Attenzione: il testo contiene spoiler sulla quinta stagione. Se non avete ancora visto i primi dieci episodi non proseguite nella lettura!

La guerra, si sa, fa sempre paura. L’ansia dello scontro, l’adrenalina che sale, il fetore del sangue che imbratta le mura o le lame degli strumenti di morte, è un qualcosa di difficilmente descrivibile.

Non tutti, però, sono spaventati dal ritrovarsi faccia a faccia con la morte e, dopo cinque stagioni e mezzo in compagnia di Vikings, ne abbiamo una prova inconfutabile. Quello che ha da sempre accomunato tutti i vari personaggi – principali e non – della serie prodotta da Micheal Hirst e messa in onda da History Channel, è proprio questo: un tremendo controsenso, dannatamente calzante, però, con la natura dei personaggi. La morte, per i vari Ragnarr, Floki, Bjorn e, massivamente parlando, per tutta la popolazione del popolo vichingo, altro non è che il modo migliore per concludere la propria esistenza, dedita quasi esclusivamente al combattimento, alla battaglia e, di conseguenza, alla guerra. Anche in Vikings, però, c’è chi riesce a distinguersi fortemente dalla massa, qualcuno che riesce ad avere una visione diversa, seppur con le stesse salde radici degli altri. Questo è stato il caso di Ragnarr, pioniere di una visione tutta nuova di vivere: razziare solcando i mari, avventurandosi verso mete impossibili anche soltanto da immaginare, comprendere un culto religioso totalmente diverso dal proprio, fino a rimanerne affascinato, per poi finire per andare incontro alla tanto agognata morte, con la consapevolezza di aver lasciato un’eredità importante dietro di sé, e non soltanto a causa della presenza dei suoi cinque figli.

Proprio tra di loro c’è chi è riuscito a distinguersi probabilmente anche più del padre, a causa anche di una vita ingiusta e difficile, che ne ha forgiato lo spirito. Il suo è uno spirito altrettanto crudele e spietato, ma anche dai toni lungimiranti e strategici, il tutto accompagnato da un’insaziabile sete di sangue e da una follia a tratti inumana. Parliamo ovviamente dell’ultimo dei figli di Ragnar, Ivarr, da sempre noto come il “Senza Ossa”, a causa di una malformazione congenita. Deriso e denigrato per tutta la vita da praticamente chiunque (compresi alcuni dei fratelli), ma, in realtà, anche temuto, Ivarr è riuscito a fare dei suoi limiti la sua forza, finendo col diventare, nonostante tutto, un guerriero, un leader temuto ed uno dei candidati principali a raccogliere l’eredità del padre ormai scomparso. Proprio quest’ultimo, restio, inizialmente, anche solo a dare la possibilità di crescere allo sfortunato figlio, alla fine gli dirà che ha sempre saputo che avrebbe fatto grandi cose, e che deve credere in se stesso. Ivarr, avendo fatto tesoro delle parole del padre, inizia la propria ascesa, ma è costretto a scontrarsi con Lagertha, ex moglie di Ragnarr e colpevole di aver ucciso l’unica persona a cui Ivarr volesse veramente bene: la madre, la regina Aslug.

La quinta stagione di Vikings, per ora ferma alla prima parte, è stata proprio questo, fondamentalmente: uno scontro, mentale, psicologico, strategico e, sul finale, fisico, tra Ivarr e Lagertha, nonostante i due non abbiano mai incrociato veramente le loro spade.

Schieramenti inaspettati: come andrà a finire?

