Dark Crystal: un caleidoscopico tributo a Jim Henson

Quando associamo agli anni ’80 il lavoro di Jim Henson pochi si ricorderanno di Dark Crystal, film del 1982 co-diretto dal creatore di Sesame Street e da Frank Oz.

Più facile è pensare a Labyrinth, o a uno dei film dei Muppet. Il motivo? Il dannato marketing. Dark Crystal venne presentato nelle sale come pellicola per famiglie, lasciando interdetti molti genitori di fronte ai toni cupi e neppure troppo velatamente allegorici della storia.

Al contrario la critica, dopo un’accoglienza inizialmente fredda, negli anni ebbe modo di rivalutare la pellicola. Purtroppo gli studi di produzione si erano ormai convinti del fallimento del frachise, spezzando le possibilità di Jim Henson di vedere un sequel. Negli anni sono stati tanti i progetti legati a questo mondo, fumetti e libri, ma niente che permettesse di completare l’opera.

Alla morte di Henson il progetto passò in mano ai suoi studios, cosa che tuttavia non permise una ripresa del progetto fino a tempi recenti. Scartata la possibilità di vedere un seguito si giunse allo show appena mandato in onda da Netflix, il prequel Age of Resistence.

Vedere i pupazzi della Jim Henson Company causa sempre un modo di affetto negli spettatori nati e cresciuti durante gli anni ’80. Eppure riproporre oggi questo tipo di intrattenimento animatronico può ancor avere un senso? Ha un proprio pubblico nel 2019 come nel 1982?

La domanda non è banale. In essa in effetti si nasconde la chiave per individuare il target di questo nuovo capitolo di Dark Crystal. Parliamo di una semplice serie revival usa e getta, o di qualcosa che per i suoi contenuti può avere ancora uno spazio a distanza di trent’anni dalla fine della propria epoca d’oro?

Ritorno su Thra

La storia ci conduce ancora una volta nel mondo di Thra, in un periodo storico successivo alla rottura del Cristallo della Verità, evento alla base di quanto raccontato nel film del 1982. La razza aliena degli Skeksis è stata incaricata da Madre Aughra, guardiana del cristallo e prima protettrice del pianeta, di vigilare sulla preziosa reliquia mentre lei esplora le stelle dal suo osservatorio.

Gli Skeksis hanno presto deviato dalla loro missione. Autoproclamatisi Signori di del Cristallo ne sfruttano il potere per rimanere in vita, governando i sette clan dei Gelfling, razza simile agli elfi, senza che questi mettano in dubbio la loro autorità. Questo finché il Cristallo non sembra perdere le sue caratteristiche, impedendo così ai tirannici alieni di mantenersi in forze. Non solo: i tentativi di forzare il Cristallo hanno generato anche l’Oscurità, un’energia mai vista prima che minaccia ora l’intera esistenza di Thra. Questo non impedisce allo Scienziato Skeksis (a cui dà la voce un sempre tonico Mark Hamill) di trovare un modo alternativo di sfruttare il potere del Cristallo: estrarre l’essenza vitale dai Gelfling, in modo da poterla convertire in una bevanda in grado di ringiovanire gli Skeksis.

Quello che doveva rimanere un oscuro segreto degli alieni però viene presto scoperto quando il giovane Rian (doppiato da Taron Egerton), una delle guardie al servizio dei Signori di Thra, assiste alla morte della propria compagna per mano degli Skeksis come vittima sacrificale per il Cristallo. Consapevole del piano degli alieni cerca di fuggire dalla fortezza, scontrandosi però con la totale diffidenza dei suoi simili. Gli Skeksis hanno guidato per lungo tempo i popoli di Thra: nessuno sembra voler mettere in dubbio la loro autorità e la bontà delle loro azioni. L’idea che possano prosciugare l’essenza vitale dei sudditi appare inconcepibile alle orecchie dei Gerfling, che considerano Rian impazzito.

Dark Crystal

Altrove la principessa Brea di Ha-rar, curiosa e sempre in vena di fare domande, assiste alle decime donate dal popolo agli Skeksis e inizia a mettere in dubbio il sistema di governo degli alieni. Quella sera stessa compie alcune ricerche per scoprire da dove derivi la tradizione delle decime, andando incontro a un simbolo che attiva una strana magia. Il tutto mentre nelle profondità del pianeta, la giovane Deet del clan Grottan scopre che l’Oscurità sta infettando le creature del mondo, costringendola a partire per informare madre Aughra e prevenire la catastrofe.

La storia si svolge, almeno in superficie, secondo canoni abbastanza regolari per quelli tipici del fantasy classico. Abbiamo un gruppo di malvagi che riesce ad assoggettare una popolazione e intende usarla per ottenere un potere illimitato. A contrastarli ci saranno tre giovani prescelti, che dovranno riunire attorno a sé dei compagni che possano aiutarli nella loro “quest“. Un viaggio che ovviamente contiene anche una crescita personale, in grado di elevare un ragazzino avventato come Rian al ruolo di eroe, un’ingenua ragazza come Deet a guida spirituale del gruppo e un’altezzosa principessa come Brea a leader e figura di riferimento di una società in cerca di riscatto. Il tutto con un’evoluzione molto lineare, senza che i personaggi subiscano eccessivi scossoni.

Detta così potremmo trovarci di fronte a una semplice fiaba fantasy. Forse pure un tantino banale, magari una di quelle dotate del classico finale moraleggiante scontato, assimilabile a un “predicozzo”. Invece all’interno di Dark Crystal è contenuto molto più di quanto potremmo attenderci.

