L’E3 è in chiusura. Anche quest’anno la celeberrima fiera di Los Angeles ha fatto il suo corso, presentando al pubblico tante novità e frustrandoci per la mole gargantuesca di titoli che dobbiamo prepararci a comprare da ora sino ad almeno 2 anni. Siamo onesti: era da tanto che non si vedeva un E3 così ricco di sorprese e che ci costringesse al dormiveglia dinanzi alle conferenze. Per quanto sia sempre esaltante seguire queste fiere, erano ormai diversi anni che l’E3 aveva perso il suo mordente ed il suo smalto, finendo per essere sì un appuntamento atteso, ma anche un tantinello inconcludente. E invece quest’anno più o meno tutti si sono impegnati per tirarci su di morale, portando alla luce annunci da eiculazione precoce, con robe desideratissime e del tutto inattese. Vabè, inutile girarci attorno, il remake di Final Fantasy VII è certamente uno dei momenti più WTF dell’E3 di quest’anno. Non solo perché è una di quelle robe che i giocatori desiderano ormai dai primi annunci di PS3 (con relativa tech demo dedicata proprio a FF VII), ma soprattutto perché ormai non ci credeva più nessuno. E invece ZACK, ecco che con un colpo di coda leggendario, Square Enix decide di accontentare la gente che da eoni chiede a gran voce un ritorno di Cloud e compagni che non sia l’ennesimo spin off o un altro film in computer grafica al gusto di merda. Raccolte le idee, tornati lucidi, ci siamo però posti una domanda che secondo noi è fondamentale: cosa è lecito aspettarsi da questo remake? Perché si fa presto a dire che torna FF VII, ma come tornerà? Riflettiamoci insieme.

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La grafica
Partiamo dalle cose semplici, ossia l’aspetto grafico. Benché all’epoca FF VII sembrasse un capolavoro di grafica, a guardarlo oggi fa quasi tenerezza per la bruttezza dei suoi modelli, non tanto per quelli presentati durante le fasi di combattimento o nei video in CG, ma per i personaggini deformed che si controllano esplorando il mondo di gioco. SI, LO SO! Siete tutti super aficionados di FF VII e state gridando allo scandalo, ma penso che uno debba essere onesto e sincero e, francamente, la grafica di FF VII è una di quelle cose che è peggio invecchiata nel campionario del capolavoro Square(soft). Quel che dobbiamo aspettarci è dunque un restyle grafico completo, che aggiorni la costruzione dei personaggi e del mondo di gioco all’attuale performance del mondo console. Questa, come immaginerete, è ben più che un’ipotesi poiché il restyle grafico è in qualcosa che si è visto già nel brevissimo teaser ed è, come si suol dire, un’ovvietà. Il punto qui è quanto a fondo questo restyle andrà a investire FF VII, e quanto questo vada poi a incidere su un fattore su cui molti di voi non hanno riflettuto che è poi il fulcro del prossimo punto.

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Lo stile artistico
Non sempre quando si parla di remake grafico si pensa a quello che potrebbe essere l’impatto che il remake avrà sul profilo artistico di un’opera. Per quel che riguarda Final Fantasy VII, il suo mondo diesel-punk ha di certo lasciato un marchio indelebile nel modo di concepire il videogame di ruolo fantasy, poiché prima di esso non esistono, a ben vedere, prodotti parimenti iconici che si siano così pesantemente distaccati dalla concezione classica della ruolistica digitale. Non più draghi, principesse, castelli e mondi vagamente medievali, ma piuttosto un mondo cupo, meccanico, inquinato. Con il tempo questo mondo, e la sua relativa colorazione, si sono poi modificati ed in qualche modo “evoluti”, grazie prima allo spin off Crisi Core, che ha ammorbidito la grafica spigolosa dell’originale, e poi al film in CG Advent Children, che ha dato all’intero mondo un aspetto forse più realistico, ma anche più “modernamente nipponico”. Seguendo poi un trend molto caro a Square Enix (e perdonateci se lo diciamo: banale), con Advent Children si è imposto anche quello stile per cui, nella mentalità Square Enix, un personaggio interessante ha i capelli con qualche spigolo, un vestito con toni scuri e catene più o meno dove capita, miste a inserti in pelle (se possibile). Speriamo che con il remake di Final Fantasy VII si cerchi di essere invece coerenti con le origini, aggiornando sì la grafica, ma lasciando tutto artisticamente intatto. Speriamo, infine, che non si opti in alcun modo per quello stile “a la Kingdom Hearts” per cui, come in Crisis Core, i personaggi hanno quel non so ché di fumettoso, con colori chiari che mal si sposerebbero allo stile originale.

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La trama
Restando sul fronte artistico: proprio di recente Square Enix (per bocca di Nomura) ha annunciato che il gioco non sarà un porting 1:1 dell’originale e che, pertanto, verranno modificate molte delle cose dell’originale FF VII per mettere il tutto al passo con i tempi. La cosa può lasciarvi perplessi per vari motivi ma quel che forse a noi lascia più incerti è il versante della trama che molte persone in rete stanno sottostimando in favore del gameplay. Perché ci preoccupa la trama? Non siamo propriamente preoccupati, ma piuttosto siamo insicuri di quanto e bene certi passaggi possano essere riscritti o approfonditi. Con alle spalle un prequel (Crisis Core), uno Spin off (Dierge of Cerberus) e un sequel (Advent Children) viene naturale chiedersi che cosa se ne farà il team di sviluppo del mondo “post FF VII originale” e se eventualmente, come no, alcune delle numerose informazioni emerse nelle uscite successive al 1997 vadano in qualche modo a modificare la storia originale o ad approfondirla. Ora, è pur vero che si sa per certo che l’originale FF VII, a causa di problemi legati ai tempi di sviluppo ed all’investimento economico, uscì monco e incompleto in alcune parti e pertanto è plausbile che quelle mancanze vadano finalmente appianate. Tuttavia la trama, più che il gioco in sé, ha qualcosa attorno a sé che sfocia nel sacrale. Non vorremmo nemmeno, per dirne una, che a furor di popolo certi passaggi fondamentali (come quello della fine del primo disco…) vengano modificati. Sarebbe uno stupro bello e buono.

