Era il 1977 quando nelle librerie di tutto il mondo comparve per la prima volta un romanzo che cambiò radicalmente il mondo dell’horror, dei thriller e della concezione umana riguardo la follia.
Era il 1977 quando il padre del terrore moderno, Stephen King, diede vita al suo bestseller: Shining.

Sono passati 40 anni e rimane tutt’oggi uno dei libri più venduti di tutto il mondo, un romanzo poliedrico capace di adattarsi durante tutti questi anni e rimanendo sempre “moderno”, riuscendo a trattare tematiche affascinanti dell’immaginario americano, quali il male che si cela dentro la casa-fortino e che riesce a far impazzire il protagonista rendendolo vittima e carnefice.
Un male intrinseco, proveniente dal passato, ma che è terribilmente vicino, un tema comunissimo in King, che, a sua volta, ha ripreso ampliamente dall’eredità donataci da H.P. Lovecraft.

Per omaggiare il lavoro dello scrittore di Portland, un mostro sacro della settima arte, quale Stanley Kubrick, decise, nel 1980 di trasporre su pellicola l’opera di King, donandoci, grazie ad una fantastica regia e un’impressionante Jack Nicholson, un film di culto per gli appassionati del brivido.
Per questo il 31 Ottobre ed il 1 e 2 Novembre, nelle sale cinematografiche farà ritorno Shining del maestro Stanley Kubrick, preceduto da un breve documentario dal titolo “Work and Play”, che rende omaggio alla frase che Jack Torrance scrisse ossessivamente sulla sua macchina da scrivere:”All work and no play makes Jack a dull boy”.
Un brevissimo “antipasto” che viene offerto per mezzo delle interviste fatte alle gemelle Burns, le quali ci raccontano di come fosse meticoloso il lavoro svolto dal regista per la realizzazione della scena nella quale sono imbrattate di sangue, o del divertimento, provato all’epoca, nell’interpretare l’inquietante duo.
Nel corto ci viene raccontata anche la realizzazione delle iconiche sequenze che vedono Danny ed il suo triciclo protagonisti, con la telecamera che, letteralmente, lo insegue, facendoci gustare, fotogramma per fotogramma, tutto il percorso realizzato dal bambino tra gli inquietanti corridoi dell’Overlook Hotel.

Infatti, come ci racconta il cameraman addetto a quelle sequenze, si riuscì ad ottenere così fluida la resa perché  montò la telecamera su una piccola asta, adoperata per altre tipologie di videocamere, la quale veniva regolata e, portandola a mano, messa all’altezza delle spalle del bambino, per poi seguirlo durante tutto il percorso senza alcuno stacco, donando all’ipnotico piano sequenza  una naturalezza che nessuno si sarebbe mai potuto aspettare né immaginare.

Altra testimonianza importante, affrontata nel corto, è quella della sceneggiatrice e scrittrice Dane Johnson, che collaborò con Kubrick per la stesura dello script :”Ci ritrovammo giorno e notte a lavorare insieme, tra scatole di cibo cinese e fogli di carta. Ad un certo punto Stanley prese il romanzo di King e iniziò a strapparne via numerose pagine. Gli avvenimenti scritti su quei fogli dovevano essere le scene clou della pellicola”.
Oltre alla realizzazione del film ci viene descritto, seppur brevemente, anche un po’ il Kubrick uomo e padre, il quale era tutt’altro che schivo e distaccato dal mondo come molti giornalisti, e non, lo descrivevano, ma una persona amante della vita e dell’arte, un padre generoso e un uomo che donava anima e corpo alle proprie pellicole e al proprio lavoro.
Un lavoro meticoloso, studiato, capace di far divenire la sua creatura (seppur contenete alcune differenze rispetto allo scritto di King), un capolavoro di tutti i tempi perché, come ci viene raccontato dalla figlia, per il padre era del tutto inutile realizzare una pellicola per farla finire nel dimenticatoio della storia, lui voleva creare qualcosa che la gente potesse ricordare, il che sarebbe stata un’impresa fenomenale.

Un’impresa decisamente riuscita, aggiungeremmo noi, visto che in questi 40 anni, Shining, non ha mai fatto vedere il peso del tempo, riuscendo ad appassionare la stragrande maggioranza di cinefili di tutto il mondo.
Memorabile la scena nella quale Jack decide di abbattere la porta del bagno a colpi d’ascia, o i visionari dialoghi realizzati dal guardiano, all’apice della sua follia, con il barman dell’hotel.

In definitiva, Shining torna in grande spolvero nelle sale italiane e quale occasione migliore, se non la notte delle streghe, per passare qualche ora di tempo in compagnia di Jack Torrence o degli ancor più inquietanti Danny e Tony.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.