Le migliori storie di Topolino: otto racconti imperdibili

Chiedete a qualche appassionato di fumetti di elencarvi quelle che secondo lui sono le migliori storie di Zio Paperone e nipoti: probabilmente vi snocciolerà un elenco di racconti, giustamente, interminabile. Chiedetegli la stessa cosa per quanto riguarda Topolino: sarà sicuramente più in difficoltà. Questo perché nel mondo Disney, i paperi hanno da sempre generato più empatia. Tutti ci siamo sentiti sfortunati o irascibili come Paperino qualche volta, determinati come Zio Paperone, dinamici come Qui, Quo, Qua, perfino fessi come Paperoga.

Topolino, invece, un po’ perché porta la nomea del perfettino per eccellenza, spesso viene dato per scontato, insieme alle sue incredibili avventure. Errore, errore gravissimo. Ecco perché in occasione dei suoi 88 anni, compiuti oggi, abbiamo pensato di rendergli proprio con ben due speciali: uno sugli autori fondamentali che ne hanno segnato l’evoluzione, e l’altro, questo, sulle migliori storie, quelle fondamentali e che meritano un posto nella memoria (e nel cuore) di tutti i lettori. Mettetevi comodi.

L’Inferno di Topolino

Prima grande parodia Disney, quella scritta da Guido Martina e disegnata da Angelo Bioletto è una storia, perdonate il gioco di parole… storica. Datata 1949, fu fino agli anni ’80 l’unica storia per la quale venne specificato il nome degli autori (l’unica altra firma possibile era infatti quella di Walt Disney), come segno di apprezzamento dello stesso Disney, cui piacque moltissimo. Il lavoro di Martina fu infatti talmente certosino da recare all’interno di ogni vignetta una didascalia in terzine con versi endecasillabi (in metrica sono versi composti da 11 sillabe, con accento sulla decima) in rime incatenate ABA/BCB, ossia gli stessi usati da Dante per la Divina Commedia.

La storia inizia con Topolino e Pippo protagonisti a teatro di una rivisitazione della Divina Commedia, quando giunti al verso finale, Gambadilegno, con l’aiuto di un complice (l’ipnotizzatore del Belucistan), riesce a far ipnotizzare i nostri protagonisti, facendogli credere di essere realmente Dante e Virgilio. I due, dopo un alterco con Minnie, decidono di recarsi in biblioteca per saperne di più sull’opera di Dante, ma si addormentano e cominciano a viverne in prima persona le avventure. 

Traspare ovviamente una profonda conoscenza dell’opera dantesca, infarcita dal tocco personale di Martina, che riesce anche ad inserire alcuni riferimenti alla cultura popolare italiana di quel periodo, e dedica all’Italia, appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale (che lo stesso Martina aveva combattuto) il verso conclusivo Potremmo raccontarvi di alcune perle come i vari personaggi storici che incontrano, da Omero a Giulio Cesare (di nuovo, esattamente come Dante), o di Pippo cucinato e dato in pasto a Qui, Quo e Qua, o di Cucciolo che fa la telecronaca di un combattimento tra Topolino e Gambadilegno, o d tutte le parodie linguistiche del capolavoro di Dante, ma la storia meriterebbe un articolo a parte. E poi, soprattutto, vi consigliamo di reperirla e divorarla in prima persona. In fondo si tratta della storia Disney più ristampata in Italia ed una delle più apprezzate anche all’estero, nonostante le ovvie difficoltà di traduzione. Un motivo ci sarà.

Topolino e Minnie in Casablanca

Anche in questo caso si tratta di una parodia, per l’appunto del film Casablanca, di Michael Curtiz del 1942. A renderla così speciale è la mano di un Giorgio Cavazzano particolarmente ispirato sia nei testi che nei disegni, in un delizioso bianco e nero come omaggio al film, e con scelte indovinatissime nella creazione dei personaggi. Pippo è infatti spassosissimo e perfetto come il pianista Sam, mentre il Commissario Basettoni diventa il Capitano Basault, e l’immancabile Gambadilegno che per l’occasione è l’opprimente tiranno di Zirconia, il Maggiore Strudel.

