“Calvin e Hobbes, l’ottava meraviglia del mondo”

 

Era il 18 novembre 1985 quando la stampa americana pubblicò per la prima volta una striscia di Calvin & Hobbes. L’autore, Bill Watterson, deciderà di porre fine a questo fortunato (e bellissimo) fumetto poco più di dieci anni dopo, precisamente il 31 dicembre 1995.

Nel frattempo, le avventure del ragazzino terribile e del suo fedele compagno di giochi hanno fatto il giro del mondo, arrivando in Italia grazie a quel magnifico traghetto culturale che è Linus. Tutt’oggi, dopo qualche anno di assenza, Linus ha ripreso a pubblicare le strisce di Watterson, con grande gioia dei lettori storici e – speriamo – dei nuovi.

Calvin & Hobbes ha tutte le virtù di un classico e, su tutte, quella di resistere al passare del tempo con uno stile e dei contenuti inossidabili. Pur nella sua semplicità, regala al lettore vette di rara poesia. È adorabile, nella migliore accezione di questo termine.

Nonostante la striscia abbia portato molta fortuna al suo creatore, consegnandogli il podio di vincitore più giovane del Reuben Award come miglior fumettista (nel 1986, ma ne vincerà un altro anche nel 1988), Watterson guarda alla sua creazione senza rimpianti e senza smania di lucro. Per questo è difficile trovare merchandise dedicato al fumetto e tutto è praticamente non autorizzato. I soli prodotti ufficiali legati al “marchio” Calvin & Hobbes sono i libri che raccolgono i dieci anni di strisce (tutte insieme o per temi) e un manuale didattico, Teaching with Calvin and Hobbes, pubblicato nel 1993.

Caustico e autoironico, Watterson ha chiuso così una delle sue interviste più recenti, rilasciata nel 2010 al The Plain Dealer di Cleveland:

JC: Come vuoi che la gente ricordi quel bambino di 6 anni e la sua tigre?
BW: Io voto per “Calvin e Hobbes, l’ottava meraviglia del mondo”.

Chi sono Calvin & Hobbes

Il richiamo dei due personaggi ai loro modelli filosofici è manifesto nella scelta dei loro nomi. Anche qui, considerando che si tratta di un bambino che frequenta le scuole elementari e del suo tigrotto di pezza, il riferimento esplicito a due grandi pensatori della filosofia occidentale denota un’ironia più unica che rara. Calvin, dal teologo Giovanni Calvino (nome italianizzato di Jehan Cauvin) e Hobbes, da Thomas Hobbes, il filosofo giusnaturalista autore del Leviatano.

calvin & hobbes

Calvin – Calvino, il cui pensiero ebbe un impatto rivoluzionario sulla storia delle religioni e delle filosofie moderne è colui che crede nella predestinazione, in un fato già scritto, e nell’assoluto e inderogabile rigore delle pratiche di fede. In poche parole, decisamente un gioco di contrasti, considerata la natura anarchica del protagonista delle strisce di Watterson. Entrambi, tuttavia, si potrebbero dire accomunati da una visione fatalista dell’esistenza, che esplode nei frequenti proclami drammatici di Calvin (quello del fumetto).

Viceversa, Hobbes, padre del pensiero razionale, è decisamente il filosofo di riferimento della tigre di pezza inventata da Watterson – un personaggio calmo, padrone di sé e delle situazioni. Il gioco fra i due si basa sulla complementarietà: sono uno di spalla all’altro, amici inseparabili, reciproco faro di comprensione in un mondo che viaggia su binari del tutto diversi.

Leggere Calvin & Hobbes, oggi

Oggi, come ieri, come fra cento anni, Calvin & Hobbes è una lettura che vale la pena intraprendere. I temi che legano il lettore ai personaggi denotano l’assoluto primato dell’arte sulla verosimiglianza, quando si tratta di immedesimazione. Anche quando i protagonisti sono anagraficamente molto distanti dal lettore, è indubbio che siano il simbolo di qualcosa di universale. Sono l’oasi dell’immaginazione in un mondo sarcastico e asfissiante, rappresentato dalle figure degli adulti (genitori e maestra) che – pur nella loro simpatia e nel loro “subire” l’irruenza di Calvin – sono l’immagine dell'”altro”, del mondo “dei grandi” che ci aspetta là fuori.

calvin & hobbes

Nella stessa esistenza di Hobbes ritroviamo forse il tema più affascinante di tutto il fumetto, ovvero la fantasia che trasfigura la realtà. Ci sono diverse interpretazioni, infatti, su cosa o chi è Hobbes. È un pupazzo che prende vita solo quando è solo con Calvin? Oppure il suo muoversi e parlare è solo frutto dell’immaginazione del ragazzino? Watterson, splendidamente, ha risposto che non è né l’uno né l’altro, ma è come ogni altro fenomeno della realtà che ci circonda: qualcosa che cambia a seconda di chi lo guarda.

