In attesa del quarto capitolo, mettiamoci al comando dei cavalieri Guerra e Conflitto e avventuriamoci in uno spin-off prequel della saga di Darksiders

Darksiders è una delle saghe videoludiche che più si è fatta amare e odiare dai videogiocatori di tutto il mondo: il suo primo capitolo con protagonista il cavaliere dell’apocalisse Guerra, è stato un successo su tutti i fronti, dall’ottimo gameplay all’affascinante worldbuilding e l’accattivante design dei personaggi. Il secondo capitolo in cui si controllava il cavaliere Morte, nonostante si sia fatto amare come il primo ha lasciato dietro di se un senso di incompletezza a causa dell’eccessiva ridondanza di contenuti e meccaniche in comune con il predecessore. Infine è arrivato il terzo, che fa lo sbaglio opposto del secondo, cambiando troppo la direzione e virando verso quello che era il fenomeno del momento: lo stile souls-like. A onor del vero controllare Furia non è stata una completa delusione, ma ci è andata talmente tanto vicino che ora molti fan temono che il futuro Darksiders IV finisca dritto dritto nell’oblio.Darksiders Genesis

Intanto però la serie va avanti, sempre accompagnato dallo stile inconfondibile di Joe Madureira, e ci ritroviamo tra le mani uno spin-off, che è anche un prequel, incentrato sugli eventi precedenti l’apocalisse. Darksiders Genesis però non è da considerare un semplice spin-off come un altro, perché a questo titolo spetta l’arduo compito di riportare la saga dei quattro cavalieri all’attenzione dei fan, e soprattutto di riprendersi la fiducia di quella fetta di giocatori delusi dal terzo capitolo. Ci riesce? Spoiler: si, e pienamente aggiungerei.

Dove finisce Diablo e dove inizia Darksiders Genesis

La prima cosa che salta in mente guardando Darksiders Genesis è la sua fortissima somiglianza con Diablo, di cui in realtà tolta la visuale isometrica e il fattore hack’n’slash non resta assolutamente nulla. Genesis infatti non è ne un Diablo-like, ma è un vero e proprio ritorno alle origini. Il feeling che si ha pad alla mano è quello di giocare il primo Darksiders, e questo non può che essere un bene visto che riesce a mantenersi fedele allo spirito dell’intera saga nonostante in quanto spin-off avrebbe potuto optare per qualsiasi altra variazione di gameplay senza necessariamente andare ad infastidire qualcuno.Darksiders Genesis

Per essere più chiari, Darksiders Genesis non presenta alcun tipo di elemento rpg, non ci sono alberi delle abilità, livelli dei personaggi o equipaggiamenti da cambiare, il gioco è strutturato al centro per cento come un capitolo principale della saga. Guerra e il nuovo ed ultimo cavaliere, Conflitto, andranno avanti aumentando le proprie capacità tramite un sistema di potenziamenti che si ottengono sconfiggendo creature o proseguendo nella storia, come un qualsiasi altro adventure game che si rispetta. Il resto sono combo di attacchi leggeri, pesanti, abilità e gadget che si imparano a gestire man mano che si prosegue l’avventura di coppia. Il level design eccezionale del primo capitolo di Darksiders ritorna anche in questo spin-off, partendo da un hub centrale potremmo selezionare il capitolo che vogliamo giocare e verremo trasportati tramite i Varchi Serpentini nella mappa in questione.

Esistono due tipologie di mappe, alcune più ampie, votate all’esplorazione di ogni anfratto alla ricerca delle ricompense più gustose e delle monete con cui compare upgrade e da percorrere volendo in sella al proprio destriero, e le mappe dungeon, fatte di corridoi ed enigmi non troppo difficili ma nemmeno stupidi. Entrambe le tipologie di luogo ospitano poi svariate sezioni platform in cui saltare, volare e arrampicarsi, e corridoi segreti da aprire con quello o quell’altro gadget, sempre per restare in fortissimo tema Darksiders.

Darksiders Genesis: Dal Conflitto alla Guerra

Al centro di tutta l’esperienza di gioco vi è il rapporto tra i due protagonisti, sia sul piano narrativo che su quello ludico. La storia che andremo a vivere con i due cavalieri dell’apocalisse Guerra e Conflitto è in realtà semplice e lineare: dobbiamo fermare un complotto ordito da Lucifero e per farlo dobbiamo, ovviamente, recuperare svariati oggetti importanti disseminati tra i vari livelli. Qualcosa in più c’è, ma queste premesse vi accompagneranno per circa metà gioco, il resto invece sarebbero spoiler. Se comunque Guerra è lo stesso che abbiamo imparato a conoscere nel primo capitolo, e non ci riserverà nulla di davvero nuovo, la novità più interessante è il cavaliere Conflitto, che fa qui la sua prima apparizione come protagonista.