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Il sistema di combattimento
Se parliamo del sistema di combattimento di Final Fantasy VII, pensiamo all’intramontabile Active-time, con cui si consacrò il sistema di battaglie a turni che è rimasto quasi del tutto immutato sino a FF X salvo poi cominciare la sua evoluzione verso quell’impronta action che ormai sembra tanto cara al mercato giapponese. Ora io lo so che questo è quello che vorreste, ma non sarebbe lecito aspettarsi che le cose vadano effettivamente così. Sin dalle prime ore post-annuncio E3, Square Enix ha voluto subito mettere in chiaro una cosa: si, il gioco è in sviluppo e si stanno ancora valutando tante dinamiche ma, parimenti, si farà in modo che il tutto sia aggiornato cosicché ci si adatti al moderno andazzo del mercato videoludico. E qual è questo andazzo? Ovviamente l’azione. C’è di più. Square sta combattendo da anni una personalissima battaglia con gli utenti per convincerli che un sistema di gioco action è il futuro del GDR nipponico. Non ce la sentiamo di essere del tutto contrari all’affermazione (che in Square ha trovato anche una dignitosa collocazione in Kingdom Hearts), il problema è che almeno nella serie Final Fantasy non si è mai raggiunto un livello di azione “nitido”. I giochi dall’animo action di SE sono sempre più o meno problematici per un motivo o per un altro. Ecco perché con il prossimo FF XV, Square ha puntato sin da subito alla presentazione del nuovo sistema di gioco, mostrando prima maree di video, e poi una demo che ora si è persino aggiornata. Consacrare FF VII ad un sistema di gioco action non sarebbe solo una mossa coerente con l’attuale filosofia di Square Enix ma sarebbe anche un colpaccio. Se il sistema fosse decente darebbe alla società nuovo credito nei confronti dei giocatori convincendoli che se si riesce a fare bene modificando all’action un classico, allora si può fare un buon GDR action in qualunque sostanza.

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La data di uscita
Proprio nelle ultime ore, grazie ad una poderosa intervista a Nomura, Square Enix ci ha informati che il titolo è ancora in sviluppo e che, probabilmente, anche il suo nome subirà un cambiamento visto che “Final Fantasy VII Remake” è un titolo provvisorio. Se toccasse a noi scegliere, punteremmo sul nome “FF VII Anniversary”. Perché? Perché tra circa 2 anni proprio Final Fantasy VII compierà il suo ventennale, un evento che non può che essere adeguatamente celebrato dalla società. Perché parlarne qui? Perché il 2017 ci sembra anche l’anno migliore per pubblicare il gioco. L’uscita in occasione del ventennale sarebbe un evento da ricordare, senza considerare l’enorme eco che la combo uscita+ventennale avrebbero nella rete.

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La formula di uscita
Ma come uscirà FF VII Remake? Ovviamente in formato fisico, probabilmente in versione multipiattaforma. Perché? La risposta è semplice: per denaro. Vecchio ormai di vent’anni, il brand di FF VII è nato in un momento in cui il marchio PlayStation aveva grande risonanza mediatica ed economica e fu acclamato, giustamente, come un capolavoro. Tuttavia è certo che molte delle persone che possedettero una PS1, sono poi slittate negli anni su console concorrenti. Ciò è vero specialmente in America, dove Xbox 360 ha fatto così bene da far si che Microsoft ne piazzasse una in ogni casa a scapito dello strapotere Sony. Oggi come vanno le cose? Pur vero che PS4 ha venduto più di One, ma parliamo di un gap di vendite minimo, che mensilmente può essere soggetto a situazioni di rialzo di una casa rispetto all’altra. Ecco perché OGGI esistono per lo più uscite multipiattaforma. La sicurezza di vendita offerta da due console praticamente uguali, unita ai costi di sviluppo software ormai arrivati a cifre da capogiro, in qualche modo “impongono” il lavoro su titoli multipiattaforma. Certo, Sony potrebbe spiazzare tutti e stringere un accordo di esclusiva con cui piazzare un colpo non da poco rispetto alla concorrenza… ma quanto costerebbe? Tanto, forse troppo.

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La serializzazione
La cosa che ci spaventa di più dell’uscita di un remake di FF VII è la possibilità che il brand si serializzi di nuovo. Per fortuna con Advent Children lo sfruttamento del marchio FF VII è terminato, e ciò soprattutto perché – diciamolo – per quanto il film abbia galvanizzato molti fan, esso non corrispose propriamente ad un successo commerciale, tanto che per recuperare denaro è stato messo in commercio in una moltitudine di formati differenti. Come che sia, pur ammettendo che Crisis Core fu, in effetti, un’ottima uscita, la possibilità che FF VII Remake, come prodotto di successo, generi una serie di “figli” un po’ ci spaventa. È dai tempi di FF X-2 che siamo sfiduciati da questa dinamica, e con la “recente” nascita del brand FF XIII, questa possibilità non si sembra più tanto pellegrina. Vogliamo un sequel di FF VII? So che la risposta per molti di voi sarebbe si, ma pensateci. Si tratta di una storia che non si lascia sospesi, salvo quei “buchi” che il remake dovrebbe teoricamente riempire per cui a che servirebbe un sequel? Eppure sappiamo già che se il gioco venderà le possibilità che ciò accada non saranno affatto blande.

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