“Cantaci, o musa, di Odyssia, scaltra e raminga, che viaggiò vero casa alfin cessata la guerra”

Matt Fraction, dopo grandi lavori e successi, come Invincible Iron Man, Sex Criminals o Hawkeye, decide di ritornare in scena con una graphic novel tanto affascinante, quanto azzardata: Ody-C (edito in Italia da SaldaPress).
L’ultima creatura partorita dalla sua mente, alla quale ha iniziato a lavorare sin dal 2014, è una rivisitazione in chiave fantascientifica dell’Odissea di Omero, con uno switch di sesso di tutti i suoi protagonisti.

Le chine di questo progetto sono state affidate a Christian Ward, il quale, al suo secondo lavoro “importante”, non appena ha avuto la possibilità di affiancare un mostro come Fraction, non ci ha pensato due volte, buttandosi a capofitto in questa Odissea fumettistica.

Senza alcun dubbio, la cosa che colpisce immediatamente il lettore, è la scelta artistica dello storyteller di narrare tutto in esametro, proponendo al lettore una creatura affascinante, ma che risulta esageratamente appesantita da questa decisione, sino a diventare artefatta.
La narrazione purtroppo non è mai dinamica, la fluidità appare solo nelle tavole di Ward, e mai nello sviluppo degli avvenimenti, i quali, a causa di questo linguaggio che è tutto fuorché adatto ad un’opera fumettistica, risultano nebulosi e non troppo chiari ai nostri occhi.
Un vero peccato, visto che sin dalle prime tavole il lettore viene immediatamente catapultato nell’azione, con un continuo susseguirsi di scontri ed avventure, raccontateci quasi ed esclusivamente attraverso un narratore esterno onnisciente, che decide di giocare con i personaggi presenti sull’immaginaria scacchiera di Fraction, disponendoli a proprio piacimento e mostrandoci, spesso per interrompere la continuità del racconto, dei flashback azzeccati, volti a svelare alcuni misteri della protagonista Odissea.

Un piccolo caos linguistico-artistico che, in parte, non viene aiutato dallo stile di disegno e dai colori scelti per la resa delle tavole.
La palette adoperata è estremamente variegata, con una saturazione del colore decisamente netta e congeniale a dar vita a corpi sinuosi, nebulose, antiche galassie e vasche ricche di fluidi, poste a simboleggiare costantemente il tema della vita e della rinascita.
Purtroppo però il tratto di Ward, quasi privo dei contorni, non riesce ad avere la forza giusta per poter raccontare una storia che, seppur non sembri, è fondamentalmente un’avventura.
L’equilibrio donato all’unione tra mito e componente sci-fi è di certo importante e ampiamente visibile, tuttavia spesso il fumettista si lascia sfuggire gli elementi fondamentali della narrazione, impedendo al lettore di concentrarsi sulle figure fondanti del momento.

Sino ad ora, quindi, abbiamo evidenziato una sorta di squilibrio tra lo sviluppo della storia ideato da Fraction e l’operato artistico di Ward dove, stranamente, è il secondo ad uscire, in parte, vittorioso.
Purtroppo, da questo mancato equilibrio, coloro che ci rimettono sono principalmente le eroine del racconto.
Odissea, le sue ancelle e guerriere, Penelope, e le varie divinità, non sono mai caratterizzate in maniera adeguata, finendo per divenire unicamente delle figure che subiscono il corso degli eventi, senza riuscire a prendere le redini della situazione.
Di per sé già la scelta di voler attuare un totale gender-swap è più che discutibile, visto che il machismo classico, esposto nell’opera originale, era una caratteristica fondamentale per poter descrivere nel migliore dei modi i personaggi omerici.
Oltretutto la scelta di Fraction, con un pizzico non troppo abbondante di malizia, potrebbe risultare un cadeau all’imperante lotta gender dei giorni nostri, e non una scelta stilistica “rivoluzionaria”.
A parziale testimonianza di ciò vi sono anche le dichiarazioni dell’autore: “Metti una principessa in una torre e un principe arriva a salvarla: è la ricerca di un eroe. Metti il principe nella torre e la principessa arriva a salvarlo: è una farsa, o una parodia”.

Tralasciando però questa componente, e ritornando alla caratterizzazione ed allo sviluppo dei personaggi presentati nelle tavole di Ward, risulta evidente che, piuttosto che essere delle vere protagoniste, Odissea e co. divengono delle figure in totale balia degli eventi (che potrebbe essere tranquillamente in tema con la mastodontica opera letteraria di Omero), e mai veri ingranaggi fondamentali per lo sviluppo degli stessi.
Il ritorno di Odissea verso Ithicaa, dopo la presa di Troiia, rimane un interessante incipit narrativo, mai del tutto sviscerato nelle successive tavole.

ody-c recensione


Verdetto


Matt Fraction, in collaborazione con Christian Ward, ritorna sulla scena fumettistica, offrendoci la sua nuova creatura: Ody-C (edita in Italia da SaldaPress). Un’opera senza alcun dubbio visionaria, capace di rivisitare in chiave fantascientifica e girl power, l’Odissea di Omero.
Lo sviluppo della storia, esposta da un narratore onnisciente attraverso un linguaggio in esametri, e con la quasi totale assenza di linguaggio diretto, risulta essere macchinoso e di non troppa facile comprensione da parte del lettore, che si ritroverà più volte impantanato nella lettura.
Una scelta stilistica che, purtroppo, non viene in soccorso del buon lavoro di Ward, il quale con le sue tavole dona un’aura molto caratteristica a tutta l’opera, seppur in alcune riprese non riesca a mettere a fuoco i temi portanti della narrazione.
Uno squilibrio che inghiotte le protagoniste, incapaci di caratterizzarsi degnamente durante la lettura delle 130 pagine ca., finendo per dare un gusto amaro all’opera di Fraction, potenzialmente molto interessante ed affascinante, ma mai valorizzata degnamente.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.