Ma che ne sa Carlo Cracco…

Quello della cucina, viste le abbuffate di programmi TV, reality show e libri a riguardo, è un tema che va piuttosto di moda, ma che nel mondo dei videogame non ha mai particolarmente sfondato.

Ecco perché, da appassionato di cibarie e videogiochi, quando uscì il primo Overcooked fui contentissimo: mettersi ai fornelli utilizzando il controller della console, per giunta in un gioco divertentissimo anche in multiplayer, per me era il massimo.

Così anche l’annuncio di Overcooked 2 durante il Direct di Nintendo dedicato all’E3 riempì subito di gioia il golosone videoludico che è in me, anche se è sembrato chiaro fin dall’inizio che si sarebbe trattato di un “more of the same”.

E infatti il secondo episodio delle avventure di Re Cipolla e soci fa praticamente tutto quello che siamo stati abituati a fare nel primo capitolo, ma lo fa meglio.

Cucine da incubo

La premessa è la solita: dopo il ritrovamento del Necrognammicon (sigh) lo sbadato re risveglia un’orda di zombie di… pane raffermo. Il nostro compito sarà quello di fermare questi “panigoldi” imparando a cucinare nelle varie aree di gioco.

La varietà non manca di certo, visto che nella modalità storia si parla di 36 livelli (6 mondi da 6 livelli ciascuno, ognuno con un massimo di 3 stelle ottenibili a seconda del punteggio finale) più alcuni quadri bonus sbloccabili una volta ottenuto un certo numero di stelle.

Nella mappa di gioco ci muoveremo nuovamente a bordo del furgoncino che abbiamo imparato a conoscere nel primo capitolo, a cui spunteranno le ali quando raggiungerà livelli aerei, o un gommone al posto delle ruote per i quadri a tema marittimo. Piccoli dettagli apprezzabili.

Il level design conferma l’ottimo lavoro di Team 17 e Ghost Town Games, visto che è ancora più brillante rispetto al primo capitolo, ed offre alcune trovate veramente divertenti: preparatevi dunque a cucinare a bordo di mongolfiere che precipitano, o in castelli stregati coi banchi di lavoro che si spostano a loro piacimento, o in futuristiche location dotate di teletrasporto, e chi più ne ha più ne metta.

Dalla pizza agli hamburger, passando per il sushi e la pasta, fino ad arrivare alle fritture e le insalate, c’è una gran varietà di piatti da cucinare per soddisfare la propria esigente clientela.

“Butta la pasta!” “No! Poi dopo cosa mangiamo?”

Le meccaniche di gioco sono rimaste praticamente le stesse: si prendono gli ingredienti, e li si affettano e cucinano, stando attenti a non bruciarli (mandando così letteralmente in fumo la propria cucina), per poi andare a comporre i piatti e servirli ai clienti. Più rapidi saremo, maggiore sarà il nostro punteggio, mentre un’eccessiva lentezza o un’ordinazione sbagliata lo faranno scendere.

A complicarvi la vita interverranno alcuni ostacoli ambientali, come ad esempio dei tizzoni accesi che vi bloccheranno la strada, o alcune seccature come i piatti da lavare, prima di poter impiattare nuove pietanze.

In alcuni livelli infatti, i piatti vi torneranno magicamente indietro già puliti, ma col passare del tempo questa opportunità avverrà sempre più di rado, e spetterà dunque a voi fare da lavapiatti, stando nel frattempo attenti a non bruciare pietanze e non restare troppo indietro nella preparazione delle ordinazioni.

“Ti lancio un pollo, tu passami un salmone e lava i piatti!”

Una piccola novità nel gameplay riguarda la possibilità di lanciare gli ingredienti crudi, solamente accennata nel primo capitolo, e che adesso è una meccanica a volte assolutamente necessaria.

In alcuni casi infatti si dovrà cucinare in ambienti separati e l’unico modo per ottenere gli ingredienti raggiungibili, ad esempio, solo in un punto della cucina, è proprio quello di lanciarseli e afferrarli al volo. Sembra semplice, ma fidatevi, lanciare un ingrediente fuori dal livello o direttamente nella pattumiera, diventerà il vostro pane quotidiano.

Il gioco dà ovviamente il meglio di sé in modalità multiplayer, data la sua natura puramente arcade e casinista. Urlarsi contro con degli amici mentre cercate di dividervi i compiti in cucina, domando magari nel frattempo gli inevitabili incendi e rimediare agli errori dei cuochi meno esperti, è un’esperienza veramente esilarante.

Aggiungi un posto a tavola

La vera novità di Overcooked 2 è che adesso c’è la possibilità di giocare anche online, e dunque di maledire in allegria i cuochi di tutte le parti del mondo, comodamente seduti sul proprio divano.

A completare il quadro ci sono alcune modalità di contorno tra cui quella arcade, che sostanzialmente consente di giocare i livelli della storia in maniera casuale, e le sfide competitive, in cui invece di cooperare con altri cuochi, sarete l’uno contro l’altro a sfidarvi nel raggiungimento del maggior punteggio finale.

Per la sua natura multiplayer, Overcooked 2 sembra il gioco perfetto per essere giocato su Nintendo Switch, e in effetti in parte è vero, anche se abbiamo notato alcune imprecisioni nel sistema di controllo, ma si tratta a conti fatti del proverbiale pelo nell’uovo: se avete degli amici con cui giocarlo, andate a colpo sicuro, che vi aspettano ore e ore di divertimento culinario estivo, peraltro ad un prezzo più che onesto.

Verdetto

Overcooked 2 conferma quanto di buono fatto nel primo capitolo e si ripresenta in una forma allargata, con alcune piccole novità e il solito carico di umorismo e sfrenata frenesia multiplayer. Volendo trovargli un difetto, osa veramente poco, offrendo pochissimi cambiamenti rispetto alla formula di base. Ciò nonostante è un titolo divertentissimo e che in multiplayer co-op (è lì che dà il meglio di sé), soprattutto quando si ha tempo giusto per qualche partitina al volo, ha veramente pochi rivali.
In compagnia di altri 3 amici insomma, può tranquillamente diventare il vostro gioco dell’estate.

Se vi stuzzica Overcooked 2…

Come dicevo in apertura, non è che il mondo dei videogame sia così ricco di titoli dedicati alla cucina, ma se è una bella avventura couch co-op quella che cercate, potrebbero interessarvi (oltre ovviamente al primo Overcooked) Rayman Legends per la sua natura cartoonesca, o Terraria, sempre giocabile fino a 4 giocatori.

 

 

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.