“L’eroe che, forse, stavamo aspettando”

Prendi un eroe dotato di super forza, non troppa materia grigia, apparente invulnerabilità, che indossa un costume da zecca blu e che dialoga utilizzando bizzarre metafore. Affiancagli il classico “sfigato” delle serie americane, con paranoiche teorie cospirazioniste, l’infanzia segnata da un tragico incidente, ed entrato in possesso di un singolare super costume a forma di falena.
Catapultate l’improbabile duo in una divertentissima storia, ricca, per quanto sia possibile, di colpi di scena e condite il tutto con tanto, e mai banale, humor ed ecco che otterrete The Tick.

 

Anche Amazon decide di puntare forte sui supereroi ma, senza alcun dubbio, opta per una figura a dir poco singolare, che si allontana dallo stereotipo dell’eroe invincibile e senza macchia.
The Tick, partorito dalla mente di Ben Edlund nel 1986, è un eroe atipico, privo di un vero alter ego, quasi fosse nato indossando la maschera, venuto al mondo unicamente per combattere il male, deridere il cliché del supereroe fumettistico e perseguire il più puro ideale di giustizia e pace.
La produzione originale Amazon ha visto, se escludiamo l’episodio pilota, il suo esordio il 25 Agosto 2017 sulla piattaforma di streaming online Prime Video, proponendoci la prima metà di stagione e lasciandoci sino ad ora in attesa del gran finale.
Ma noi abbiamo avuto il piacere e l’onore di poter vedere in anteprima la conclusione della serie, e possiamo assicurarvi che le ottime premesse viste nelle prime 6 puntate sono state consolidate totalmente nelle ulteriori sei.

Seppur il protagonista principale dello show resti lo sprovveduto Arthur (interpretato da Griffin Newman), promosso comunque senza troppa lode, è la zecca blu il vero motore dell’intera narrazione.
Il britannico Peter Serafinowicz, infatti, nei panni di The Tick, riesce a donare al proprio personaggio una carica di umorismo esageratamente convincente, proponendoci sullo schermo una creatura capace di dominare totalmente una sceneggiatura brillante e mai banale.

L’improbabile duo (che può ricordare, seppur in maniera approssimativa, le vecchie accoppiate di poliziotti degli show degli anni ’80) riesce a catturare sin dalle prime sequenze l’attenzione del pubblico, grazie ad un lavoro esageratamente fresco, scanzonato, ma sempre equilibrato, proprio come la struttura narrativa della serie.
Caratteristiche che, senza alcun dubbio, nascono anche dal numero di episodi ed il rispettivo minutaggio (12 puntate da 25/30 minuti ca.), una scelta più che funzionale per poter raggiungere un pubblico desideroso di voler staccare la spina in più attimi della giornata senza doversi per forza di cose dedicare al binge-watching selvaggio.

Guai a pensare, però, che The Tick sia solamente gag e botte, visto che lo script, seppur volutamente, ricalca lo stereotipo di qualsiasi narrazione supereroistica dove il neonato duo di eroi prova a fermare il piano del super malvagio di turno, risultando sempre interessante e coinvolgendo totalmente lo spettatore da casa, facendolo appassionare sia allo sviluppo narrativo che ai personaggi sullo schermo.

Una scelta vincente quella di Wally Pfister, regista dell’opera, nonché celebre direttore della fotografia di numerose opere di Christopher Nolan e vincitore nel 2011 dell’ambito premio Oscar di settore (e infatti, nonostante la semplicità del prodotto, in più riprese è visibile una fotografia qualitativamente elevata ed interessante).
Scelta altrettanto azzeccata risulta quella di aver puntato forte su Jackie Earle Haley (famosissimo al pubblico per la sua memorabile interpretazione di Rorschach in Watchmen), il quale, nei panni del temuto The Terror, riesce perfettamente a fare ciò che viene attuato da Serafinowicz, restituendoci un cattivo carismatico, geniale, ed assai divertente (ci verrebbe quasi da fare un parallelismo con il famoso Dr. Male).

La scelta di Amazon è tanto coraggiosa, quanto vincente, visto che il proporci un personaggio nato per prendere in giro lo stereotipo del supereroe americano medio poteva rivelarsi particolarmente controproducente in questo periodo storico, dove Marvel e DC sono padroni del grande schermo.
The Tick, infatti, non è solo umorismo vero, genuino e che non annoia, ma è anche uno show, – seppur relativamente breve – capace di donare forza ai propri personaggi, caratterizzandoli a dovere, attirando l’attenzione e mantenendola costante durante tutto l’arco narrativo, grazie ad una storia semplice, ma non convenzionale.

the tick

L’universo di The Tick, è un mondo pregno di supereroi, dove la lotta tra eroi e supercattivi è all’ordine del giorno, ma nonostante ciò il nostro omone blu sembra esserne all’oscuro, finendo per lottare perché, inconsciamente o meno, sa che è l’unica via percorribile, e non perché spinto da una motivazione X tipica dell’eroe medio.

Lo show, oltretutto, non perde di vista il focus centrale della narrazione, e non si sfalda dopo la prima metà di stagione, proponendoci un rush finale di qualità pari a quella intravista nei primi episodi, confermando il brillante lavoro svolto da Pfister.
Un serial televisiva che non si prende mai troppo sul serio (una rarità di questi tempi), e fa di questo la sua vera forza, con un intrattenimento vero e privo degli artifizi creativi adoperati negli ultimi tempi dalle serie per catturare il pubblico, sempre più “serie TV addicted”.
Una scelta che ripaga in pieno Amazon, conscio di averci donato un personaggio veramente interessante, ed uno show unico nel suo genere, spingendoci a desiderare il prima possibile una seconda stagione.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.