La storia riprende i temi del film ed i punti salienti che lo hanno reso un’icona del cinema mondiale, compresa la celeberrima citazione “Suonala ancora, Sam”, presente anche qui e pronunciata da Topolino. Manca però il finale, trasformato in un lieto fine che accontenta tutti. Un piccolo capolavoro apparso per la prima volta su Topolino 1657 dell’agosto 1987, ma recentemente ristampata in un’edizione deluxe che, manco a dirlo, vi stra-consigliamo.

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Topolino in “Ho sposato una strega”

Siamo di fronte ad una delle storie più controverse (se non la più controversa) di Topolino di tutti i tempi. Si tratta di una parodia del film di Renè Clair del 1944, e non si può certo dire che le cose siano andate lisce per la sfortunata storia, che, tra le altre cose, ha anche risentito di un errore di stampa che ha invertito le pagine 21 e 22 del Topolino 1785, numero di San Valentino del 1990. Nella storia, Topolino litiga con Minnie a causa di un impegno di lavoro che lo avrebbe costretto a stare fuori casa per un mese. L’impegno salta, ma Minnie, che non lo aveva perdonato, ha deciso di partire a sua volta. Trovandosi così libero per un mese, anche Topolino approfitta della situazione per fare un viaggio in camper insieme al fidato Pluto. Durante il viaggio incontrano Samantha, un’avvenente ragazza bionda, e i due trascorrono un po’ di tempo insieme, fino a decidere… di sposarsi.

Tornati in città come marito e moglie, fa la sua comparsa una vignetta molto discussa, che vede Topolino intento a rivestirsi sul letto, in una scena che in realtà leggendo la storia è molto più innocente di quanto si possa immaginare. Ma la frittata ormai è fatta. Qualcuno gridò allo scandalo, tanto che la voce che “Topolino si è sposato e ha pure fatto sesso!” arrivò fin negli Stati Uniti, che ordinarono la distruzione delle tavole originali della storia, difatti mai ripubblicata.

In un’intervista l’autore Massimo Marconi provò a spiegarsi, dicendo di aver sempre voluto fare una storia in cui Topolino si innamorasse di un’altra persona, e poi riportare le cose alla normalità, come in fondo era successo anche con Paperino e la sua Reginella. Oltretutto, sempre stando all’autore, nessuno di quelli che si sono scagliati contro la pubblicazione della storia ha minimamente menzionato l’errore di stampa presente all’interno della stessa, dimostrando che probabilmente la polemica era semplicemente frutto del passaparola, più che di una lettura autentica di quest’ultima.

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Topokolossal

Proseguendo la scia del Papero del Mistero, il Topokolossal è la seconda opera a puntate di Silvia Ziche, apparsa su Topolino per 16 settimane nel 1997. I punti in comune con la saga dedicata al mondo dei paperi sono tanti, a partire dalla famiglia davanti alla TV, che è la stessa e che per l’occasione va a trovare dei parenti residenti a Topolinia, proprio mentre è in onda la prima puntata della serie, fino ad arrivare alle numerosissime citazioni al genere fantascientifico, in particolar modo a Star Wars, i cui rimandi sono più che evidenti fin dai nomi dei protagonisti (Topolino è Mickey Skyrunner e la sua arma è una baguette catalitica, per dire).

