Blood & Truth: quando Uncharted incontra Max Payne nella realtà virtuale

Blood & Truth nasce da una costola del pacchetto PlayStation Worlds VR. Il team di London Studio per l’occasione confezionò una piccola avventura shooter, frenetica e piuttosto riuscita, ispirata ai gangster movie e più in generale ai grossi blockbuster hollywoodiani.

Indubbiamente The London Heist, questo il nome del gioco, lasciava con l’acquolina in bocca, vista la sua brevità e il potenziale della formula. Sony ha quindi fatto una mossa astuta affidando al team un’espansione di quell’idea che potesse diventare un’avventura fatta e finita dai grossi valori produttivi, almeno per lo standard dei giochi in VR. Un tipo di produzione che oggi, a diversi anni dall’uscita di PlayStation VR, in effetti latita e che quindi accogliamo calorosamente anche solo per il coraggio di “osare” in un panorama di offerte ludiche troppo ancorate a piccoli progetti sperimentali e dal basso rischio commerciale, o comunque estremamente contenuti, che raramente esplorano le possibilità immersive del dispositivo di Sony.

Blood & Truth a dire il vero non fa nulla di nuovo in termini di gameplay. Si tratta a tutti gli effetti di uno sparatutto semplicissimo se andiamo a ridurre il concept ludico al suo minimo comune denominatore, spesso sui binari tra l’altro. C’è però anche tutta una serie di azioni diversive in cui il giocatore è parte attiva, che sebbene non siano significative a livello di gameplay, riescono veramente a darci la sensazione di essere protagonisti di un film come Die Hard o uno degli ultimi 007, seppur totalmente guidato. A partire dalla trama, che ci vede vestire i panni di un ex- soldato appartenente ad una facoltosa famiglia e che congedato dalle armi, si ritrova a dover gestire una spinosa situazione. La malavita londinese infatti tiene sotto scacco la compagnia familiare. Questa situazione porta presto a tragici sviluppi e Ryan, con l’aiuto di tutto il parentado, si trova presto invischiato in una spy story al centro della quale ruota il tema della vendetta.

London Studio è riuscita a caratterizzare molto bene tutti i personaggi del gioco e gli innumerevoli filmati che inframezzano l’azione, tutti rigorosamente dal punto di vista di Ryan, trascinano gli eventi a ritmo sostenuto, componendo un intreccio narrativo piuttosto articolato per un titolo del genere, e brillante, soprattutto dal punto di vista della scrittura dei personaggi.

Nelle nostre missioni di infiltrazione saremo spesso chiamati a deporre le armi per scassinare una porta o violare qualche dispositivo. Tutte operazioni di “flavour” che non rubano più di una manciata di secondi ma intervallano degnamente, insieme alle cut-scene, gli scontri a fuoco.

Non solo, spesso trovandoci davanti a percorsi estremi, in pieno stile action movie, dovremmo arrampicarci un po’ come farebbe Nathan Drake su pareti pericolanti o traversare strapiombi su scale a pioli  improvvisate. Con i nostri 2 Move controller quindi dovremmo simulare ogni movimento delle braccia di Ryan, in un sistema molto intuitivo che prevede appunto il movimento, e la pressione del grilletto per chiudere la presa delle nostre mani. Questi ed altri espedienti portano una grande varietà alle situazioni in cui ci troveremo e l’occasione per gli sviluppatori di rendere ogni livello più esplosivo e sorprendente del precedente, tra inseguimenti in auto, corse attraverso palazzi che esplodono, balzi all’ultimo secondo su aeroplani pronti al decollo, e tutta una lunga serie di scene da vivere in prima persona che strizzano l’occhio ad un ventennio di cinema d’azione.

blood & truth

Un citazionismo continuo e stordente che si estende non solo alle parti giocate ma anche alla regia delle varie cut-scene più o meno interattive, impossibile non citare infatti il montaggio alternato tra azione e panificazione della missione come si vede in tanti heist movie o altri cliché stilistici del genere.