La guerra intestina per il controllo di Kattegat ha finito per coinvolgere praticamente tutti, che poco a poco hanno iniziato a scegliere la propria fazione, per interessi, ideali o motivazioni più carnali e materiali. Fratello contro fratello, sangue contro sangue, un po’ come già successo con Ragnarr e Rollo: i figli del grande conquistatore hanno iniziato a farsi la guerra, una guerra evitabile ma che, in fondo, alla fine risulta scontata e dietro l’angolo. Da un lato Ivarr ed i suoi ideali di conquista, dall’altro Lagertha, ossessionata da una nuova e spietata veste, quasi irriconoscibile, l’ombra di se stessa. Prevedibilmente, lo scontro, un vero e proprio bagno di sangue, ha mietuto numerose vittime  di ambedue le fazioni, portando via dalla scena anche alcuni personaggi di una certa rilevanza. L’esito della battaglia, incerto fino all’ultimo, è stato deciso dell’intervento dell’esercito franco, inviato da Rollo, ormai in tutto e per tutto un traditore dei propri natali e rinato sotto la guida dell’imperatore della Franchia. L’intervento del Duca ha fatto si che la guerra per il controllo di Kattegat si concludesse con la vittoria di Ivarr e della sua fazione e la disfatta totale del “team Lagertha”, cui anche Bjorn, invero molto legato allo zio Rollo, è stato costretto ad assistere. L’era di Lagertha, intravista nell’ultima scena del decimo episodio della quinta stagione, come da consuetudine, spezzata in due parti, con uno sguardo assente e dall’aspetto invecchiato e semplicemente distrutto, è finita: a regnare su Kattegat, ora, è Ivarr il “Senza Ossa”. Il modo in cui si evolverà la situazione è un punto di domanda enorme, grande come la Penisola Scandinava e profondo come le acque del Mar Baltico.

Il destino di Lagertha

Il primo tassello, quello più importante, è capire che fine farà effettivamente Lagertha. Dalle prime immagini della nuova parte di stagione sembra quasi che la donna sia impazzita, invecchiata e nemmeno più in sé.

La perdita della sua amata Astrid e della guerra ha sicuramente inciso tantissimo sulla salute mentale della guerriera; ma com’è arrivata a tanto? Per quale ragione, un personaggio tanto forte, determinato, senza paura e spesse volte anche spietato, è andato incontro ad una fine simile? E, soprattutto, tornerà mai quella di un tempo? La domanda è doverosa, anche perché, le voci sulla dipartita della regina guerriero sono sempre più insistenti e, in verità, tutto lascia presagire un triste epilogo per il personaggio interpretato dalla bellissima Katheryn Winnick. Difficile a dirsi, perché Vikings è un prodotto particolare, capace di sorprendere sempre il telespettatore con trovate a volte inaspettate e difficilmente comprensibili, ma che, alla fin fine, hanno sempre un loro senso preciso.

Il ritorno di Rollo: interesse personale o altruismo?

Un altro punto di domanda fondamentale è quello riguardante l’intervento di Rollo, ormai lontano dalle fredde lande norrene, nella disputa tra il nipote Ivarr e l’ex cognata (di cui è sempre stato innamorato) Lagertha.

Ufficialmente, Rollo ha deciso di aiutare il nipote perché colpito dalla sua personalità, forte e spietata, ma anche intelligente, calcolatrice e glaciale. Ma sarà effettivamente così? Il dubbio è doveroso, anche perché, in fondo, si parla di Rollo, uno dei personaggi più subdoli e, passateci il termine, viscidi di tutta la produzione. Il controllo su Kattegat (più precisamente su Lagertha) ha da sempre destato invidia e rancore nella mente del guerriero e quale momento migliore per provare a prendersi ciò che ha sempre agognato, seppur senza mai ammetterlo veramente? Vogliamo veramente credere che, per una volta, Rollo abbia fatto una scelta “altruistica” e per motivazioni esenti dal proprio tornaconto? La risposta, provando a leggere in tono sarcastico quest’ultimo pezzo, è alquanto scontata.

“Tutti i migliori sono matti”?

Fondamentale è anche scoprire come proseguirà il viaggio, a tratti mistico, di Floki. L’uomo, in verità distrutto dalla morte della sua adorata Helga, durante la quinta stagione ha subito uno scossone importante, cambiando totalmente la propria personalità e dirottando i propri interessi verso altri lidi.

I più cattivi potrebbero pensare che, finalmente, il costruttore di navi abbia definitivamente abbracciato la follia che da sempre ha pervaso la sua persona. E, diciamocela tutta, non sarebbero poi così lontani dalla verità. Durante gli episodi della prima parte di stagione, infatti, abbiamo assistito al suo viaggio alla ricerca di uno scopo nuovo per vivere, culminato col ritrovamento di quella che, secondo lui, è una terra divina, baciata dal favore degli dèi e riservata a chi, come lui, li ha sempre venerati. Il viaggio, però, ha iniziato a prendere una piega funesta con tanto di esiti inaspettatamente drammatici, comprese morti inaspettate, violenza e tanta paura. Come finirà la sua avventura nell’avventura? Vogliamo saperlo tutti, e non vediamo l’ora!

