Dicci che è uno scherzo… altrimenti ci arrabbiamo!

E’ paradossale che proprio colui che ha iniziato tutti noi alla risata ed al divertimento, ora ci faccia scendere la lacrima.

Per tantissime generazioni i suoi film hanno segnato il principio di un certo tipo di confidenza con la commedia, e siamo rimasti stregati dagli spaghetti western come Lo chiamavano Trinità o dalle semplici scazzottate di tutte le sue pellicole, nelle quali non potevano mai mancare sedie in faccia o corpi sbalzati via sulle vetrine di bar o saloon.
Il duetto con Terence Hill ha fatto la storia del cinema italiano, al punto che tutt’oggi numerose coppie comiche, persino nel mondo hollywoodiano, vengono paragonate a questo formidabile duo e lo tengono presente come fonte di ispirazione.

E pensare che il suo primo lavoro da attore professionista lo ottenne quasi per caso, e proprio in un western (Dio Perdona… io no!) al fianco di quello che diverrà il suo inseparabile compagno di viaggio.
La loro intesa, le caratteristiche fisiche ed attoriali, hanno generato un’alchimia incredibile e li hanno resi perfetti, insieme.

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Non esiste (o almeno vogliamo credere sia così) una persona del belpaese che non abbia visto neppure un loro film, che non abbia sorriso di fronte alle loro performance. Già, performance, perché quella commedia non prevedeva battute, ma semplicemente risate.
L’espressione seria e posata di Bud Spencer e quella raggiante e serafica di Terence Hill producevano un’armonia senza pari, in grado di sprigionare un’aura di gioia sempre pronta ad avvolgere gli spettatori, ignari fruitori di questo benessere.

Questi due supereroi nostrani erano cosa sola, e così il nostro pensiero va anche a Terence Hill, ed a tutto ciò che la sua mente ora starà provando. Quando si vive una vita professionale al fianco di una persona si condivide molto di più di un semplice rapporto di lavoro, e subentrano una serie di fattori per i quali poi, in circostanze come questa, la nostalgia ti si attacca addosso come una ventosa.
La nostalgia che, seppur in forma diversa, si è già aggrappata a noi, facendoci tornare alla memoria tutto ciò che inevitabilmente ci lega a quei film. L’infanzia, l’adolescenza, le risate a casa e con gli amici, ognuno con le proprie esperienze personali, ma comunque legate da un filo indissolubile e tenuto teso da questi due incredibili simpaticoni.

Bud Spencer è stato un vero artefice della risata. L’ha prodotta con la sua maschera di serietà, col suo vezzo compassato e l’aria da uomo vissuto. Un omone di quasi 2 metri, che in effetti di storie da raccontare ai nipoti ce l’aveva davvero: dalle sue fughe in Sud America, ai trionfi olimpici nella disciplina del nuoto, fino alla straordinaria carriera cinematografica.
Quel tipo di cinema nasce e muore con lui, ma resterà in eterno un cult, grazie alla coppia che l’ha reso tale.
Erano degli eroi, e noi abbiamo sempre fatto il tifo per loro.
Ci siamo battuti al fianco di Banana Joe perché l’avido Torsillo non trasformasse il paese di Amantido in una nuova Las Vegas; abbiamo teso i nostri pugni sul ring perché sapevamo che Rosco Dunn non poteva aver vinto regolarmente contro il grande Bomber; abbiamo visto e rivisto Lo chiamavano Trinità solo per assistere di nuovo alla scena in cui Bud riempie di botte la banda dei balordi messicani; abbiamo tifato con tutte le nostre forze perché Ben e Kid riconquistassero la loro Dunne Buggy. Oggi invece siamo qui, uniti, ad omaggiare il nostro gigante buono.

Lui, dal canto suo, da vero uomo tutto d’un pezzo, non temeva la morte. Aveva dichiarato un po’ di tempo fa: “Dalla vita non ne esci vivo, siamo tutti destinati a morire. Da cattolico, provo curiosità, piuttosto: la curiosità di sbirciare oltre, come il ragazzino che smonta il giocattolo per vedere come funziona. Naturalmente è una curiosità che non ho alcuna fretta di soddisfare, ma non vivo nell’attesa e nel timore.
Il momento purtroppo è arrivato, e chissà se ora starà guardando tutta la gente che ha deciso di ricordarlo attraverso un post su facebook, una colonna sonora di una sua pellicola, un messaggio ad un amico, o un articolo sul web.
Siamo tutti qui per te, per ringraziarti di tutti i sorrisi che ci hai regalato.
Ora perdonatemi, ma ho una filmografia intera da dovermi rivedere.

Ciao Bud, insegna agli angeli a mangiare i fagioli.

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Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.