Torri scomparse, crateri, evroniani marchiati a fuoco e universi pentadimensionali

-Attenzione!Spoiler grandi come criceti giganti!

Alla presentazione della nuova saga, nel palazzo ducale di Lucca, sono presenti i mostri sacri di Topolino, Valentina de Poli e Davide Catenacci, e il team creativo della storia, Lorenzo Pastrovicchio e Max Monteduro. Francesco Artibani arriva in leggero ritardo, accompagnato dalla figlia e dalla moglie. Viene accolto da un suono scrosciante di applausi. Nessun dubbio che sarebbe venuto perché, come ha detto la direttrice De Poli, “Francesco ci teneva ad essere qui”. Esattamente come ci teneva a strappare Pikappa dagli abissi del dimenticatoio e a riportarlo dove merita. In fondo, questo nuovo corso dell’eroe in penne e piume può essere sintetizzato così: “ci teneva”. Un affetto costante, da parte dei lettori e autori, che non si è mai affievolito nel corso degli anni.

PK raggio nero2Ed è proprio grazie a questo attaccamento che ci ritroviamo a recensire, a quasi vent’anni dall’esordio, una storia di Pikappa. Dopo i fasti di “Potere e Potenza” e la buona parentesi degli “Argini del Tempo” ad opera della coppia Sisti e Sciarrone, il paladino di Paperopoli torna nella sua veste supereroistica con il “Raggio Nero”, una saga che ha da subito stuzzicato la nostra curiosità. Questa volta, gli uomini che nel Luglio del 2014 hanno rilanciato in grande stile il papero mascherato ci riprovano, imbarcandosi in un impresa cruciale per le sorti del nuovo corso pikappico. Dopo le storie precedenti che hanno rivitalizzato molti degli elementi della serie classica, ora il personaggio si appresta ad iniziare il rinnovamento che dovrebbe catapultarlo nel nuovo millennio. Non è infatti un caso che questa storia abbia come fulcro centrale il destino ultimo della Ducklair Tower, rifugio degli anni d’oro e segno distintivo di PKNA, scomparsa in “Potere e Potenza”.

Si comincia quasi in sordina con un prologo di cinque pagine, uscito su Topolino 3127, dove in sostanza accade ben poco. Sul nuovo numero, la narrazione inizia con un sogno del protagonista che rivive alcuni dei momenti più drammatici di “Potere e Potenza”. Questo espediente sembra presentare la storia come un seguito diretto di quella saga, mentre gli eventi degli “Argini del Tempo”(come il ritorno dell’amore dei Pkers, Lyla Lay) sono solo accennati. Subito dopo, apprendiamo che l’intelligenza artificiale Omega, ribattezzata “Sergio” sui social, vive scroccando elettricità a casa di Paperino. Il nostro eroe decide di fare una passeggiata la mattina seguente per riprendersi dalla notte turbolenta. Attraverso i suoi occhi scopriamo che Paperopoli sembra aver assorbito le conseguenze dell’invasione Evroniana e che il consiglio comunale ha in mente di ricostruire la Ducklair Tower. Ora, al posto del grattacielo da centocinquanta piani e oltre, c’è un immenso cratere di cui si fatica a vedere il fondo. Angus ci prova usando un drone, ma il suo maldestro tentativo non ha successo e il giornalista neozelandese si chiede come sia possibile. I lettori invece vengono subito informati che la colpa è di un Evroniano potenziato, uno di quelli rimasti nella torre durante l’autodistruzione, spuntato fuori da una specie di portale.

PK raggio nero3Il colosso viola è molto più minaccioso del solito, ha delle spine che ricoprono gran parte del corpo e un marchio a spirale inciso sul spetto. Però è anche sconvolto, terrorizzato, desidera tornare dai suoi simili e si rifugia nelle fogne della città per scappare a dei misteriosi inseguitori. Nel frattempo, Pikappa viene contattato da Omega che ha captato un insolito segnale proveniente dalle profondità della voragine, a quanto pare mandato dalla sua unità centrale. Il papero mascherato indaga sul fatto, trova  l’Evroniano fuggito che racconta di chiamarsi Sekthron e gli impedisce di devastare il Duckmall Center. Dopo averlo riportato nel cratere, fa conoscenza di due bizzarri individui che dicono di essere nientemeno che i due gargoyle della torre visti in PKNA #38, “Nella Nebbia”. I due chiedono l’aiuto del nostro eroe e accennano ad un fantomatico “Universo Pentadimensionale” di Everett Ducklair. Pikappa li segue nell’altro lato del portale e ammira la Ducklair Tower arenata all’interno di una giungla aliena.

D’altronde, se mi ha fatto venire voglia di rivedere l’improponibile stregone Ahrimadz, qualcosa di buono dovrà pur esserci. Fin dalle prime tavole, è interessante notare con quale maestria Artibani abbia fuso gli elementi dei canoni Disney con quelli della PKNE (Pikappa New Era), quasi a testimoniare un’unione narrativa oltre che cartacea. Vedere Paperino salutare i nipotini uscendo di casa per poi incontrare Lyla Lay, Camera Nove, Zio Paperone, Rockerduck (all’esordio assoluto in una storia pikappica), il sindaco dalle fattezze suine e Angus Fangus è un chiaro segnale di come i due universi siano complementari nella mente dello sceneggiatore romano. E il taglio iniziale dei disegni sembra confermare questa sensazione. Soprattutto è curioso considerare la scena in cui Zio Paperone e Rockerduck sono immersi nelle  quotidiane diatribe per un affare( scena vista milioni di volte sulle pagine del topo) e quella di Angus, che sembra invece proiettato verso una nuova evoluzione.

PK raggio nero6Lo stesso Paperino commenta ironico: “Sono sempre i soliti! Non cambieranno mai… E invece lì c’è qualcuno che, se possibile, riesce a peggiorare ogni giorni di più!”. Questa frase sembra sfociare nella metanarrativa, come ad evidenziare le differenze tra due mondi che si incrociano. In effetti, abbiamo visto spesso come Artibani abbia descritto attraverso particolari di sfondo lo scorrere del tempo, la diversità tra il passato e il presente, come in Potere e Potenza dove scopriamo che lo scapestrato Ziggy Flagstarr è diventato direttore di Channel 00. Sono tutti tratti caratteristici dello stile di Artibani, che sfruttando altri rimandi e citazioni lascia presagire la prossima ricomparsa del geniale inventore Everett Ducklair, accompagnato probabilmente dalla sua migliore creatura. Questa scatola fumettistica piena di elementi funziona alla perfezione grazie ad un comparto grafico eccelso, un lavoro fantastico frutto dell’accoppiata Monteduro/Pastrovicchio.

Il disegnatore triestino si destreggia senza problemi tra i diversi stili quando le tavole lo richiedono. Le vignette soffrono pochissimo la riduzione del formato rispetto a quello del glorioso mensile, aiutate da un colore che sa essere esplosivo e lineare al tempo stesso. Resta sempre il sospetto che solo la Deluxe Edition ci permetterà di apprezzare a pieno il lato artistico della storia, ma quello che vediamo è comunque tanta roba. Nel leggere questa prima parte, ho avuto la sensazione che Artibani si sia divertito a porre le basi per una saga veramente succosa sotto ogni punto di vista, capace di proiettare Pikappa verso nuovi orizzonti sfruttando proprio quelle idee abbandonate con la chiusura di PKNA e PK2.

 

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!