E non stiamo parlando del lato visivo. Dark Crystal, specie se si è appassionati di una forma d’arte come l’animatronica, è una gioia per gli occhi. Uno splendido revival anni ’80, che non si limita a citare un filone ma lo innova, ci propone soluzioni visive nuove e impensabili nel 1982.

E non parliamo nemmeno delle musiche e del doppiaggio. Ascoltare Dark Crystal è meraviglioso. Buona parte della colonna sonora è nuova, modellata con sapienza sull’esempio di quella originale. E nella serie trova posto un cast di doppiatori eccezionale (ispiratissimo, lo diciamo ancora una volta, Mark Hamill), che non sfigura nemmeno in italiano.

Allora cosa rende davvero speciale questo spettacolo? La stessa cosa che lo rende qualcosa “per pochi”.

Dark Crystal

La Caverna di Jim Henson

Ciò che si nasconde in Dark Crystal è una storia con diverse implicazioni attuali. Gli eredi di Jim Henson e Frank Oz riescono a imbastire un racconto in grado di strizzare l’occhio al nostro mondo, come dovrebbe fare il miglior fantasy. E non poco. Politica, ambiente, tematiche sociali sono una parte portante del tessuto di Dark Crystal.

All’interno del mondo di Thra assistiamo a varie storture dai parti dei governanti su governati. Che alla fine i potenti scelgano di “consumare” i sudditi per ottenere “linfa vitale” è una metafora abbastanza diretta, eppure si dimostra solo la punta dell’iceberg in una serie di eventi che contengono un forte richiamo all’attualità.

Gli Skeksis hanno imbastito una forma di governo accentratrice, che li pone in possesso di numerosi vantaggi. Oltre a poter sfruttare per sé il potere del Cristallo ricevono decime dai vari clan dei Gerfling, i quali non sembrano accorgersi dell’evidente disparità delle loro condizioni. I tentativi di Brea di far notare gli abusi da parte dei Signori del Cristallo vengono bollati come eretici e passati sotto silenzio. E, tutto sommato, alla principessa le cose vanno ancora bene. Meglio che a Deet, trattata come un’emarginata in quanto proveniente dal clan Grottan.

Dark Crystal

Per meglio comprendere la dittatura degli Skeksis potremmo scomodare  la Repubblica di Platone e il suo Mito della Caverna. A recitare il ruolo del fuggitivo è in questo caso Rian, il quale per primo assiste alla verità. Evento che lo costringe a intraprendere un percorso volto alla liberazione dei propri simili. Questi, assuefatti come sono alle bugie in cui sono vissuti, lo tacciano di essere pazzo e decidono di non ascoltarlo, dandogli la caccia. I Gerfling sono insomma gli uomini incatenati nel buio, felici di vedere solo le ombre sulle pareti. E il compito di privarli delle catene non è affatto facile per Rian.

Leggendo bene tra le righe capiamo che non c’è nulla di banale all’interno di Dark Crystal. Stando al pensiero del regista Louis Leterrier e degli sceneggiatori certe problematiche non possono ottenere delle soluzioni semplicistiche. Un esempio è l’Oscurità, piaga nata dallo sfruttamento senza criterio del cuore di Thra, il Cristallo. Essa strizza l’occhio alle problematiche ambientali e ci fa capire quanto sia difficile tornare indietro dopo aver alterato un equilibrio. Non sarà possibile distruggere l’Oscurità: si potrà solo cercare un modo di convertirla.

Chi sentirà il canto?

Uno dei problemi che affligge Madre Aughra all’inizio della serie è l’incapacità di sentire il canto di Thra. Il pianeta le parla, ma lei non riesce ad ascoltare poiché ha distolto troppo a lungo la propria mente da esso. Sentire la melodia che le viene inviata dalla natura non è cosa semplice e richiederà un atto di umiltà per compiere questo passo.

Un percorso simile è quello che devono compiere gli spettatori di Dark Crystal per poter davvero apprezzare lo show. Limitarsi a una visione superficiale non ci donerà altro che una favola della buona notte in dieci puntate. Ovviamente il fatto che si stia utilizzando un tipo di spettacolo rivolto in passato a un pubblico molto giovane non aiuta.

Dark Crystal

Sicuramente la scelta di riproporre marionette, burattini e pupazzi animatronici nel 2019 taglia fuori una buona fetta di pubblico, decisa a bollare come “per bambini” una serie che al contrario nasconde tematiche adulte. E in fondo il problema è lo stesso della pellicola del 1982: pur essendo commercializzata come uno spettacolo per famiglie, i toni e i temi trattati al suo interno erano del tutto inadatti agli spettatori più piccoli. Questo fece sì che l’accoglienza ricevuta fosse piuttosto fredda all’epoca.

Proprio per questo Dark Crystal ci appare come uno show destinato a pochi. Non tanto perché il tipo di spettacolo sia riservato a un pubblico di nicchia, quanto perché poche persone, all’infuori della cerchia di fan di Jim Henson, riusciranno ad andare oltre a quello che a prima vista è solo “un altro show di pupazzi”. Per tutti gli altri Dark Crystal: la Resistenza, costituirà una gradevole discesa e risalita nella Caverna Platonica. Qualcosa che difficilmente lascerà indifferente chi vorrà ascoltare il canto di Thra.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.