Tra mondo reale e mondo immaginato

Attorno ai due amici protagonisti della striscia che compongono il fumetto di Calvin & Hobbes, ruotano una serie di personaggi che definiscono – in qualche modo – lo spazio interno alla coppia. Questo grande contrasto tra il mondo interiore e quello esteriore è alla base dell’animazione di Hobbes, il cui aspetto cambia radicalmente a seconda di chi è presente nella scena. In ogni caso, proprio vedere come Calvin (principalmente) interagisce con gli altri, ci dà la misura psicologica del personaggio.

calvin hobbes fumetto

Abbiamo visto come i genitori costituiscano un po’ un “al di là” del passaggio all’età adulta – quella della fine dell’immaginazione e dei giochi – con cui Calvin si rapporta in maniera sfuggente, quasi ostile. Proprio per questo, il ragazzino trasforma la realtà non solo attraverso il rapporto con Hobbes, ma anche con l’immedesimazione in alcuni alter-ego di ispirazione fumettistica e cinematografica. Calvin è Stupendous Man, ma anche Spaceman Spiff e Tracer Bullet, ovvero – rispettivamente – un supereroe dai poteri sensazionali, un coraggioso esploratore spaziale e un imprendibile agente segreto. Attraverso la sua lente speciale, Calvin mette in scena – sempre nell’arco ristretto di una striscia, non dimentichiamolo – memorabili bivi narrativi, in cui la sua maestra, la Signora Vermoni, si trasforma in un alieno informe e minaccioso per poi tornare, nella vignetta successiva, ad essere un’insegnante alle prese con un alunno distratto.

Calvin e le donne

Spesso una grande immaginazione nasce da una situazione non del tutto felice. In fondo, per quanto si dica che l’infanzia sia uno dei momenti più piacevoli di tutta la vita, si tende spesso a dimenticare quanto frustrante e seccante sia talvolta essere un bambino. Tra gli adulti che ti impongono le loro regole e i rapporti disastrosi con l’altro sesso, Calvin è il perfetto emblema di un bambino sotto pressione.

calvin hobbes fumetto

Anche questo aspetto si percepisce chiaramente nel fumetto di Calvin & Hobbes, specialmente quando vediamo il protagonista (umano) interagire con altri personaggi della sua età – o più o meno. Tra tutti il rapporto di odio / amore (tolleranza, più che altro) con la coetanea Susie Derkins con cui è un continuo battibecco e scambio di dispetti. Con Susie, nonostante sia forse il personaggio più vicino a Calvin per natura e intenzioni, si crea un vero e proprio muro comunicativo, tipico del rapporto tra i generi in età infantile (e non solo). L’unico che sembra poter infrangere questa impossibilità relazionale è proprio Hobbes, orgogliosamente non-umano e per questo indiscutibilmente superiore a ogni stupido bisticcio. 

Calvin & Hobbes è energia pura fatta a fumetto

Altri due personaggi da cui Calvin si guarda bene, ma con cui Hobbes ha decisamente meno interesse a interagire sono il bullo Moe e la baby sitter Rosalyn. Se con Moe Calvin si rapporta in maniera alternata, tra il timore di finire nel suo mirino e il prenderlo in giro per un’evidente inferiorità intellettuale, da Rosalyn il bambino è totalmente terrorizzato. Con entrambi la mancanza di comunicazione è altrettanto evidente, per motivi diversi. 

calvin hobbes fumetto

Tuttavia, dire che il fumetto di Calvin & Hobbes sia il racconto di un bambino solo, che trova nella sua tigre di pezza un amico immaginario, sarebbe estremamente riduttivo. Calvin & Hobbes è un trattato filosofico in strisce sul potere rivoluzionario dell’immaginazione, sull’infanzia come energia pura e sull’importanza dell’amicizia, qualunque forma abbia. 

Francesca Torre
Storica dell'arte, giornalista e appassionata di film e fumetti. Si forma come critica tra Bari, Bologna, Parigi e Roma e - soprattutto - al cinema, dove cerca di passare quanto più tempo possibile. Grande sostenitrice della cultura pop, segue con interesse ogni forma d'arte, nella speranza di individuare nuovi capolavori.