Nella storia del marketing legato al mondo dei videogiochi non esiste strumento comunicativo più democratico del Nintendo Direct. Grazie alla formula inventata dalla grande N nel 2011, il fan di Super Mario nascosto nell’angolo più remoto del pianeta e il giornalista più titolato di Edge o Famitsu ricevono le stesse identiche notizie nello stesso identico momento. In un periodo storico in cui i social network instradano i media, in cui chiunque può esprimere il proprio parere su tutto e il contrario di tutto, l’elitarismo che da sempre ha contraddistinto l’informazione videoludica ha visto scricchiolare le proprie basi. I Nintendo Direct hanno saputo leggere e cavalcare il mutare dei tempi, tanto da sostituirsi addirittura all’annuale conferenza live in occasione dell’E3, cosa impensabile fino a pochi anni fa.

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3DS_ZeldaMajora's Mask_1107_10Tutto questo per dire che in questa settimana si è tenuto il Direct edizione autunno 2014, forse il più democratico di sempre. People have the power, cantava Patti Smith, e Iwata sembra rifare il verso alla cantante statunitense. Il perché è chiaro sin dall’apertura: 3, 2, 1 e si parte con l’annuncio bomba di The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D, remake su console portatile del titolo quasi omonimo datato 2000. Si tratta probabilmente dell’episodio più controverso della serie con protagonista Link, e per questo uno dei più amati. Per cominciare, Majora’s Mask è uno Zelda senza Zelda.

3DS_ZeldaMajora's Mask_1107_11Poi, con una mossa dall’intelligenza unica, Majora’s Mask evitava il difficile confronto diretto con l’inimitabile predecessore (sì, proprio Ocarina of Time) trasformando l’intera esperienza di gioco in qualcosa di più cupo, introspettivo e tormentato. I personaggi, gli stessi di Ocarina of Time, vengono svuotati delle proprie funzioni e trasportati nella dimensione alternativa di Termina; come attori di teatro, questi impersonano ruoli nuovi e dalla diversa rilevanza e le storie di tutti proseguono in stretta dipendenza dall’interazione col protagonista. Le maschere, oltre a rappresentare un secondo rimando al mondo teatrale, aprono a soluzioni di gameplay inedite rispetto a OoT e lasciano maggiore spazio all’aspetto collezionistico. Trovarle tutte significa, peraltro, avere accesso a uno dei bonus più goduriosi dell’intera serie (niente spoiler, nel caso non lo abbiate ancora giocato). L’espediente dello scorrere del tempo (in avanti ma anche indietro, grazie ai poteri dell’ocarina), magnificamente simboleggiato dall’inquietante incedere dell’iconica luna dal ghigno maligno, esercita una squisita pressione psicologica ai danni del giocatore e permette intrecci narrativi à la Ritorno al futuro che è impossibile non amare.

CTRP_AJR_illu01_1_R_ad-1Sin dai tempi della pubblicazione di Ocarina of Time 3D (avvenuta nel 2011), i fan si scatenano sulla grande rete chiedendo a gran voce una riedizione del classico per Nintendo 64, alimentando la circolazione di petizioni e altrettante leggende metropolitane secondo le quali l’annuncio del gioco sarebbe stato praticamente confermato da un momento all’altro (“Majora confirmed” è diventato uno dei meme più popolari tra i nintendari del web). Nintendo ha fatto orecchie da mercante, deludendo puntualmente le aspettative di chi, per più di tre anni, dava per certo l’annuncio nel corso del Direct di turno. La società di Kyoto ha perfino giocato con i fan inserendo una riproduzione della celebre maschera di Majora in The Legend of Zelda: A Link Between Worlds. Indizio o semplice omaggio fine a se stesso? Le speranze dei fan cominciano a prendere forme più concrete lo scorso giugno quando Grezzo, team già responsabile di Ocarina of Time 3D, pubblica una serie di annunci di lavoro a sostegno dello sviluppo di un titolo definito “leggendario”. Passano i mesi, però, e di Majora’s Mask ancora nessuna traccia.

Mario Luigi FelyneOra, e soltanto ora, The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D non solo è realtà, ma godrà anche di una splendida edizione deluxe (almeno nel vecchio continente) contenente steelbook, spilla e poster a doppia faccia. Insomma, Nintendo ha finalmente deciso di accontentare i fan nel migliore dei modi possibile. La domanda è: perché proprio ora? La casa di Mario ha sempre preferito stupire il proprio pubblico con le armi della creatività e dell’innovazione e solo raramente ha optato per il gioco sicuro, cedendo al fascino del guadagno facile e garantito.

XenobladeChrX_scrn_004L’ultimo Direct ci ha raccontato di una Nintendo che ha assecondato le richieste di chi voleva in Mario Kart personaggi estranei alla serie, una Nintendo che sfrutterà gli Amiibo in ogni modo possibile come autentiche macchine da soldi, che lascerà che le proprie mascotte compaiano nei titoli più disparati (vedi Monster Hunter 4) e che darà un seguito al glorioso Xenoblade Chronicles nonostante “X” abbia, nelle intenzioni originali, poco da spartire col capolavoro per Wii. E scommettiamo che anche lo sviluppo di Captain Toad: Treasure Tracker sia iniziato solo in seguito al feedback positivo dei giocatori ricevuto dai mini-livelli contenuti in Super Mario 3D World.

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PullUpStage_11Accontentare il pubblico è ovviamente la strada più facile per ottenere consensi, ma anche il modo peggiore per bloccare lo sviluppo e demolire le basi di un futuro solido. Il pubblico è un bambino che, se viziato, non crescerà mai come un adulto responsabile. Difficile che Nintendo non ne sia consapevole e ciò ci riporta alla domanda di qualche riga fa. Una prima lettura, la più elementare, ci porta a pensare alla necessità di rilancio che assilla la compagnia di Kyoto dai tempi della falsa partenza di Wii U in avanti. Sebbene l’uscita non sia esattamente dietro l’angolo, l’annuncio relativo a Majora’s Mask 3D contribuirà senz’altro ad aumentare le vendite di 3DS, 2DS e, a breve, New 3DS in vista dell’imminente periodo natalizio. Una seconda lettura, più subdola e profonda, ci suggerisce un’attenta operazione di marketing, stratificata lungo più livelli.

Splatoon_scrn_Stage01L’annuncio di Majora’s Mask, posto strategicamente a inizio Direct, è servito anche a fare da traino a titoli assai meno blasonati: pensiamo a Splatoon o a Codename: S.T.E.A.M., nuove IP dal potenziale semplicemente esagerato ma che hanno bisogno di un catalizzatore di attenzioni come Majora’s Mask per godere delle luci e della visibilità di un Nintendo Direct. Nintendo ha deciso di “educare” il proprio pubblico col bastone e la carota, dando ai fan ciò che vogliono e, allo stesso tempo, gettando le basi per un futuro radioso in cui, chissà, Splatoon 2 sarà l’annuncio bomba dell’E3 2020.