Il pretesto per la storia è dato dal multimiliardario John Dollar che ha commissionato alla regista Annabel Lecter la produzione di un telefilm dal budget illimitato, come suo regalo all’umanità, sentendosi ormai troppo vecchio. Gambadilegno e Plottigat però ideano un piano per far travestire Macchia Nera come il ricco Dollar e far ingaggiare Topolino e il Commissario Basettoni come attori, in modo da tenerli occupati e poter proseguire i loro colpi indisturbati, talvolta addirittura in diretta TV, spacciandoli per scene del telefilm. Qualcosa di veramente surreale e assolutamente divertente, materia in cui Silvia Ziche è da sempre una garanzia. Consigliamo vivamente di reperirla, magari proprio nel volume dedicato all’autrice che ha ripubblicato di recente sia il Papero del Mistero che lo stesso Topokolossal.

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La saga della Spada di Ghiaccio

Vero e proprio capolavoro fantasy Disney, La Saga della Spada di Ghiaccio fu realizzata dal grande Massimo De Vita e utilizzata come “speciale di Natale” nelle tre edizioni uscite tra il 1982 e il 1985. La storia era ambientata infatti il giorno della vigilia di Natale, in una sorta di dimensione alternativa. De Vita aveva infatti inventato per l’occasione un intero mondo, le Terre dell’Argaar, prendendo ispirazione dai capolavori del genere letterario come Il Signore degli Anelli, Star Wars e il ciclo di Shannara, insieme alla mitologia nordica vera e propria.

La storia presenta diverse innovazioni, tra cui quella più evidente di rendere Pippo il vero protagonista della storia e Topolino il suo sidekick, un po’ come avviene ne I mercoledì di Pippo (di cui parleremo dopo). Pippo è per l’appunto il cugino di un leggendario eroe di Argaar, e viene quindi riconosciuto come “il prescelto”, colui che può impugnare la Spada di Ghiaccio e sconfiggere il malvagio Principe delle Nebbie. Altra caratteristica peculiare della storia è la rottura della quarta parete, con i personaggi che interagiscono con il lettore, e talvolta addirittura De Vita interagisce con gli eroi, aiutandoli nella storia. In alcuni casi inoltre i personaggi sono ritratti come se fossero all’interno di un libro, con didascalie dal tono romanzesco, per un effetto molto particolare e decisamente ben riuscito.

Personaggi da ricordare sono la Bella Addormentata nel Cosmo, che dà anche il titolo ad uno degli episodi; Boz, un misto tra Asterix e Bilbo Baggins; ed il Principe delle Nebbie, riconducibile al Darth Vader della Galassia lontana lontana. Si tratterebbe di un elenco lunghissimo di personaggi e situazioni memorabili, che è più giusto far godere a voi in prima persona. Esistono tre episodi principali della Saga, ai quali se ne è aggiunto un quarto, pubblicato a gennaio 1993, ma anche in questo caso esistono alcune riedizioni che riuniscono le quattro storie in un unico volume (l’ultima, di appena 20 giorni fa, pubblicata in occasione dell’ultimo Lucca Comics & Games). Fatelo vostro.

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I Mercoledì di Pippo: Il Vichingo che scoprì l’America

La saga dei Mercoledì di Pippo è una delle più divertenti mai apparse su Topolino. Apparsa per la prima volta sul Topolino 1982, apparve subito chiaro il suo potenziale, probabilmente perché invertiva un po’ i ruoli, mostrando Pippo come l’eroe e protagonista positivo, e Topolino come personaggio svampito e comico, dandogli quell’umanità che era un po’ mancata al buon vecchio Mickey Mouse.

Pippo ha l’hobby della scrittura e ogni mercoledì invita Topolino a casa per leggergli la sua ultima creazione. Qui entra in gioco l’ottima contrapposizione tra i due personaggi: Pippo nel romanzo è, come detto, l’eroe della storia, mentre Topolino è la sua “spalla” goffa e impacciata, ma nella realtà ovviamente le cose non stanno così, e Topolino dovrà correggere tutti gli errori (o meglio orrori) che il suo migliore amico ha scritto nel corso della storia, con delle gag a volte davvero esilaranti.

