Chi può competere con Steam?

GOG.com. Avete presente cos’è? Probabilmente no, forse si. La verità è che per quanto l’infrastruttura digitale messa in piedi da CD Projekt sia funzionale ed efficiente, di Gog non c’è molto di cui chiacchierare sul suolo nostrano. Facciamo allora un po’ di chiarezza, a uso e consumo della possibilità molto concreta che il servizio presto arrivi anche in Italia. Non che non sia possibile utilizzare Gog dai nostri PC ovviamente, ma per ciò che concerne la localizzazione nel nostro idioma, CD Projekt è ancora un po’ indietro. Gog, dicevamo, è una piattaforma di acquisto digitale nata nel 2008 in seno al team che ha dato i natali alla versione digitale di Geralt di Rivia. Perché “GOG”? Perché è l’acronimo di “Good Old Games“, e i bei vecchi giochi di cui si parla sono semplicemente alcune delle pietre miliari del videogame su PC (e in minor misura su console), che per motivi di irreperibilità o semplici cause tecniche non potrebbero, almeno parzialmente, essere fruiti ancora oggi. Avete mai provato ad installare la versione originale di Grim Fandango su PC? Ecco, non provateci. Direte voi: “c’è Steam”, ed è verissimo, ma l’alternativa di Gog è molto diversa e val la pena chiacchierarne un po’.

Tutto comincia nel 1994, con la fondazione di CD Projekt ad opera di Marcin Iwiński e Michał Kiciński le cui motivazioni, stentereste a crederlo, dobbiamo al fiorente mercato della pirateria digitale. Ricordate i cari vecchi tempi dei dischi pirata per PC o PlayStation? Ecco, siamo da quelle parti lì. Polacchi di nascita e residenza, Iwiński e Kiciński sono due appassionati di videogame con il problema che all’epoca l’influenza dell’Unione Sovietica aveva reso il software, quasi sempre americano, molto raro, tanto che i due cercavano come potevano di farsi arrivare materiali direttamente dall’America e poi rivendevano per i corridoi del loro liceo in formato pirata. All’inizio i due “lavoravano” per conto proprio, ma quando si incontrarono concordarono sull’illegittimità del proprio operato, rispettosi com’erano del software altrui, e desiderosi quindi di mettere su un’attività che fosse legale, o comunque legittimata. “O comunque”, è bene specificarlo, perché all’epoca, a differenza di altri paesi europei, che comunque non brillavano per chiarezza, complice una certa arretratezza tecnica, non c’era una vera e propria legislazione in materia di software pirata e viene da sé che, per quanto i due fossero moralmente al di fuori della legge, plausibilmente ne stavano infrangendo alcuna.

E dunque, con un capitale di appena duemila dollari, il duo fondò CD Projekt il cui obiettivo primario era quello di importare software dall’America per rivenderlo legalmente in Polonia. Lo scopo era quello di portare la conoscenza del software americano, certamente al pari di quello nipponico dell’epoca, e farlo attraverso i videogame la cui popolarità era stata consacrata dall’arrivo delle prime generazioni di console ed ovviamente dalle straordinarie uscite del mondo PC. Capirete a questo punto che la creazione di una piattaforma di vendita digitale, la qual cosa è avvenuta nel 2008 con la nascita di GOG, è stata perfettamente nelle corde della compagnia che, prima ancora di diventare una software house in tutto e per tutto, era nulla più che una compagnia di distribuzione software. A CD Projekt il popolo polacco deve l’arrivo, e addirittura la localizzazione, di titoli storici, non ultima buona parte della serie Baldur’s Gate a cui, in accordo con Electronic Arts, Cd Projekt riservò un ottimo lavoro di traduzione, complice una certa passione per il gioco di ruolo a stampo narrativo. Passione che, pensando poi alla serie The Witcher, si può tranquillamente etichettare con “tutto il resto è storia”.

 

Preambolo a parte, sarebbe quanto mai macchinoso raccontarvi tutta la storia evolutiva di Gog, specie se si considera la carriera ormai quasi decennale del servizio. L’imprinting originale, come detto, fu innanzitutto quello di concentrarsi su due fattori: vecchi capolavori della libreria videoludica mondiale, e l’assenza di un sistema DRM che permettesse al giocatore di essere il vero possessore del gioco, che non è dunque vincolato al lancio attraverso la piattaforma come invece accade per Steam. Il sistema prende il nome di “GOG Galaxy Client”, e garantisce che ogni giocatore vi possa attivare le opzioni di fruizione che ritiene più congeniali alle proprie esigenze. Si possono ad esempio scaricare giochi su CD o memory card, così che gli utenti possiedano il gioco, oppure installarlo direttamente per poi giocarci subito, il tutto ovviamente senza passare per altre piattaforme, attivare account o simili. Si gioca, insomma, come una volta: si avvia il gioco e via. Questo perché Gog si prefissa la volontà di non essere un sistema di controllo o archiviazione del contenuto digitale, ma semplicemente un fornitore di servizi e, nello specifico, una piattaforma di acquisto in cui comprare una copia del gioco che poi, di fatto, si possiede alla stregua di una copia fisica. Questa sottile differenza rispetto a quella che è l’offerta Steam ha aperto il servizio ad una grandissima popolarità, tale che dal 2012 la libreria di Gog ha trovato spazio non solo a sempre più classici, ma anche a titoli più recenti, che partendo da Alan Wake e passando per Assassin’s Creed, hanno accolto anche i più recenti successi indie e tripla A, come Jotun, Oddworld, Ryme o il recente e bellissimo Hellblade.

