Quando cinema e cliché vanno a braccetto

Tempo fa avevamo realizzato un articolo che prendeva in esame alcuni dei più grandi cliché del cinema catastrofico. Subito dopo ci siamo così domandati: perché non ripetere l’esperimento con un altro genere? In fondo il mondo del grande schermo è pieno di motivi ripetuti e stereotipi, che spesso si riconoscono all’istante e sono in grado di strapparci un sorriso a denti stretti persino se inseriti all’interno di un plot tutt’altro che comico.
Abbiamo dunque deciso di prendere in esame il cinema action e polziesco e i suoi cliché, sebbene siamo consapevoli che molti di questi siano applicabili anche in altre tipologie di film.
Ma ora iniziamo con la lista, e vediamo se ne riconoscete qualcuno.

La coperta rossa

Un grande classico, immancabile in un action o un poliziesco che si rispetti. Quasi sempre la vittima, sopravvissuta ad un qualsiasi tipo di pericolo, da un’aggressione, ad un esplosione, ad un tentato omicidio e chi più ne ha, più ne metta, viene ripresa nelle immagini successive all’evento seduta, all’interno di un’ambulanza o in prossimità di essa, con una coperta rossa sulle spalle.
La motivazione è dettata da un probabile abbassamento della temperatura corporea, in seguito allo shock subito, ma il cinema ne abusa a non finire, con il risultato che persino per il più banale inconveniente ci ritroviamo la vittima del caso avvolta nella solita coperta.
Il tutto è sottolineato in maniera sublime dagli sceneggiatori di Sherlock, col protagonista costretto a fare i conti con questa situazione e che, rivolgendosi a Watson dice esplicitamente: “Ma perché continuano a mettermi questa maledetta coperta?”

Maleducazione al telefono

Una delle prime regole per essere arruolato come protagonista di un film action (ma non solo), è la maleducazione. Ogniqualvolta (o quasi) che il nostro eroe si trova in una conversazione telefonica, che sia il suo capo, il proprio partner, il padre o uno sconosciuto, chiude la comunicazione senza salutare ed attaccando il telefono in faccia al suo interlocutore, anche in momenti di calma totale. E dall’altra parte, inoltre, questo atteggiamento viene ritenuto normale, visto che nessuno lo fa mai notare.
Prima o poi ci diranno il perché di tutto ciò.

Litigio e perdono in punto di morte

Come capire quando un personaggio sta per morire? È piuttosto semplice, in realtà. Poco prima dell’episodio che sancirà il decesso improvviso, ci sarà un brutto litigio, sia esso per futili motivi che per cause più serie, tra la futura vittima e un proprio partner, o amico o familiare. Insomma, l’essenziale è che ci sia un rapporto molto stretto e intimo.
Da lì a poco uno dei due, più precisamente quello che aveva ragione nella discussione, passerà a miglior vita, ed in punto di morte ovviamente ci sarà spazio per il perdono e la redenzione.
Nel dubbio, quindi, meglio stare sempre dalla parte del torto.

Tutto bene?

“Sì, grazie”. E invece no, lì nel bagno sta succedendo di tutto.
Il bagno nei film action (e non solo) è una sorta di luogo magico in cui si fanno riflessioni mentre ci si lava le mani, ci si nasconde per fare una telefonata (uscire è troppo complicato, vero?), si scoprono barattoli arancioni contenenti pillole, e a volte si può persino risolvere un caso stando comodamente seduto sulla tazza (Hank docet).

Ad ogni modo, non temete, da un momento all’altro il proprietario di casa verrà a bussare per chiedere se va tutto bene…

Sta per succedere qualcosa…


Ecco un cliché strettamente collegato a quello precedente. Come già accennato, ci sono dei luoghi simbolo che ci fanno intuire che da lì a breve accadrà qualcosa.

Di solito il momento prima in cui il personaggio compie un’amara scoperta è caraterizzato da una calma, solo apparente, che lascia intendere all’attento spettatore che qualcosa di strano è nell’aria, e ciò – come detto – avviene di solito in luoghi specifici.
Tendenzialmente viene mostrata una scena inutile, come il personaggio che si lava le mani in bagno, e da lì sarà questione di attimi. L’ascensore è un altro grande classico di questo tipo di cliché, e un film come Captain America: The Winter Soldier ne è consapevolmente l’emblema.

