Dauntless, la nuova fatica di Phoenix Labs, è disponibile su Epic Games Store, PS4 e Xbox One dal 21 maggio. Con una premessa simile alla serie di Monster Hunter, in cosa si distingue rispetto al mostro sacro di casa Capcom?

Dauntless & Monster Hunter 

Affrontiamo prima di tutto il cosiddetto “elephant in the room”: il paragone tra la saga di Monster Hunter e Dauntless. Le premesse di Dauntless, infatti, sono molto simili a quelle della serie di Capcom: caccia e uccidi mostri da solo o in compagnia, per raccogliere materiali con cui costruire armi, armature e potenziamenti. 

Questa è la base che accomuna i Monster Hunter, che è rimasta pressapoco la stessa, almeno nel suo zoccolo duro, per poi subire un radicale cambiamento con Monster Hunter World, capitolo spartiacque per la serie. Con quest’ultima uscita, infatti, è stata presa una direzione diversa, che aprisse la saga ad un pubblico più vasto, inserendo una serie di modifiche sostanziali al gameplay che rendessero il gioco più accessibile. Dauntless sembra aver preso spunto proprio da questa tendenza: vediamo in che modo!

Dauntless: semplice, ma non troppo?

Dal punto di vista della caccia vera e propria, questa tendenza semplificatrice sembra fermarsi alle prime missioni, durante le quali la difficoltà è sensibilmente inferiore: i mostri fino al grado 5, soprattutto se affrontati con il party al completo, sono molto facili da uccidere, avendo una varietà negli attacchi meno marcata. Dal grado 6-7 in poi, la difficoltà invece decolla in maniera spiazzante: pur seguendo la progressione delle missioni, alcuni mostri, come l’Hellion, risultano ostici anche con l’equipaggiamento adatto. È probabile che Phoenix Labs se ne sia resa conto, perché in caso di sconfitta viene presentato un questionario in cui viene chiesto di giudicare la difficoltà del mostro. 

Per aiutare i giocatori meno esperti, Dauntless fornisce, in fase di preparazione, indicazioni sulla difficoltà del mostro in base all’equipaggiamento in uso, permettendo di cambiarlo, se necessario, prima di iniziare la missione. Purtroppo, però, le indicazioni sono relative solo al proprio personaggio, non a tutta la squadra; capita spesso, infatti, che il resto della squadra utilizzi un equipaggiamento non adatto, rendendo vani gli sforzi individuali. 

Un elemento che inspiegabilmente manca è una mappa delle aree esterne che aiuti ad orientarsi. Perdersi è facile: anche se di dimensioni ridotte rispetto alle mappe dei Monster Hunter, gli ambienti di Dauntless sono poco caratterizzati e privi di punti di riferimento. La meccanica del razzo segnalatore è utile per ovviare a questo problema, ma ritrovarsi velocemente può comunque rimanere difficile, soprattutto se non si sta giocando collegati col microfono. Trovare il mostro è questione di fortuna: a volte lo si trova immediatamente, altre volte si gira in tondo per la mappa per minuti e minuti. Non è nemmeno previsto un sistema di tracciamento che permetta di seguire il mostro una volta fuggito, per evitare di correre a destra e a manca senza aver uno straccio di indizio su dove sia finito. 

In aggiunta, mi è capitato spesso di “cadere” fuori dalla mappa durante una caccia, perché non mi ero accorta di essere vicina al bordo. Alcuni mostri, infatti, spawnano vicino al lato più esterno della mappa, ma dovendo mantenere la telecamera fissa su di essi per evitarne gli attacchi (dunque non vedendo alle proprie spalle), è facile indietreggiare di un passo di troppo e precipitare nel vuoto, perdendo tempo prezioso. 

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Dauntless: armi, armature e farming

Nel reparto armi di Dauntless troviamo i classici della caccia, come la spada, il martello o la lancia, ma anche due gradite aggiunte: le doppie pistole, simili ai canne mozze di Reaper in Overwatch, e le granate.

Le pistole sono personalizzabili pezzo per pezzo: ogni parte può conferire un attacco elementale, dare una differente abilità o aumentare il danno. In combattimento, sono piuttosto facili da padroneggiare, infatti sono molto gettonate; è necessaria, però, una buona dose di riflessi per schivare gli attacchi, visto che richiedono di essere vicini al mostro sia per aumentare il danno inflitto sia per effettuare una sorta di “ricarica perfetta”, grazie alla quale se si è in prossimità del mostro durante la ricarica, gli attacchi successivi saranno più potenti.

Le granate, invece, sono oggetti craftabili dall’armaiolo di Ramsgate. Variano dalle semplici granate a grappolo, alle granate congelanti o infuocate, oppure ancora che generano dei globi di cura per i compagni. La loro presenza, insieme al bombardamento aereo, aggiunge un tocco diverso alla caccia, con una strizzata d’occhi al mondo degli fps nella meccanica di mira con la traiettoria.

