Città Invisibile di Netflix ci porta alla scoperta del folklore brasiliano con una storia un po’ troppo lineare

Con l’uscita di Città Invisibile Netflix dimostra ancora una volta di puntare forte sul Sudamerica, ambientazione di molte delle sue produzioni originali degli ultimi anni. Dopo il Brasile fantascientifico dell’ottima 3%, stavolta il teatro della vicenda è la Rio de Janeiro contemporanea. Scordiamoci però le spiagge assolate, le onde dell’oceano e le feste. In linea con il taglio mistery e soprannaturale della serie, la Rio rappresentata è quella dei vicoli malfamati e delle enormi foreste incontaminate, o quasi. Andiamo a scoprire quindi cosa funziona e cosa un po’ meno di Città Invisibile.

Città Invisibile su Netflix: storia di un poliziotto come tanti

Con Città Invisibile Netflix segna il debutto live action di Carlos Saldanha, regista famoso soprattutto per lavori d’animazione del calibro di L’Era Glaciale 2 – Il disgelo e L’Era Glaciale 3 – L’alba dei dinosauri. Essendo qui presenti molti più umani rispetto alle opere precedenti, il cineasta carioca deve aver avuto bisogno di aggrapparsi a basi sicure e rodate, sacrificando un po’ l’originalità. Il protagonista Eric, ispettore della polizia ambientale, è il classico poliziotto tutto d’un pezzo: lavora fino a tardi ed è sempre pronto a proseguire le indagini su casi che non lo riguardano, con buona pace degli ordini dei superiori e delle sospensioni che ne possono derivare.

Questo lo rende inevitabilmente un marito e padre assente, che non si trova al fianco della moglie quando questa perde la vita. La morte della consorte non fa che acuire l’ossessione per il lavoro e i suoi colleghi al commissariato non si discostano dal cliché. Ivo, il capo del distretto, toglie come di consueto la responsabilità del caso a Eric, minacciando ripercussioni qualora continuasse a indagare. Marcia, partner del protagonista, cerca di convincerlo a mollare, ma lo aiuta di nascosto ogni volta che può.

Città Invisibile Netflix 1

Città Invisibile su Netflix: il folklore dà, il folklore toglie

In Città Invisibile Gabriela, la moglie di Eric, non è l’unica a morire. La scia di cadaveri prosegue tra le fila delle entità, spiriti del folklore brasiliano ognuno dotato di un potere particolare. Di gran lunga i personaggi più interessanti della serie, essi sono capaci di acquisire la forma umana e, in qualche caso, anche di passare da un corpo all’altro. Saci, per esempio, è un ragazzo con una gamba sola capace di spostarsi creando vortici d’aria e polvere; Curupira è un protettore della foresta che genera e comandare il fuoco, con capelli fatti di fiamme e piedi girati al contrario. Ines, la strega a capo di queste entità, può trasformarsi in migliaia di farfalle ed entrare nella mente delle persone per far loro rivivere il passato.
Come detto, le creature del folklore brasiliano sono molto interessanti. Essendo legate a una mitologia così diversa dalla nostra, però, le loro capacità risultano spesso poco chiare e quindi poco coinvolgenti per chiunque non sia già ferrato sull’argomento.

Città Invisibile Netflix 2

Città Invisibile su Netflix: una storia lineare, ma non priva di occasioni perse

Città Invisibile è una classica serie Netflix dalla trama lineare: Eric è un padre e marito assente, sua moglie muore in circostanze misteriose, il protagonista molla tutto per scoprire chi sia l’assassino. La storia avrebbe avuto gli elementi per essere arricchita, ma ha scelto di non sfruttarli appieno. Vila Torè, una comunità che vive al margine di una foresta vicina alla città, è in fermento: gli abitanti devono decidere se accettare una cospicua offerta economica per il loro terreno oppure rimanere in condizioni di relativa povertà. L’imprenditore edilizio, in realtà, è già padrone del suolo, ma vuole spingere gli abitanti a lasciarlo senza usare la forza.

La comunità è divisa tra chi vorrebbe accettare l’offerta e chi è troppo legato alle tradizioni del luogo per andarsene. Dato il forte legame con la natura degli spiriti del folklore e, in generale, di tutta la cultura brasiliana, forse questo aspetto avrebbe meritato di essere maggiormente approfondito. Invece è rimasto sullo sfondo, diventando a nostro avviso un’occasione persa.

Città Invisibile non è quindi la serie originale Netflix più originale o ben strutturata, ma si lascia comunque guardare. Dopo le prime tre puntate di orientamento, lo spettatore può seguire con interesse l’avventura di Eric e di sua figlia Luna, che verso la fine riserva anche qualche colpo di scena.

Marco Broggini
Nasce con Toriyama, cresce con Ohba e Obata, corre con Shintaro Kago. Un percorso molto più coerente di quello scolastico: liceo scientifico, Scienze della Comunicazione, tesi su Mission: Impossible, scuola di sceneggiatura. Marco ha scoperto di essere nerd per caso, nel momento in cui gli hanno detto che lo sei se sei appassionato di cose belle. Quando non è occupato a procrastinare l'entrata nel mondo del lavoro, fa sport che nessuno conosce e scrive racconti in cui uomini e gatti non arrivano mai alla fine.