La bontà di Gog è inoltre dettata dalla sua strategia di scelta del marketplace che a differenza di Steam non si prodiga di riversare online praticamente ogni uscita del settore, ma seleziona accuratamente le uscite, secondo dei parametri elementari “da giocatore a giocatore”, come ci ha ben spiegato il Senior PR Manager di Gog, Lukasz Kukawsi quando gli abbiamo posto la fatidica domanda “perché dovrei scegliere Gog e non Steam?”.

“GOG – ci ha spiegato – è diverso da qualsiasi altra piattaforma. l’approccio è gamer-friendly, e punta a creare la piattaforma che il team sceglierebbe da giocatori. Ci sono giochi gratuiti e libertà massima di approccio. Inoltre, abbiamo una speciale attenzione verso i gusti e le tendenze della community. Su Steam c’è un catalogo di 15.000 titoli e vengono rilasciati 300 nuovi giochi ogni settimana, se non hai un gioco particolare in mente, sei perso, vai incontro a tantissime possibilità cui non sei interessato. Noi selezioniamo più accuratamente il nostro parco titoli, in base a quello che riteniamo di valore e a ciò che potrebbe interessare di più gli utenti. E comunque il nostro catalogo non è neppure così piccolo: hai più di 2.000 giochi tra cui scegliere, e ci accertiamo che praticamente ognuno di essi possa piacerti. Davvero, abbiamo un team che si occupa di giocare ogni titolo proposto alla piattaforma, dall’inizio alla fine, per testarlo e valutarne la qualità. Poi il team scrive un rapporto che viene inviato a un altro dipartimento che, dopo averlo letto, gioca il titolo a sua volta, lo valuta, cerca di stabilire se e quanto possa piacere alla community. Dopodiché si decide se il gioco sbarcherà o meno sulla nostra piattaforma, e considera che il processo si ripete in ogni singolo caso. Tutto questo è ciò che rende GOG diverso da tutte le altre piattaforme esistenti, tra cui Steam, e ci piace pensare che sia una differenza che conti anche per i nostri utenti”.

E in effetti basta un giro sul marketplace per rendersi conto che l’offerta, rispetto al diretto concorrente, è più asciutta e probabilmente più mirata. I “piccoli titoli” sono generalmente dei veri e propri best seller, e non raramente, specie tra gli indie, si scovano titoli di cui non si conosceva l’esistenza che si rivelano delle perle (nel nostro specifico caso, qualcuno ci perdonerà l’ignoranza, ci siamo innamorati di Pinstripe, titolo che era finito completamente al di fuori del nostro radar). Anche le promozioni ci sono sembrate vantaggiose, spesso con pacchetti di ottimi titoli venduti in coppia per meno di 15 euro. Ce n’è comunque per tutte le tasche, e soprattutto per tutti i PC. Certo non siamo ancora dalle parti della popolarità di Steam, ma se volete un rapporto più “comodo” con uno store digitale, ma se soprattutto volete sentirvi liberi possessori di quello che acquistate, allora forse vi innamorerete di Gog come abbiamo fatto noi, a prescindere dalle barriere linguistiche della piattaforma che, comunque, non sono mai insormontabili, e che non influiscono col software che è ovviamente localizzato secondo le specifiche del produttore originale (per cui sì, se acquistate The Witcher lo avrete con i sottotitoli in italiano come avviene su ogni altra piattaforma). La speranza è ovviamente che la piattaforma sia sdoganata ufficialmente in Italia, ma per questo non sembra si dovrà aspettare poi molto.

“Ci stiamo attualmente dedicando il più possibile ai giochi francesi – ci ha confermato Lukasz – , per avere maggiore impatto regionale con il lancio di GOG in Francia. Siamo orientati verso un approccio basato su versioni regionali di GOG, fortemente basate su giochi locali. Lo stiamo facendo in Francia, l’abbiamo fatto in Russia, in Brasile, in Germania e lo faremo, per esempio, anche in Polonia. Abbiamo anche persone, nei nostri uffici, che si dedicano specificatamente ai diversi mercati nazionali. Il nostro obiettivo è espanderci verso più mercati nazionali possibili, tra i prossimi sicuramente ci sono Spagna e Italia.”

Gog.com è l’alternativa, intelligente e brillante, di un gruppetto di sognatori. Al di là del fatturato mostruoso di CD Projekt in quella che è la sua era post The Witcher, al team diamo il merito di aver voluto rispondere alle esigenze dei giocatori (prima polacchi, e poi europei) di dare un senso più preciso agli acquisti digitali, dando ad essi una “fisicità” che normalmente non hanno, vincolati come sono alla fruizione per mezzo di store, account, iscrizioni e sistemi di protezione vari. Con Gog tutto si fa più semplice e basilare. Si tratta di mettere, in senso lato, il disco nell’alloggiamento del PC, installare il gioco e giocare, come si faceva una volta. Come facevamo noi, attempati amanti di Baldur’s Gate, che di tanto in tanto ci sentiamo di dire: “ridateci i bei vecchi tempi”. Ecco, Gog è forse l’unico che si sta impegnando a dare un senso alla nostra richiesta. Anche solo per questo dovreste provarlo.