Sin dalle prime battute vi renderete conto che il pistolero è il “mercenario chiacchierone” del gruppo, ma non giudicatelo troppo in fretta perché saprà regalarvi qualche bella sorpresa. Una piccola sbavatura però la si nota facilmente negli scambi di battute tra i due cavalieri, che seppur qualche volta il pragmatismo di Guerra che si scontra con le terribili battute di Conflitto riusciranno a strapparvi un sorriso, per lo più tenderanno a stufare e ad essere facilmente dimenticabili.Darksiders Genesis

Sul combattimento invece come abbiamo detto Guerra è praticamente lo stesso del primo Darksiders con l’eccezione che in Genesis la visuale sarà isometrica. Se avete giocato recentemente il titolo in questione vi ritroverete praticamente ad eseguire le stesse identiche combo. Conflitto invece sostituisce le combo di spadone con Misericordia e Redenzione, le sue pistole, con cui basta mirare e premere il grilletto per vedere volare raffiche di proiettili, che all’occasione possono essere caricati in un colpo speciale più potente. La presenza di due cavalieri permette di avventurarsi in due giocatori per tutta la campagna principale, ma se si vuole giocare da soli, è possibile alternarli rapidamente tramite la pressione di un tasto. In single player il cambio è talmente rapido che se si impara a gestirlo perfettamente permette di eseguire combo di spadate e proiettili che renderanno gli scontri più ostici, quelli in cui si è accerchiati da maree di nemici, una vera e propria barzelletta (probabilmente raccontata da Conflitto).

Ovviamente questa tecnica non sarà facile da apprendere, perché il sistema dei menù delle abilità e quello dei comandi navigano fortemente contro il giocatore singolo, che ogni volta che si ritroverà nella situazione di dover, o voler, cambiare personaggio dovrà anche cambiare il modo in cui preme i pulsanti per combattere o attivare le abilità.Darksiders Genesis

Un gran peccato per l’assenza di Morte e Furia, perché quando vi ritroverete a vedere i titoli di coda desidererete ardentemente di avere un DLC o un Genesis II in cui poter utilizzare tutti i cavalieri concatenando combo folli. Desiderio che in realtà qualsiasi fan si porta dietro dall’ending del primo Darksiders.

Cosa resta dopo l’apocalisse?

Darksiders Genesis riesce in maniera eccezionale a riportare in alto una saga che stava pian piano precipitando verso il basso, offrendo un gameplay divertente e una storia semplice ma che riesce comunque ad intrattenere, soprattutto grazie alla narrazione portata avanti tramite i bellissimi disegni di Madureira. Fa strano vedere come questa risalita sia derivata da un gioco a basso budget che non è stato neanche sviluppato dalla Vigil Games/Gunfire Games che invece lavora sulla saga principale. Qui sono entrati in gioco infatti i ragazzi della Airship Syndicate, fondata dallo stesso Joe Madureira, che hanno saputo non solo riportare il titolo sul podio, ma hanno anche dimostrato che non sempre avere un grosso budget, seguire le mode del momento e tirar fuori un titolo tripla A significa necessariamente aver fatto le cose per bene.

La palla ora tornerà però nelle mani di Gunfire Games, che dovrà dimostrare di aver imparato qualcosa e cercare di non scatenare l’apocalisse su Darksiders, il cui quarto titolo tra l’altro è ancora incerto e bisognerà attendere le vendite di Genesis per poter almeno sperare che questo, da qualche parte, esista e sia in sviluppo.  

 

Mattia Alfani
Nato a Pescara nel'94 e diplomato in sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics, dice di essere un grande appassionato di fumetti, videogiochi, cinema e serie tv, ma in realtà adora tutto ciò che è in grado di raccontare una storia, anche un semplice sasso. Ancora meglio poi se queste storie sono fantasy, horror o supereroistiche. Attualmente è alla ricerca della sua strada, saltando tra un università e l'altra, e nel frattempo da sfogo alle sue passioni scrivendone e condividendole su internet. Il suo modello di riferimento è il Dottore. Critico di natura ma non di professione, vorrebbe un mondo tutto suo, ma per ora si accontenta di quelli nei fumetti.