Cliché nei film horror: i luoghi comuni che non ci abbandonano mai.

L’horror è un genere capace di sfornare film grandiosi come L’Esorcista, The Conjuring, Nightmare, La casa delle bambole, e tantissimo altri film veramente appassionanti. Si tratta anche però di un genere per film spesso “usa e getta”, che le produzioni mettono in cantiere per monetizzare il sempreverde fascino della paura che porta gli spettatori al cinema da decenni. Non è raro quindi, che in maniera piuttosto pigra, si ricorre agli stessi espedienti per veicolare gli eventi in maniera ripetitiva, ispirandosi ai grandi cult che hanno li hanno inventati. Con la filosofia quindi del “minimo sforzo e massimo rendimento”, questo genere è uno dei più vessati dai cliché, perché evidentemente è davvero difficile creare certe dinamiche svincolandosi da essi. Ne potremmo citare centinaia in tal senso, ma abbiamo deciso di limitarci a 10 cliché dei film horror che riteniamo tra i più significativi e abusati nella storia del cinema.

Abbaio ma non mordo

Per ogni Jason o Michael Myers che senza tanti complimenti affetta le sconsiderate vittime alla prima occasione, ci sono altrettanti malintenzionati più o meno “umani” che invece per tre quarti del film amano solo fare i burloni, spaventando, rincorrendo, balzando fuori dagli angoli oscuri, facendo tanto casino, ma ben guardandosi dall’attaccare in modo diretto. Fateci caso, soprattutto quando ci sono fantasmi e affini di mezzo, stai sicuro che prima di fare la prima mossa, giocheranno a nascondino per un bel po’.

cliché film horror

Luci intermittenti

Che sia un centro commerciale, una tavola calda, una casa o un locale si qualsiasi tipo, se le luci cominciano a fare “bzzz bzzz”, non è MAI un buon segno. Neon e lampadine danno segno di cedimento? Il cattivo presagio è praticamente garantito. Solitamente segue direttamente il jump scare di turno o in alternativa l’incauto della situazione che va da solo a controllare i fusibili del generatore, solitamente piazzato nel luogo più isolato, lugubre e lontano dell’edificio. Uno dei cliché nei film horror più telefonati.

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Riflessi burloni

Se c’è una cosa che piace tanto ai fantasmi, ma anche ai registi di film horror che non rinunciano a questo cliché, è giocare con gli specchi. Nei film horror quando si guarda in uno specchio, c’è sempre qualcosa che non va e che OVVIAMENTE non corrisponde alla realtà quando si gira lo sguardo. Lo specchio rivelatore è un must del genere, usato in una miriade di modi diversi ma sempre e solo per rivelare il male. Un classico è lo specchio del bagno, che nei film horror, nove volte su dieci mostra qualcosa di ben più inquietante della faccia di chi ci sta davanti.

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Il telefono bastardo

Un po’ come dimostrano le luci intermittenti di cui abbiamo palato sopra, le minacce degli horror generano qualche sorta di campo elettromagnetico che -ma guarda un po’- va a ostacolare uno strumento che tante situazioni spinose potrebbe risolvere ma che invece non funziona mai: il telefono. In campagna o in città, in montagna o al mare, non c’è niente da fare, se fino ad un attimo prima avevate tutte le tacche, alla telefonata che vi potrebbe salvare la vita il segnale sarà completamente assente. Che sfiga. E che cliché da film horror.

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Ma chi ti crede

Ci sono due categorie di persone che da sempre muovono gli eventi della maggior parte dei film horror: gli idioti, che fanno sempre la cosa sbagliata, e gli scettici. Generalmente si ride sempre dei primi, ma non c’è da sottovalutare quanto i secondi siano fastidiosi e a volte poco credibili. Di fronte ad ogni evidenza, chi sta attorno ai protagonisti, nega tutto, trattandoli come pazzi o gente in vena di scherzi di cattivo gusto. Queste persone solitamente nel momento in cui finalmente si convincono, fanno anche una brutta fine. Oh, io te l’avevo detto…

cliché film horror

Selezione naturale

Abbiamo citato i classici “idioti” e non possiamo proprio fare a meno di metterli in questa lista visto che sono storicamente scherniti in questo genere di film fin dalle origini. Gente che si infila in posti chiaramente ed esplicitamente pericolosi, si separa dal gruppo quando non dovrebbe, che strilla quando è meglio tacere o non fa nulla quando sarebbe il caso di darsela a gambe. E se fugge, state sicuri che prende la direzione sbagliata o finisce inesorabilmente per…

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…Inciampare

Eh si, questo sotto-cliché generalmente legato a “chi fa sempre la cosa sbagliata” è uno degli espedienti più abusati per rallentare la corsa verso la salvezza, e di conseguenza, spesso perderla per sempre. Qualcuno-inciampa-sempre. E non se ne scampa. A volte non serve nemmeno la scusa di un ostacolo che finisce tra i piedi, semplicemente nella grammatica del film horror l’equazione è la seguente: fuga impanicata=perdita di equilibrio garantita. Ok…

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Servirebbe un meccanico

Succede però sovente che qualche fortunello in fuga riesca a raggiungere addirittura un’automobile. Ma guarda un po’, la suddetta in quel preciso istante decide sempre di non voler partire. Effettivamente, molto spesso i film horror sono ambientati in periferie con un certo degrado in cui circolano su strada scassoni a quattro ruote dalla evidente scarsa affidabilità, ma accidenti, i capricci li fanno sempre nel momento meno opportuno. A volte decidono di partire dopo vari tentativi di accensione, ma in questo caso, sono molto attenti a farlo rigorosamente all’ultimo secondo.

La cantina degli orrori

Certo, i luoghi di una casa in cui si possono consumare i peggiori e più terrificanti misfatti sono molti e il cinema ce li ha presentati tutti. Mansarde, bagni, camere da letto con armadi poco rassicuranti… Ma nulla batte la cantina. La cantina infernale, spettrale, oscura, rifugio di forze demoniache, magazzino di cadaveri, luogo che dà forma alle più recondite paure umane. C’è sempre una buona scusa per piazzare una bella cantina con tanto di scalinata del terrore in un film horror, e c’è quasi sempre qualcuno che da quelle scale cadrà male in preda al panico percorrendole in entrambi i versi.

Dimmi chi sei, ti dirò che fine farai

Sfido chiunque a non capire nei primi 10 minuti di film già chi sopravviverà e chi farà invece un brutta fine. E se non lo capite beh, complimenti, avete scelto un buon horror. Vale per ambo i sessi ma funziona cosi: in genere il personaggio arrogante, superficiale, spocchioso muore al 100%. Quello nerd, ingenuo, tranquillone, il simpatico della compagnia, beh, ha il 50% di possibilità di salvarsi, ma forse qualcosa in meno visto che nella maggioranza dei casi muoiono tutti tranne la classica “final girl” o “final boy”, altrettanto individuabile da subito visto che in genere è il tipico personaggio equilibrato, altruista, ragionevole e troppo spesso il più noioso del gruppo. Ah, gli stereotipi, che invenzione geniale e paracula.

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!