Tra le 32 storie della saga non è stato facile sceglierne una, principalmente perché sono davvero tutte belle e divertenti. Con l’osso di Rodi, Il segreto dell’agente segreto e Nell’orecchio del ciclone meritano secondo noi una menzione per la loro “esilaranza” (sin dai titoli), ma Il Vichingo che scoprì l’America, di Salvagnini e Pastrovicchio, l’ha spuntata per la gag dell’invenzione delle patatine fritte, con susseguente finale della storia. Perla assoluta.

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Topolino e gli Ombronauti

Se cercate un buon motivo per leggere Topolino anche ora che siete più grandicelli, questo può senz’altro essere Casty, nome d’arte di Andrea Castellan, che è riuscito a dare un’impronta più adulta e matura a Topolino, pur non rinunciando allo spirito storico del personaggio. Si tratta dell’autore di quell’altro capolavoro che è Topolino e la marea dei secoli (che pure avrebbe potuto benissimo entrare in questa lista) e ha come punto di riferimento il grande Romano Scarpa. In questa storia ha voluto riesumare un personaggio creato proprio da quest’ultimo, Atomino Bip-Bip, il piccolo alieno blu finito un po’ nel dimenticatoio nel corso degli anni.

La storia parte da un brutto periodo per il Calisota, falcidiato da catastrofi e disastri e da una pericolosa crisi economica, quando un personaggio misterioso chiamato Misterbuono inizia a donare lingotti d’oro in beneficenza per risanare la situazione, acquisendo sempre più popolarità. Ma chi è Misterbuono? È quello che cercheranno di scoprire Topolino ed Atomino, con quest’ultimo che si è messo in contatto col topo-detective a causa della scomparsa del Professor Enigm e di alcuni importanti scienziati. Tra viaggi in dimensioni parallele ed importanti lezioni di vita sulla vacuità della ricchezza, l’influenza dei leader e il valore della famiglia, la storia scorre via che è un piacere, anche per via di Gambadilegno e Trudy, entrambi estremamente in forma come villain, avendo messo ovviamente lo zampino in tutta la faccenda. La storia è apparsa in due parti su Topolino 2972 e 2973, nel novembre 2012.

Mickey Mouse Mystery Magazine

Più che una storia in sé e per sé, si tratta di una miniserie bimestrale (con testata a parte) dall’unico filo conduttore. Si può dire che MMMM sta a Topolino come PKNA sta a Paperinik: è stato un tentativo di rivisitazione in chiave più moderna del personaggio, calato in un contesto diverso, un’ambientazione noir e dai toni più adulti, anche se comunque godibili anche dal pubblico più giovane. L’autore principale è il grande Tito Faraci, affiancato per ogni numero da un disegnatore diverso, e con il numero zero disegnato dal maestro Giorgio Cavazzano.

La serie è uno dei più importanti tentativi di innovazione “subiti” dal Topo nel corso degli anni, anche per via della scelta di rinunciare ai canonici comprimari, lasciati a Topolinia e lontani dalla buia Anderville, sia per quanto riguarda i cattivi che i personaggi secondari. Non c’è traccia infatti di Gambadilegno, né dei vari Eta Beta, Basettoni e compagnia cantante, tutti sostituiti da personaggi più “estremizzati”. Di riflesso, anche lo stesso Topolino è filtrato da una luce diversa, non è l’inconsapevole detective dal cuor leggero cui siamo abituati, ma assume il carattere da investigatore noir che la storia in qualche modo gli richiede.

Nonostante la premessa quanto mai intrigante, purtroppo la risposta del pubblico non fu esaltante, e i dati di vendita non positivi risultarono in una chiusura anticipata, al numero 11, con tanti rimpianti dei seppure pochi, affezionati lettori. La buona notizia, però, è che anche questa saga è stata recentemente ristampata da Panini in un due volumi giganti, che, se vi siete persi la serie nel 1999, fareste benissimo a recuperare ora.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.