Piombo & fuoco

Ma veniamo al sodo, perché tutto questo, è in fin dei conti il contorno, la sontuosa cornice di un titolo che rimane sostanzialmente uno sparatutto. Blood & Truth funziona con 2 move, con essi possiamo impugnare svariati tipi di pistola, mitragliette e fucili a canne mozze in maniera indipendente e fortunatamente, con grande precisione, cosa da non sottovalutare per i giochi in VR. Possiamo foderare e sfoderare le pistole per liberarci le mani portando l’arma al nostro fianco, magari per prendere delle armi pesanti come fucili a pompa o mitragliatrici di grosso calibro, anche esse sistemabili portandole virtualmente alla nostra schiena, per un totale di 4 armi sempre a disposizione.

Le munizioni per le armi leggere sono infinite mentre quelle per le armi pesanti vanno recuperate dal campo, in tutti i casi però l’arma va regolarmente ricaricata portando una mano al torace ove risiede il compartimento per le munizioni ed eseguendo letteralmente il gesto di inserire il caricatore nella nostra arma. Tutte queste operazioni rendono il gioco estremamente dinamico e letteralmente movimentato.

Le fasi shooting sono tutte entusiasmanti nonostante l’intelligenza artificiale dei nemici sia sostanzialmente inesistente e la difficoltà si basi sostanzialmente sul numero di avversari su schermo, e tale entusiasmo è amplificato da tutte quelle chicche inserite proprio per rendere l’atmosfera da film d’azione sguainata ancora più palpabile. Impossibile infatti non divertirsi ruotando vorticosamente la pistola come un vero pistolero, prendendo le granate al volo lanciate dai nemici e rispedendole al mittente, facendo una strage in slow motion durante un balzo molto coreografico e cosi via. 

Nelle situazioni più concitate è possibile con la pressione dei due tasti frontali del move rallentare il tempo per qualche istante in modo da gestire il fuoco da più direzioni più agevolmente. Un’opzione di cui si può abusare abbastanza visto che si ricarica in tempi rapidi, ma diciamocelo, B&T, nonostante non sia semplicissimo in tutte le sue fasi, non è certo un gioco che vuole proporre chissà quale difficoltà.

blood & truth

Rimane un gioco “fisico”, fatto soprattutto per essere vissuto come esperienza e non come sfida competitiva. Anche perché oltre alle enormi potenzialità esistono tutta una serie di limiti di una produzione PlayStation VR con cui gli sviluppatori devono necessariamente scendere a patti. Prima tra tutte il fatto di essere un gioco che va giocato principalmente “frontalmente”, un po’ come uno sparatutto sui binari alla Time Crisis, con l’unica libertà di manovra nel poter cambiare copertura con i tasti del move, muovendosi avanti, desta o sinistra nei punti prestabiliti ed evidenziati. I vostri obbiettivi saranno praticamente sempre davanti a voi, l’azione si svilupperà sempre a portata del vostro mirino, solo marginalmente a lato e praticamente mai a 360 gradi. Inoltre gli scambi a fuoco non sono mai molto intensi, dandovi l’occasione di “respirare” in maniera costante e generosa.

Intendiamoci quindi, se B&T non fosse un titolo per VR, come sparatutto sarebbe molto mediocre, ma trattandosi invece proprio di questo, riteniamo che il pacchetto confezionato da London Studio sia estremamente equilibrato e ben fatto, e per di più accompagnato da un comparto grafico e sonoro sopra la media delle produzioni dedicate al dispositivo di Sony.

Unico rammarico è la longevità. Sicuramente, sempre scomodando la ludoteca di PS VR come parametro medio, il titolo ha una durata che si attesta su livelli dignitosi. Ma 20 capitoli della durata di pochi minuti che si esauriscono in circa 3 o 4 ore, per di più lasciando la storia veramente troppo aperta ad un esplicito seguito, non ci hanno totalmente soddisfatto, e si poteva a nostro parere fare di più. Certo è possibile sbloccare delle prove a tempo in cui colpire dei bersagli immobili in varie arene, ma è accontentarsi di poco.

Diciamo che il fatto di volerne di più, molto di più, è sicuramente sintomo di un gioco che ha colpito nel segno e che ci ha divertito non poco. Possiamo quindi vedere il bicchiere mezzo pieno e dire che in ogni caso Blood & Truth è sicuramente una delle migliori produzioni per PlayStatio VR attualmente sul mercato. Un acquisto per i possessori del caschetto assolutamente imprescindibile.

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!