Bright Memory Infinite in fondo non è che sia chissà che bel giocare. Se si ragiona su come è stato sviluppato, però, diventa più interessante per molti motivi esterni al videogioco stesso.

In una brutta giornata di pioggia, in Cina, una ragazza riceve una telefonata. È un agente speciale, e le viene detto di recarsi subito in un luogo in cui sta avvenendo qualcosa di incredibile: un enorme buco nero sta risucchiando tutto, e un esercito privato è già sul posto.

Così inizia Bright Memory Infinite opera (quasi) prima di FYQD Studio, che altri non è che una sola persona che nel tempo libero ha deciso di sviluppare un gioco.

Bright Memory Infinite è un remake, un’espansione, una versione riveduta e ampliata di Bright Memory, di cui già vi avevamo parlato qui. Si tratta di un FPS molto veloce in cui si alterna il combattimento con le armi da fuoco al combattimento all’arma bianca, mischiando il tutto con rapide schivate, parry e abilità. Ci sono momenti adrenalinici, sparatorie e invasioni di avversari da altre epoche.

bright memory infinite recensione (4)

Il setting cinese c’è e si sente tutto, vuoi perché le mappe sono state realizzate basandosi su posti reali, vuoi per la mitologia che il gioco mette sul tavolo. L’ambientazione, unica, è molto evocativa e riesce a colpire nonostante l’eccessivo riciclo di asset: gli alberi che si muovo al vento, la pioggia, le acque agitate, le tradizionali architetture della Cina rurale con un enorme buco nero di sfondo che sta risucchiando tutto creano un environment apocalittico ben riuscito.

Non che tutto funzioni alla perfezione, però, tra abilità che è difficile far funzionare correttamente, skill piuttosto superflue e un gameplay che non riesce a trovare mai un equilibrio tra il combattimento con la spada e l’utilizzo delle armi da fuoco. Non aiuta neanche una trama arrangiata alla bene e meglio, senza né capo né coda.

Bright Memory Infinte si finisce in un paio d’ore. Alla fine ci da un punteggio, spronandoci a rigiocarci migliorando le nostre prestazioni, andandosi quindi ad incasellare perfettamente in quella serie di giochi che puntano al perfezionamento della propria performance per l’high score, senza voler essere altro.

bright memory infinite recensione (4)

Sempre alla fine di Bright Memory Infinite ci sono, come è logico che sia, i titoli di coda. Il gioco è stato sviluppato da una sola persona, ma è impossibile non notare anche come gli asset e diversi elementi siano stati presi dal web o dal marketplace di Unreal Engine.

Alla fine è questo che ha più attirato la mia attenzione, in Bright Memory Infinite. Il gioco in fondo non è niente di clamoroso, un discreto action-fps dalle tinte sci-fi con una piacevole ambientazione cinese e una trama che definire dimenticabile è eufemistico. Ci si diverte in quelle due ore, e si apprezzano i momenti costruiti per spezzare l’azione tradizionale guardando alla spettacolarizzazione del cinema d’azione. Bright Memory Infinite non ha molto altro da offrire in effetti.

A parte un livello grafico impressionante e all’inserimento di situazioni che rompono il gameplay standard, che difficilmente si sposano con il lavoro di una sola persona.

Il fatto che sia possibile realizzare da soli un gioco di questo tipo, per quanto breve e con alcuni limiti, dovrebbe essere al centro del discorso. La democratizzazione dello sviluppo, la possibilità di accedere agli strumenti, la gratuità dei tool e della formazione, la possibilità di utilizzare l’outsourcing (tenendo a mente le mostruose storture che questo può comportare) per compensare le competenze mancanti, tutto questo ci dovrebbe far riflettere sulle possibilità offerte agli sviluppatori, anche singoli, che hanno in mente un’idea e vogliono realizzarla.

bright memory infinite recensione (4)

E Bright Memory Infinite ne è un po’ l’emblema: un FPS adrenalitico che sembra avere la qualità tecnica di un Tripla A, ma che non è realizzato da un team, ma da una sola persona, pubblicato da un publisher di giochi indie.

Non si tratta chiaramente del primo gioco indipendente sviluppato a queste condizioni, e tantissimi se ne potrebbero citare. La cosa incredibile di Bright Memory Infinite è proprio l’aspetto tecnico, quella parte dello sviluppo che forse più di ogni altra richiede tantissime competenze diverse.

Più che consigliare Bright Memory Infinite per le sue qualità, che effettivamente non abbondano né brillano, mi sento di suggerirvi di dedicargli due ore (il gioco è disponibile anche su Xbox Game Pass) tenendo a mente il modo in cui è stato sviluppato, e come questo apra diverse prospettive sullo sviluppo futuro dei videogiochi indipendenti e sulla ricezione che questi possono avere dal grande pubblico perché, semplicemente, ha più appeal un trailer di Bright Memory Infinite di uno di Undertale. Che poi il secondo sia incredibilmente più bello è un altro discorso.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.