La sfiga suona sempre due volte

Capita, nei film action e nei polizieschi, che un personaggio entri furtivamente in un’abitazione. Può essere un ladro o un assassino, ma di solito in tali circostanze veniamo avvisati solo ad atto compiuto, per cui il più delle volte lo spettatore si trova ad assistere a situazioni in cui è il protagonista, o comunque qualcuno senza cattive intenzioni, ad entrare di nascosto in un’abitazione, magari per acquisire prove o riprendere qualche oggetto.
In questo caso c’è una sola regola da tenere a mente. Non importa se avete pedinato il proprietario della casa per giorni, se siete certi del fatto che quella sera abbia un appuntamento dall’altra parte della città o se non si va vivo da settimane: quando varcherete l’uscio, dopo pochi minuti sentirete girare la chiave nella toppa.

Il poliziotto sfigato che sta per andare in pensione


Dopo tanti anni di duro lavoro, finalmente la meritata pensione. Eppure, al poliziotto vicino all’ambito pensionamento succede sempre di tutto. Probabilmente fino a quel momento avrà passato giorni, mesi, anni in totale tranquillità. Ci sono poliziotti o sceriffi di piccole cittadine che fino a quel momento magari non hanno neppure mai dovuto sparare, ma quando si avvicina la pensione, beh… Cosa c’è di meglio di un bel serial killer a scombinare i piani?

 

 

Vuoi risolvere il caso? Basta farsi sospendere

In ogni caso, che voi siate un poliziotto vicino alla pensione o no, per risolvere quel caso difficilissimo la regola d’oro è farsi sospendere. Non sappiamo infatti se dipenda da un moto d’orgoglio o da chissà quale altra dinamica, ma il poliziotto sospeso, a cui hanno tolto pistola e distintivo, riuscirà a risolvere il caso in modo rocambolesco, e magari otterrà pure una bella promozione.

Un altro, grazie

Un altro grande cliché riguarda il protagonista e il bar. Il nostro eroe, depresso per i problemi lavorativi e sentimentali, potrete trovarlo infatti al bar ad ubriacarsi e bere quantità incredibili di alcool. Si siederà al bancone e chiederà al barista una birra, o in alternativa del whiskey, e ne ordinerà uno dopo l’altro. Il barista ovviamente non chiederà mai quale birra vuole o quale tipo di whiskey, ma in compenso pulirà rapidamente il bancone con un straccetto. Al più aggiungerà la frase: “non starai esagerando?”, per poi tornare a far finta di niente dopo esser stato rimproverato dal protagonista.

Insegua quella macchina!

Il più classico di tutti. Il nostro protagonista si troverà immancabilmente a dover inseguire un fuggitivo, per un motivo qualsiasi, e non troverà modo migliore di farlo che lanciarsi in un taxi (che passerà lì proprio nel momento adatto), chiedendo all’autista di inseguire subito la macchina davanti, a tutto gas. Il tassista, ovviamente, non farà domande e ubbidirà.

Variante:

Rubare l’auto ai passanti

C’è poi una variante per veri amanti del cliché. Quando il taxi non si palesa magicamente, al nostro eroe non resta altra soluzione che rubare l’auto ai passanti. Questi, senza troppe remore e solo un minimo sbigottiti, non opporranno particolare resistenza.

Uomini più resistenti delle macchine

In fondo essere protagonisti di un film action garantisce una certa incolumità ed una particolare resistenza fisica. Di contro le automobili, per la legge di compensazione esploderanno sempre, pure se vengono soltanto tamponate e mandate fuori strada. Ma non abbiate paura, perché i protagonisti ne usciranno comunque indenni e con dei piccoli graffi in faccia, nonostante la macchina sia ridotta in macerie. Non hanno nemmeno un giramento di testa, sensazioni di svenimento, o quant’altro; anzi, torneranno subito a correre inseguendo il nemico.

cinema action

Sta per esplodere! O forse no…

A proposito di esplosioni, un altro grande stereotipo dei film d’azione è costituito dalle bombe. Non sono tanto le bombe in sé però a catturare l’attenzione, ma il modo in cui NON esplodono. L’artificiere della situazione è spesso un improvvisato MacGyver, che non ha la minima idea di cosa sia un esplosivo ma in un modo o nell’altro troverà il filo giusto e l’ordigno sarà disinnescato rigorosamente ad un secondo dal boom.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.