Dagli anni ’90 con furore: ecco il nuovo FPS roguelike di Pixel Titans

Cosa accadrebbe mescolando le caratteristiche degli FPS con una grafica pixelosa anni ’90, arricchendo il tutto con meccaniche roguelike? La risposta ci è stata data dal team Pixel Titans: Strafe. Un’idea semplice, accompagnata da scariche di adrenalina a grandi dosi, numerosi richiami agli sparatutto vecchia scuola, frustrazione e tanto, tanto sangue. Avrà funzionato? Seguiteci nella nostra recensione per saperne di più!

Bentornati anni ‘90

L’incipit di Strafe è davvero molto semplice: sarete chiamati ad esplorare una stazione spaziale infestata da creature pronte a macellarvi senza esitazione. Dopo un brevissimo tutorial in compagnia di un’assistente che vi spiegherà, mediante dei video (molto anni ’90) i comandi di base, sarete direttamente fiondati nel primo livello. Oltre alle classiche azioni, quali salto, fuoco e interazione con gli oggetti, verrà mostrato come utilizzare le postazioni dedicate ai rifornimenti: raccogliendo i rottami sparsi all’interno delle aree, infatti, sarà possibile “fabbricare” munizioni e ricariche per lo scudo.

strafe recensione
A questo punto, senza esitare, sarete subito teletrasportati nella prima area, dove scegliere una tra le 3 armi disponibili per iniziare l’avventura: un fucile a pompa, una mitragliatrice oppure un fucile di precisione. Già dalla prima run si potrà capire quanto Strafe possa essere spietato, con la proceduralità dei livelli che avrà un forte impatto sulla variabilità della difficoltà generale. Le 4 aree totali, formate da 4 livelli per ognuna di queste, sono piene di diverse creature quasi prive di IA che si limiteranno ad inseguirvi, nel caso in cui i loro attacchi si basino sul corpo a corpo, o a colpirvi continuamente dalla distanza tramite le armi a loro disposizione. Dopo le prime run passate a morire continuamente, senza la possibilità di salvataggi (ricordiamo che stiamo parlando di un roguelike), inizierete a capire come sfruttare ogni aspetto dell’ambiente per imbrattare di sangue pareti e pavimenti, ad esempio facendovi inseguire da un esercito di mostri in qualche cunicolo per poi fare piazza pulita. Ovviamente, la riuscita delle strategie dipenderà molto dalla conformazione dell’ambiente e dalle armi che il livello generato vi metterà a disposizione. Non saranno pochi infatti i momenti in cui vi troverete a corto di armi, costretti ad eliminare i nemici a suon di fucilate in testa, come non è da escludere la possibilità di raccattare un lanciamissili già nel primo livello.

Tutta questa casualità fa di Strafe un gioco dalla difficoltà assai variabile, in cui ogni run è diversa dalla precedente. Tra le diverse fasi piene di azione, accompagnate da una martellante musica techno di sottofondo, che calza a pennello con la frenesia generale del gioco, ci sarà spazio per qualche sana chicca amarcord anni ’90, come il suono dei vecchi modem 56k alla fine di ogni livello, menù e didascalie che richiamano lo stile di MS-DOS, oppure un antico cabinato tramite il quale ci è stato possibile portare a termine un livello del caro vecchio Wolfenstein. Chissà quante altre cose potrebbero nascondersi nelle sezioni del gioco.

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“Voglio il tuo Sangue!”

Come avrete sicuramente intuito, Strafe non è un gioco per tutti: gli amanti del fotorealismo e della grafica ultra-pompata, sicuramente non apprezzeranno lo stile retro e pixeloso, così come potrebbe essere non indicato per i giocatori che non amano le meccaniche roguelike, con la difficoltà e il livello di sfida fortemente influenzati dalla casualità. Al contrario, per nostalgici che amano fare un tuffo nel passato senza rinunciare ai “vantaggi” degli sparatutto moderni e amanti delle sfide, Strafe potrebbe essere un acquisto obbligato. Parlare di aspetto tecnico sarebbe alquanto inutile, data l’idea del team di creare un gioco particolarmente ispirato ai classici della storia videoludica, dunque tralasceremo questo punto (come è giusto che sia), apprezzando con molta tranquillità e nostalgia le texture a quadrettoni.

Oltre alla classica campagna single player composta – come detto in precedenza – da 16 livelli, tramite il menu iniziale è possibile accedere a 3 modalità alternative: Murderzone, la classica arena ad ondate in cui si deve resistere per più tempo possibile agli attacchi dei nemici, Strafezone ovvero la normale campagna in chiave “sfida giornaliera” e Speedzone con un ritmo ancora più incalzante fatto di proiettili infiniti e danni da caduta inesistenti. In ogni caso, qualsiasi modalità selezioniate, le regole restano le stesse: correre e sparare, facendo attenzione al numero di munizioni che in molti scenari è davvero esiguo, portandovi sempre a scegliere diverse strategie per eliminare le creature che tenteranno di farvi la pelle. In molti casi la tattica più conveniente è quella di portare la maggior parte dei nemici ad inseguirvi per eliminarli in seguito con maggiore precisione e senza uno spreco di colpi, ma anche in questi casi bisognerà fare attenzione alla conformazione dei livelli per non restare alle strette in vicoli ciechi.

Insomma, Strafe è un titolo altamente rigiocabile, in cui ogni singola run è diversa dalla precedente in tutto e per tutto, a partire dalle armi, fino al numero di nemici, offrendo un’esperienza appagante e convulsa a tutti gli amanti del roguelike e degli FPS, con un altissimo livello di sfida.

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Verdetto:

Strafe è un gioco che ci ha colpito in positivo fin dalla prima run, quando ci siamo trovati davanti alla scelta dell’arma e poi subito catapultati nella tana dei mostri. Il suo stile retro, la proceduralità dei livelli e la difficoltà (in molti casi) davvero elevata, accompagnati da una colonna sonora martellante in sottofondo, fanno del titolo di Pixel Titans una piccola perla. Non si tratta sicuramente di un gioco adatto a tutti, a partire dalla grafica anni ’90 fino alle meccaniche di base ma, nel caso siate amanti delle sfide, quelle davvero toste e impegnative, non potete lasciarvelo assolutamente scappare.

Settimio Capozzoli
Ingegnere per hobby, Nerd di professione. Appassionato di Videogames, da quando mio padre mi regalò un Atari 7200 con MidnightMutants (avevo solo 2 anni) ed attratto da qualsiasi aggeggio elettronico. Odio profondo per Assassin’s Creed, dopo averlo lodato fino al terzo capitolo ed amante di Halo, Dragonage, The Witcher e di quel gran figo di Illidan Stormrage. Da grande sogno di diventare uno Spartan.