05_mChe Oculus Rift, o più in generale lo sviluppo contemporaneo dei dispositivi di realtà virtuale, non fossero nati con lo solo scopo di migliorare e aumentare i possibili concept legati al videogioco, è cosa risaputa ormai da parecchio tempo. Anzi, proprio l’applicazione nel campo del gaming rivela le maggiori inadeguatezze di una tecnologia ancora non perfettamente ottimizzata per elevare realmente e senza compromessi le nostre esperienze ludiche di qualsivoglia tipo.

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Ma le possibilità di sfruttare tali potenzialità sicuramente si estendono a 360 gradi in molti altri campi. Uno dei progetti più interessanti è l’app VRClay, attualmente in sviluppo presso gli studi di Sixsense e in attesa di un concreto sbocco commerciale grazie alla campagna di crowdfunding finalizzata a sostenerlo. Ma di cosa parliamo in pratica? È presto detto: con questa applicazione, potremmo modellare “manualmente” un oggetto 3D proiettato all’interno del visore, grazie a dei pratici motion-controller Razer Hydra, che sembrano sposarsi al meglio con questo tipo di esigenze. Eccovi un video che sicuramente vale più di mille parole:

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Insomma, potremo scolpire in modo quasi “analogico” quello che vogliamo e in maniera del tutto intuitiva. Un’implicazione non da poco visto che potrebbe permettere a moltissimi creativi di esprimersi con facilità in un campo fino ad oggi piuttosto proibitivo senza una adeguata conoscenza di software e dei mezzi tradizionali (mouse, tastiera, ecc.) che è necessario padroneggiare più che bene per raggiungere qualche risultato. Senza considerare anche il fatto di avere una prospettiva del tutto nuova sul proprio lavoro molto più diretta.

VRClay-Oculus-Rift-1Naturalmente le possibilità di sfruttare la cosa sarebbero innumerevoli: oltre che velocizzare o, di nuovo, rendere alla portata di più persone, il fatto di contribuire sul versante grafico nello sviluppo di un videogioco, si può pensare perché no, di trovare applicazioni integrabili alle stampanti 3D, altra tecnologia pionieristica che sta cercando la propria dimensione proprio in questo periodo. Insomma il limite è solo la creatività, quello che è certo è che viviamo in un’epoca in cui fare grafica 3D è un’abilità spendibile in molti, moltissimi ambiti, artistici e non. Tutto sta nel considerare i limiti tecnici del caso, nella concretezza del progetto e ovviamente, come sempre quando parliamo di un campo ancora cosi inesplorato come quello della realtà virtuale, nella resistenza delle nostre retine!

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!