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Per quanto riguarda le armature, la situazione è molto simile a Monster Hunter: dopo aver affrontato un mostro e ottenuto i suoi materiali, si sblocca l’armatura corrispondente, che fornisce resistenza contro l’elemento del mostro stesso. Dal punto di vista estetico, le armature di Dauntless sono ben lontane dalla bellezza di alcune di Monster Hunter come l’armatura di Kirin o di Malfestio. Perlomeno, hanno come vantaggio l’essere più facili da craftare. Per completare i set, è sufficiente uccidere due o tre mostri, mentre per potenziarli di tre/quattro livelli non servono nemmeno i materiali, bensì gli scudi e le essenze, ricavabili dalle esplorazioni.

Un discorso simile si può applicare al farming, croce e delizia dei giocatori di Monster Hunter. Nell’ottica di semplificazione in cui Dauntless è inquadrato, anche farmare è stato reso più snello: da un lato non è necessario equipaggiarsi per forza con retini, picconi o canne da pesca per collezionare materiali; dall’altro per compiere l’azione di raccolta è sufficiente premere il tasto corrispondente, collezionando uno dopo l’altro i materiali. L’unico materiale che presenta un’animazione per essere raccolto sono i minerali, ma nella mappa se ne trovano in quantità scarse.

Dauntless: problemi di rete e bug

Una delle problematiche più grandi riguarda la connessione ai server e i servizi ad esso connessi.

Girando per Ramsgate, il personaggio è soggetto a un forte lag, meno presente quando ci troviamo in battaglia. I cali di frame rate, invece, sono all’ordine del giorno quando affrontiamo i mostri più imponenti, come ad esempio l’Hellion, che è uno dei mostri peggiori da affrontare anche per questo motivo, non solo per l’effettiva difficoltà. 

La connessione ai server è un po’ ballerina: almeno un paio di volte è capitato che nel bel mezzo di una caccia, comparisse la scritta “errore di rete” e fossi espulsa da un momento all’altro, perdendo tutti i progressi. Prima di poter giocare, bisogna aspettare almeno una decina di minuti per potersi connettere; si può ipotizzare che il motivo di quest’attesa sia ricollegabile ad una mole di giocatori superiore a quella prevista nei giorni successivi al lancio. Per molti giocatori, infatti, non è stato possibile in nessun modo accedere al gioco per almeno un paio di giorni prima che la situazione si risolvesse.

Per trovare ed iniziare una partita, ci vuole un lasso di tempo considerevole, inoltre non è ancora possibile annullare un matchmaking: nonostante la presenza del tasto “annulla matchmaking”, il gioco continua imperterrito a cercare un gruppo, costringendo il giocatore o a uscire dal gioco o a giocare per forza (non è chiaro però se siano in atto delle politiche punitive verso chi abbandona le partite, in stile Blizzard).

Infine, qualche bug qua e là rende l’esperienza leggermente frustrante: ad esempio, quando il personaggio si issa su un bordo, rimane bloccato su di esso per qualche secondo, oppure quando è richiesto di tenere premuto X per raccogliere qualcosa o per dialogare con un personaggio, spesso l’azione non va a buon fine ed è necessario ripeterla almeno un paio di volte. Durante la caccia invece, dopo essere stato atterrato e rialzato, il personaggio torna di nuovo a terra da solo nel bel mezzo della battaglia oppure non si riescono a selezionare alcuni oggetti. Altre volte invece, le missioni spariscono del tutto sia dal diario sia dalla bacheca di caccia, rendendo necessario riavviare il gioco per poter continuare. 

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Dauntless: ne vale la pena?

Allo stato attuale, Dauntless può configurarsi come una versione più leggera ed “edulcorata” del cacciare mostri, che avrebbe però bisogno di una rimaneggiata. Nonostante i difetti, a poca distanza dal lancio, il gioco offre un buon numero di mostri, di armature ed armi, oltre a moltissime possibilità di personalizzazione del proprio equipaggiamento.

Ciò che manca a Dauntless è trovare una sua identità, qualcosa che lo renda davvero distinguibile dal suo “fratello più grande”. Intorno al gioco iniziano a crearsi community di giocatori e Phoenix Labs ha già rilasciato una patch per sistemare numerosi bug. Forse con un po’ di tempo, anche Dauntless troverà una sua cifra stilistica. 

 

Martina Raico
Umanista nel cuore, appassionata di videogames sin dalla tenera età, malata di storie e narrazione. Crede nella forza espressiva e comunicativa dei videogiochi, nel loro valore come esperienze e nel loro status di medium con una propria solidità. Junkrat è il suo uomo ideale: magrolino, appassionato di esplosivi e matto come un cavallo.