Qualcosa sta per abbattersi sulla Terra…
Mercoledì 12 luglio, sul canale statunitense CBS, è stata trasmessa la prima puntata di una nuova serie televisiva a tema catastrofico: Salvation.
Come sempre in queste occasioni, noi di Stay Nerd ci siamo accomodati e l’abbiamo vista per potervene parlare.
Partiamo dalla trama: Salvation riprende il tema tanto caro a numerosi sceneggiatori e registi, ovvero l’estinzione di massa del genere umano a causa dell’imminente collisione di un asteroide col pianeta Terra. Lo fa nella maniera più classica possibile, raccontando tante piccole storie di vita quotidiana, più o meno sconvolte dalla notizia che al mondo rimangono da vivere solo 186 giorni. Tra chi si dispera e chi cerca una soluzione, la prima puntata ci permette di dare uno sguardo alle vite dei protagonisti e di individuare i rapporti che intercorrono tra di loro.
Durante i 45 minuti scarsi del pilot facciamo la conoscenza di Liam Cole, lo studente del MIT che per primo si rende conto del pericolo in arrivo; Grace Barrows, madre divorziata – con figlia adolescente – che lavora nelle pubbliche relazioni del Pentagono; Darius Tanz, genio e proprietario delle Tanz Industries, l’azienda più avanzata dal punto di vista della sperimentazione tecnologica e altri personaggi minori.
La regia delle varie puntate della prima stagione è stata affidata, come spesso capita nei prodotti televisivi, a diversi registi: il pilota è stata diretto da Juan Carlos Fresnadillo, salito agli onori della cronaca per aver diretto il sequel di 28 giorni dopo, ovvero 28 settimane dopo
. Gli attori principali, impiegati finora nel mondo delle serie tv (tranne qualche apparizione fugace sul grande schermo) sono Jennifer Finnigan, Santiago Cabrera, Ian Anthony Dale e Charlie Rowe.
Il tema della distruzione del mondo ad opera di un corpo celeste è stato analizzato e reso (in alcuni casi anche abbastanza bene) da fior fiore di registi nel corso degli anni: quando ci siamo approcciati a questo nuovo prodotto, abbiamo sperato che le possibilità offerte da una serie TV (tempi dilatati per raccontare al meglio le dinamiche tra i protagonisti, budget ormai vicini alle grandi produzioni cinematografiche, effetti speciali all’avanguardia) avessero permesso ai produttori di osare e di narrare l’argomento con originalità.
Così non è stato, purtroppo.
… Ed è il pilot di Salvation
La prima puntata scorre anonima in ogni suo aspetto.
La regia è quanto di più televisivo si sia visto negli ultimi anni. E quando scriviamo televisivo intendiamo panoramiche in esterna che sembrano prese dal repertorio della CBS, nessuna cifra stilistica del regista, che si limita a fare il suo lavoro come se lo stesse applicando da un manuale.
Stesso discorso per quanto riguarda la trama: l’opzione bombardare l’asteroide viene messa in campo e accantonata nei primi minuti della puntata (per buona pace dei cliché di genere, che abbiamo trattato qui), sostituita immediatamente da un trattore gravitazionale e da un’arca che può salvare solo 160 persone. Le relazioni tra i personaggi sono frettolose e pretestuose: per darvi un’idea, al protagonista, il giovane studente Liam, viene prontamente affiancato un amore a prima vista, così da renderlo l’eroe che sacrifica se stesso per un bene superiore oppure, nel giro di venti minuti dall’inizio della serie, i personaggi passano dallo scoprire l’asteroide ad entrare nel bunker supersegreto sotto al Pentagono. Va bene che la serie sarà composta solo da 5 episodi ma un’accelerazione del genere ci ha lasciato l’amaro in bocca.
Infine gli attori. Abbiamo visto la puntata in lingua originale e con i sottotitoli, anche per poter gustare al meglio le doti del cast artistico di Salvation. Peccato però che a parte qualche picco nella performance di Jennifer Finnigan, bravina sia nel ruolo della madre ansiosa che della donna determinata, gli altri risultino piatti e monotoni nelle loro interpretazioni.
Continueremo a vederlo?
No. Salvation è una di quelle serie che non vedremo, anche perché sapere come va a finire – visto il livello delle premesse iniziali – non credo ci mancherà.
Peccato, perché lo show con le migliori intenzioni: un argomento avvincente, un cast tutto sommato rodato, un regista degno di nota. Tuttavia tutte le premesse e le aspettative vengono deluse da un pilot scadente, girato con il pilota automatico e recitato peggio. Non siamo riusciti ad appassionarci alla trama né ai protagonisti, che non hanno alcun approfondimento psicologico. Una delle poche occasioni in cui abbiamo tifato per l’asteroide.