudine, e grazie alla sua ricca caratterizzazione grammaticale può essere, previo l’impegno, imparato con dimestichezza e può essere utilizzato, a differenza di molte altre lingue inventate, anche nella quotidianità, non avendo alcun vincolo di tipo linguistico come succede invece per molte altre lingue artistiche.

1 – Klingon – Star Trek Universe

speak-klingonCodificata dal linguista e glottoteta Marc Okrand nel suo “The Klingon Dictionary” (1984), il Klingon è certamente la più celebre e famosa lingua inventata (o “lingua artistica” come dicono i colti) del pianeta Terra. Creata da James Doohan (l’indimenticato Scotty), come saprete, nella serie televisiva Star Trek (per la precisione nel film del 1979), essa è composta dall’ordine grammaticale OGGETTO/VERBO/SOGGETTO, così disposti, a dire di Okrand, per concepire al tutto un che di “alieno”. Da non confondersi con il klingonese (o “klingonaase”), il Klingon ha trasceso i limiti imposti dal suo media di origine diventando, grazie soprattutto all’incredibile fanbase di cui gode la serie di riferimento, una lingua vera e propria, con tanto di corsi, scuole, dottorati e persino una chiesa. In Klingon sono stati tradotti moltissimi libri e opere celebri, dai cicli dell’epica norrena, passando per l’Amleto, sino al Canto di Natale di Dickens. È una delle lingue artistiche più difficili da imparare, nonché certamente la più complessa da applicare alla vita quotidiana. Essendo i Klingon un popolo fondamentalmente dedito alla guerra, il glossario klingoniano gode per lo più di espressioni che inneggiano alla guerra, all’efferatezza e al dileggio, tendendo a ignorare molti degli aspetti della vita comune. Parlata da pochissimi in modo corrente (non citiamo, quindi, quelli che ne conoscono due o tre frasi fatte), è probabilmente la lingua di questa lista con il maggior numero di frasi per apostrofare la gente, come la celeberrima “Hab SoSlI’ Quch!”; “Tua madre ha la fronte piatta!”.

 

MENZIONE D’ONORE

 

Leet – Lingua reale

leet_keyboardIl leet (o l33t) è una lingua realmente esistente, che codifica l’inglese attraverso l’utilizzo di segni non alfabetici e spesso matematici, al posto delle normali lettere. Nasce in internet, e in particolare nelle chat IRC, in cui veniva utilizzato dagli utenti per scrivere senza badare agli errori di battitura. Da lì fu poi utilizzato per la creazione di password efficaci, grazie alla semplicità con cui può essere imparato e ricordato. Il Leet è fondamentalmente inglese, e prorio l’inglese è l’unica lingua in cui il leet ha un minimo di grammatica, dovuta più che altro proprio alla particolarità della lingua bretone. In tutte le altre lingue, invece, non ha alcuna regola e può essere scritto più o meno come vi pare. Esistono in rete moltissimi glossari che trasformano le lettere dell’alfabeto comune in segni leet, sebbene possiate semplicemente impararlo da soli cambiando le lettere dell’alfabeto con il simbolo numerico esteticamente più simile. PR0V4R3 P3R (R3D3R3!