Una famiglia divisa a metà

Anche le sorti, o più in generale come si rapporteranno con le tante novità circostanti, degli altri figli di Ragnarr Lothbrok sono di grandissima rilevanza.

Escluso Ivarr (per ovvie ragioni) ed il defunto Sigurd (morto proprio per mano di Ivarr), il destino di Bjorn, Ubbe e Hvitsark è più incerto che mai. I primi due, schierati dalla parte della squadra perdente, quella di Lagertha, dovranno per forza di cose scontrarsi con la dura realtà dei fatti: con a capo il tanto temuto Ivarr le cose per loro potrebbero mettersi veramente male, specialmente per Bjorn, cui Ivarr è meno legato anche per via della diversa maternità. Discorso diverso per Hvitsark: il secondogenito della coppia Ragnar-Aslug si è – sorprendentemente – schierato dalla parte di Ivarr, spostando in modo assolutamente inaspettato gli equilibri della diatriba familiare. Cosa farà Hvitsark ora? Rimarrà veramente fedele ad Ivarr? O cercherà di riallacciare i rapporti ormai perduti col tanto amato fratello maggiore Ubbe?

Lo scopriremo soltanto guardando!

Il regno di Ivarr

Il punto focale della seconda parte di stagione, però, è indubbiamente Ivarr e la costruzione della sua Kattegat.

Le prime immagini della nuova metà di stagione mostrano un Ivarr a tratti irriconoscibile, la cui faccia è completamente dipinta ed i suoi occhi sembrano ardere di una scintilla mai così viva e ardente. Il “Senza Ossa” dovrà per forza di cose tentare di consolidare la sua posizione, cercando di mantenere il favore del popolo dei norreni, e guardarsi bene dagli attacchi sia esterni sia interni. Conoscendolo, però, ci sentiamo di sbilanciarci sul fatto che ne vedremo veramente delle belle: raggiunto il tanto ambito trono, ci risulta difficile immaginare che le cose cambino tanto velocemente, anche per via della forte influenza che lo stesso Ivarr sembra aver ottenuto sulla popolazione di Kattegat.

E il vescovo Edmund?

Infine, la domanda che ci sentiamo di fare è: che fine avrà mai fatto il vescovo Edmund? Interpretato dal grandissimo Jonathan Rhys Meyers ed introdotto nel finale della quarta stagione, il personaggio ha riscosso un grandissimo successo, risultando uno dei più apprezzati dai fan.

Il vescovo, però, ha faticato parecchio a trovare la propria identità nel corso della quinta stagione, finendo anche per diventare una sorta di “arma vivente” brandita da Ivarr, per poi tradire quest’ultimo e schierarsi dalla parte di Lagertha, da cui è palesemente attratto. Siamo curiosi, dunque, di sapere quale sarà il suo destino, tenendo conto soprattutto di quella sorta di empatia reciproca, di complicità, che sembrava esserci tra lui ed Ivarr. Sarà quest’ultimo particolarmente iracondo nei confronti di questo specifico tradimento, più che di altri? La risposta è probabilmente positiva, ma per averne la certezza dobbiamo aspettare la messa in onda dei prossimi episodi.

Tanti punti di domanda

Gli interrogativi sono veramente molteplici. La seconda parte della stagione debutterà il giorno 29 novembre (non è ancora chiaro quando e come arriverà in Italia) e siamo ansiosi di scoprire come Michael Hirst riuscirà ad inserire e far quadrare i vari tasselli che compongono questo nuovo, scoppiettante, arco narrativo e, di conseguenza, come il tutto virerà nella direzione di una già annunciata sesta stagione.

Alzate gli scudi, soldati: il Valhalla è lì, ci attende. Vogliamo andare a prendere ciò che è nostro?

Salvatore Cardone
Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.