Violenza ed ettolitri di sangue dall’antro più oscuro del mondo indie.

Nomen omen è una locuzione latina che tradotta significa “il nome è un presagio” o “un nome un destino”;

Tenete bene a mente la suddetta locuzione, soprattutto quando sentite parlare del team di svilupattori Game Kitchen, perché bisogna dargliene atto: questi ragazzi i videogames li sanno cucinare davvero.

Saliti agli onori della cronaca grazie al successo del pluripremiato The Last Door, avventura punta&clicca graficamente retrò dalle forti tinte lovecraftiane, la squadra di chef stellati è ora in cerca della consacrazione con la pubblicazione di Blasphemous.

Finanziato grazie ad un campagna kickstarter, partita bene e continuata alla stragrande, Blasphemous ci mette nei panni del Penitent One, bizzarro protagonista dall’outfit iconico, attraverso un viaggio torbido in un platform 2D da incubo, con elementi GDR, tempestato di creature infernali e sanguinarie. La grafica squisitamente pixellosa e retrò, l’esplorazione non sequenziale dei livelli e il combat system ricordano, a più riprese, quel capolavoro che porta il nome di Castlevania: Symphony of the night.

https://www.youtube.com/watch?v=aTDNRizuv00

Blasphemous ha come principale obiettivo trascinare l’utente in un universo torbido e brutale, in un viaggio attraverso le selvagge terre di Orthodoxia, in un’epoca in cui la religione spadroneggiava al punto che le chiese edificate divennero il doppio del numero degli abitanti stessi. La leggenda narra di un Sommo Pontefice che salì al trono per imporre la propria dottrina con il pugno di ferro, ma più saliva la sua brama di potere e più il suo corpo mutava, fino alla completa trasformazione in un tetro albero, secco e appassito. Per 90 giorni e 90 notti quell’albero bruciò, fino a generare dalle proprie ceneri una montagna capace di inghiottire chiunque provasse ad avvicinarsi al trono vacante, rigettando fuori i corpi dei malcapitati, trasformati in creature aberranti ma conservandone intatta la fede. Di

Quale scopo muova le gesta del protagonista ancora non ci è dato saperlo, ma il level design nel quale ci muoveremo trasuda stile da ogni pixel.

Gli eleganti fondali medievaleggianti non si limitano a contornare il viaggio del protagonista, ma “raccontano” e sono parte integrante di una trama oscura quanto nebulosa. Vi sfido a non sgranare gli occhi durante la corsa nella terra del ghiaccio.

Il combat system sembra piuttosto intrigante e complesso, non mancano le combo che, se eseguite a dovere, rendono invincibili per pochi secondi mentre le creature sembrano uscite dalle viscere della mente malata di Kentaro Miura. Alcune boss fight vi metteranno di fronte a bestie demoniache dalle dimensioni colossali e preparatevi a vedere il sangue scorrere a fiumi perché il gore e le morti più brutali avranno un ruolo predominante in Blasphemous. Ci sarà la possibilità di far salire di livello il protagonista e tramite un menù potremmo rendere unico il nostro alterego, distribuendo punti esperienza e sbloccando abilità consone al nostro stile di lotta. Ad intervallare gli scontri ci saranno delle sezioni platform, dove poter saltare tra un ponte pericolante e scalare una parete rocciosa, gli sviluppatori garantiscono la totale assenza di linearità tra i livelli, che si traduce in scampagnate per Orthodoxia in totale libertà, decidere in autonomia dove dirigersi e quando.

Gli effetti audio sono raccapriccianti e si sposano alla perfezione con la sequela di arti strappati, teste decapitate e lo sferragliare delle armi bianche. The Game Kitchen si è rivolto ancora una volta a Carlos Viola per la colonna sonora, quindi aspettiamoci delle scale barocche all’interno di composizioni classiche che accompagnano sempre a dovere squartamenti e mattanze varie.

Una trama matura e tremendamente oscura, un concept design carismatico, combattimenti impegnativi e intense fasi platform, all’interno di un mondo viscerale ed evocativo, potrebbero fare di Blasphemous una pietra miliare del genere. Vi ricordo che il gioco sarà pubblicato su PC, Ps4, Xbox One e Switch nella prima metà del 2019 e se volete ammazzare l’attesa con un succulento antipasto, vi consiglio di correre su Play Store e App store a scaricare gratuitamente The Last Door.

A cura di Giuseppe Naso